Only ITA (racconti e poesie) - IL LENZUOLO [by voiceoff]

in #ita6 years ago
Ho deciso di raccogliere tutti i racconti passati che ritengo più interessanti in un luogo unico, così da tener traccia, nella continua e ossessiva opera di riordinamento che riempie le mie giornate, di ciò che ne è degno.

Ogni traduzione è un tradimento, a maggior ragione se la lingua di approdo non è conosciuta perfettamente. Qui si scriverà solo in italiano.





Il lenzuolo




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L'incubo, John Henry Fuseli, 1781 [immagine di pubblico dominio]

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Non si può pensare a niente di simile fino al momento in cui non ci si ritrova a tu per tu con una di quelle nottate in cui trovare sonno dovesse risultare tremendamente difficile. Una di queste particolari situazioni potrebbe essere legata alle condizioni climatiche del momento; di uno strano caldo magari neanche troppo afoso, che proprio per questo motivo preclude la possibilità di mettersi alla ricerca di un giaciglio più fresco. E’ il caso in cui il disagio, non esasperandosi nella propria forma, scappa via dal campo visivo del soggetto interessato, del protagonista della situazione, e non passa minimamente per la testa quella che sarebbe la risposta più normale al dilemma.

Qualcosa si deve pur fare in queste notti, e se le percezioni stranite dall'inconsueta situazione non sono capaci in alcun modo di fare chiarezza, l’occupazione principale potrebbe a volte corrispondere con il continuo coprirsi e poi scoprirsi con il lenzuolo, rendendosi conto che quando si è coperti il caldo è insopportabile, quando non lo si è sarà il freddo a infastidire l’auspicabile torpore. Capita che la sequenza di gesti dopo qualche minuto diventa pratica automatica alla quale non si fa caso, imputando la difficoltà di prendere sonno ad altre cose: pensieri e crucci per il futuro o il passato, la cattiva disposizione del corpo e tanto altro ancora.

Un tentativo potrebbe essere quello di cercare di distogliere la mente da tutto; si conta magari, si scorrono i numeri, cercando di pronunciarli mentalmente nel modo più esatto, dando le giuste pause fra il precedente e il seguente. Oppure si cambia disposizione: di schiena, di pancia o sul fianco, prima l’uno e poi l’altro, si toglie il cuscino, si piegano le gambe in vari modi, attorcigliandole o stendendole il più possibile.

E’ in questo senso e in questo modo che le ore da piccole si dilatano, fino allo scoccare di un pensiero, al ritornare pesantemente sulla causa prima del malessere, quindi sul fatto che il lenzuolo risulta troppo pesante. Ormai stanchi delle ore passate non si può pensare di porre rimedio se non cercando di sdoppiare il velo e le trame del tessuto, ripromettendosi di gettare via una delle due parti, a lavoro finito, nell'angolo più lontano della stanza. Si capisce quanto possa risultare difficile la procedura, e nonostante il totale assorbimento le mani non riescono a completare l’opera, a volte neppure a iniziarla; è solo la tenacia, derivata da tutto quel tempo che ha favorito l'ingigantimento del disagio, a tenere vivo il tentativo e l’operazione senz'altro continua.

Tuttavia, prima o poi capita d’accorgersi in un lampo che tutta la fatica fatta e che si sta facendo è inutile, e l’attenzione potrebbe essere distolta dal lenzuolo, concentrandosi invece sulla propria persona, su se stessi. Andrà facendosi largo una nuova idea giacché se il lenzuolo è troppo sottile per poter essere sdoppiato, il proprio corpo non lo è e, se le unghie sono sufficientemente lunghe si potrebbe anche arrivare per ultimo alla deduzione che l’ottimo potrebbe essere raggiunto a seguito di una provvidenziale scuoiatura.

In un primo momento all'altezza delle gambe, poi più in là, fino a quando non ci si accorge della difficoltà, e quindi ci si ritenta in altri spazi della pelle; magari sul petto, giungendo infine alla conclusione che comunque sia la cosa non è del tutto adeguata per risolvere il problema.

Forse spaccando il corpo in due: ecco! Per il fatto che se la capacità di sopportazione alle condizioni climatiche rimane invariata e uguale per ognuna delle due parti come quando il corpo è intero (trattandosi infatti di un problema prettamente psicologico) il calore invece si spaccherà nella sua intensità, per la superficie epidermica esposta costretta a dimezzarsi a sua volta. E’ chiaro come tali osservazioni che ben poco hanno di scientifico non debbano essere considerate in questo senso, cioè scientificamente, o a rigor di logica; ciò a cui invece si potrebbe prestare attenzione è il modo in cui si giunge a elaborare delle così affumicate teorie, che comunque in quegli istanti non possono che essere testate con tutta la convinzione di cui si è in possesso.

Si lavora alacremente per raggiungere il risultato; elaborando un piano che possa rendere possibile la realizzazione del progetto, fra pause ritmate da sospiri e respiri, fino al momento in cui un raggio solare della prima alba si intrufola fra le aste della persiana cambiando profondamente il paesaggio e lasciando spazio a un immenso odio relativo a ciò che sta accadendo: quella pestifera luce ha reso vana una nottata di duro impegno poiché ormai è già ora di alzarsi.

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