NBA Trip: New York Knicks

in #nba5 years ago

Il viaggio continua e restiamo nell'Atlantic Division dopo aver analizzato i principi della NBA odierna, quei Toronto Raptors che stanno meravigliando il mondo.

Oggi la nostra altalena ci porta dall'alto al basso, dal canada alla grande mela.

Ecco a voi i New York Knicks!

Se i Raptors sono la franchigia più sorprendente dell'ultimo decennio (Golden State Warriors a parte), i Knicks sono senza dubbio la più deludente.

Possiamo forse affermare che i Knicks sono la peggior squadra degli ultimi 20-25 anni, sicuramente la peggiore degli anni 2000 ad oggi. Una squadra che nelle ultime 18 stagioni si è qualificata ai playoff solo 4 volte, perdendo sempre al primo turno.

Un dolore atroce per ogni appassionato dover prendere atto di questa cosa, una squadra prestigiosa, nata nel 1946 e che a cavallo tra gli anni '60 e '70 ha vinto 2 titoli NBA.

Oggi è divenuta la barzelletta della NBA, con buona pace di Spike Lee e di tutti i suoi tifosi.

Il Madison Square Garden ha qualcosa di speciale, di magico. Pensare che su quel parquet da decenni non approdi nessuna leggenda se non come ospite fa male.

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I tifosi si erano illusi con la trade che qualche anno fa portò Carmelo Anthony nella grande mela, sacrificando tra gli altri il nostro Danilo Gallinari che oggi spadroneggia, salvo poi accorgersi di aver acquisito un perdente nato privo di ogni leadership dentro e fuori dal campo.

Ci aveva provato Isaiah Thomas nei panni di GM negli anni 2000 ma con risultati disastrosi. Era arrivato uno dei coach più vincenti della storia come Phil Jackson uno tutto zen e meditazione a cercare di rimettere in sesto la franchigia ma nulla anche li un fallimento.

Oggi si riparte per l'ennesima volta, provando a far giocare e crescere giovani, creare spazio salariale per la prossima Free Agency e attrarre campioni.

La verità è che da anni New York non vede una squadra lottare, competere, vincere. Non vede un progetto. Non vede lo straccio di un fuoriclasse.

Oggi se entraste al Madison Square Garden per acquistare una canotta trovereste le maglie di Enes Kanter, Hardaway Jr e Kevin Knox. Non proprio dei futuri Hall of fame insomma..

Kristaps Porzingis, detto l'unicorno, pareva essere la svolta ma poi Phil Jackson provò a tradarlo e qualcosa si ruppe. A ruppersi fu anche il suo ginocchio che lo tiene fermo da 6 mesi e lo terrà fuori fino alla primavera.

Oggi New York è in fondo alla classifica della Eastern Conference. Non c'è luce in fondo al tunnel e la disaffezione del pubblico è ai massimi storici.

Difficile capire come andrà a finire questa ennesima ricostruzione.

La speranza è che Knox, Trier e Dotson possano esplodere quest anno, la dirigenza possa cedere per giovani e scelte i vari Kanter, Hardaway e Burke e che in fase Free Agency possa finalmente arrivare qualche campione vero.

Piccoli passi per tornare grandi entro 3-4 anni. 

New York attende oramai da troppo troppo tempo.

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Probabilmente la città con il nome "piú grande" (Big Apple), ma che nel mondo del basket ha portato in alto il nome del fallimento, se si escludono gli anni dei due titoli.
Basti pensare a quanto fatto nelle ultime stagioni in cui prima Carmelo Anthony, poi Phil Jackson, non sono riusciti a fare di buono. Ci sono poche cose da dire ed emblematica è stata la scelta di Porzingis: i tifosi non lo volevano pensando ad un piú giovane gemello di Bargnani. Il risultato è stato uno dei talenti piú cristallini passati da New York (tanto per capire quanto ci capiscono nella Grande Mela), salvo poi infortunarsi gravemente ed essere tutt'ora ai box. La squadra oggi è fatta da giovani giocatori e si dice che sia un anno per farli ambientare, anche se il tutto fa rima con tankare.

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