Il protocollo di Kyoto in Italia

in #nature5 years ago

Il protocollo di Kyoto doveva servire, nelle intenzioni, a stabilire delle regole, dei parametri a cui tutte le nazioni aderenti avrebbero dovuto sottostare.

L'obiettivo era quello di ridurre le emissioni di gas serra ed in generale salvaguardare il clima e l'ambiente della nostra terra.

Per evitare che i parametri indicativi fossero troppo piatti ad ognuno dei paesi fu assegnato una sorta di coefficiente ad hoc che rispondesse alle caratteristiche geografiche e geopolitiche di quella zona.

L'Italia, come paese firmatario del protocollo, aveva le sue stime, le sue regole da rispettare.

Quali sarebbero state le misure atte a salvaguardare l'ambiente e rispettare i patti sarebbe stato un affare tutto nostrano. Ogni nazione avrebbe dovuto mettere in piedi leggi e provvedimenti che permettessero il rispetto dell'accordo. Nessuno avrebbe messo becco su come si sarebbero rispettati i patti, l'importante sarebbe stato rispettarli.

Mediamente la stima che si era data era quella di ridurre del 5% le emissioni entro il 31 dicembre del 2012.


Immagine a cura di @pab.ink ed @armandosodano

Molti paesi europei riuscirono a raggiungere l'obiettivo 3 anni prima. Questo fu l'esempio plastico che quegli obiettivi erano tutt'altro che irraggiungibili.

L'Italia era stato uno di quei paesi sopramedia a cui era stato richiesto di ridurre le emissioni del 6,5%.

La stima era il risultato di analisi specifiche grazie alle quali si era concordato che raggiungere quel risultato non solo sarebbe stato possibile ma avrebbe portato anche dei benefici a livello nazionale in particolare sull'economia.

Furono proposte ed attuate una serie di leggi che avrebbero dovuto dettare la linea.

Le principali sono le seguenti:

 - Delibera CIPE 137/08 del 19.12.1998 - "Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra";
- Legge 120/02 del 02.06.2002 - "Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997", la Legge di ratifica nazionale del Protocollo di Kyoto);
- Delibera CIPE 123/02 del 19.12.2002 - Approvazione del “Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, 2003-2010”, quale revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (Legge 120/2002) 


Nonostante gli sforzi l'Italia non ha raggiunto l'obiettivo, restando addirittura anche sotto la media mondiale del 5%, segno che la politica e le istituzioni non hanno fatto abbastanza per rispettare accordi che come Paese avevamo promesso di attuare.

Abbiamo ridotto, infatti, le emissioni solo del 4,6%.

Oltre il 50% delle emissioni provengono dal settore agricolo e da quello dei trasporti, segno che bisognerebbe battere molto su questi campi per ridurre le emissioni considerevolmente.

Si passa da un approccio che deve essere diverso. Si dovrebbe investire molto sul rinnovamento delle infrastrutture e sulla possibilità di cambiare il modus operandi con cui prodotti e servizi vengono erogati. Le energie rinnovabili, la raccolta differenziata, nuove forme di energie e incentivi massicci potrebbero essere la strada.

Come sempre ci siamo rivelati un paese poco attento e anche poco serie che a fronte di impegni presi non ha saputo mantenere alcuna promessa.

Inutile lamentarsi se poi le cose non vanno ed inutile indicare la causa sempre in ingerenze altrui. In questo caso avremmo potuto superare l'esame, beneficiando in prima persona e acquisendo credibilità internazionale.

Speriamo in un futuro migliore.

Come sempre.


Fonti:

 https://www.reteclima.it/protocollo-di-kyoto/ 
Sort:  

Quando mai noi riusciamo a centrare degli obiettivi, soprattutto nel campo del rispetto dell'ambiente?!?

Basta pensare ai continui scandali relativi allo smaltimento degli rifiuti, che è diventato un vero e proprio business per la criminalità organizzata, oppure al grande senso civico che abbiamo quando lasciamo bottigliette di ogni genere per strada, non sappiamo neanche dove sta di casa l'amor proprio, logicamente il mio è un discorso generalizzato, in quanto sono convintissimo che tanti fanno il loro dovere, ma non basta

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