Il sogno di Cecilia

in #partiko5 years ago (edited)

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Cronache di un mondo infinito - Il sogno di Cecilia

La nebbia l'avvolgeva completamente ma non aveva paura nonostante non vedesse ad un palmo dal naso; si sentiva invece protetta, nascosta da quel mantello grigio. Aveva nevicato durante la notte e la piazza era completamente nascosta da una spessa coltre di neve gelata cosicché cielo e terra sembravano fusi in un'unica sfumatura di grigio. Delle piccole nuvolette di condensa si formavano ad ogni suo respiro ma non aveva freddo. Si sentiva quasi purificata da quel gelo spietato. Sorrise a quel pensiero, anche se non c'era nessuno e mai nessuno avrebbe potuto vederla talmente era celata dalla nebbia.

Avanzò di qualche passo verso il centro della piazza. Vaghi contorni distorti iniziarono a delinearsi ai suoi occhi. C'era qualcuno? Il suo cuore prese a martellare. Si bloccò con le labbra incurvate ancora da quel sorriso che non le apparteneva. "Calmati" pensò, cercando di mantenere il respiro regolare.

Socchiuse gli occhi cercando di rilevare la presenza di qualcuno ma solo il grigio silenzioso di quel pomeriggio invernale rispose al suo appello. Dunque era ancora sola.

Alberi secchi e nodosi apparvero a contornare quel triste scenario. Erano quelli che un attimo prima avevano attirato la sua attenzione paralizzandola. "Che stupida" pensò avanzando maestosamente, perché in quel momento si sentiva la regina di quella piccola piazza, di quel piccolo mondo grigio.

"La regina di ghiaccio" pensò ergendosi di fronte a quegli alberi morti. "Gli alberi muoiono d'inverno per poi rinascere d'estate. Così è dall'inizio dei tempi terreni e così sarò condannata a fare fino alla fine" .

La ragazza dagli occhi di ghiaccio crollò a terra e una risata sguaiata le riempi le orecchie facendola gridare…

Cecilia si svegliò di soprassalto, sudata. L’urlo del sogno, ancora nelle orecchie, le aveva fatto schizzare il cuore in gola, facendola scattare a sedere sul letto. Era la prima volta che sentiva quell’urlo. Quel sogno, che l’aveva tormentata tutte le notti della sua infanzia, si era ripresentato circa sei mesi prima del compimento dei suoi diciotto anni e da allora non aveva mai smesso di farle compagnia.

Disorientata cercò di accendere la luce. Ogni volta diventava sempre più complicato uscire dal sogno per tornare alla realtà. Allungò un braccio fino alla piccola abatjour, posta sul comodino a fianco del suo letto. Non fece caso al freddo pungente che era penetrato nella notte all’interno della sua stanza. Sentì invece, per un breve istante, un suono basso e vibrante provenire dal centro della stanza buia. Si bloccò con il braccio fuori dal letto. Non era ancora riuscita a trovare la cordicella per accendere la lampada. Iniziò a tremare. Che cosa aveva sentito? Il silenzio le rispose inquietandola.

Facendosi coraggio, lentamente appoggiò la mano sul piccolo comò e accese la luce. La fievole luce della lampada illuminò la sua stanza. Tutto era come lo aveva lasciato prima di coricarsi. Il mobile marrone, a fianco del letto, era socchiuso. Doveva essersi aperto qualche istante prima, spaventandola.

Intanto, il vento soffiava impetuoso nella notte. Cecilia si alzò e si diresse verso la finestra in fondo alla stanza. Fuori, gli alberi si piegavano in un frenetico balletto sotto le sferzate del vento.

Un soffio le arrivò alla nuca. Si girò di scatto ma ciò che vide non fu altro che il suo letto vuoto. Possibile che il sogno l’avesse così tanto suggestionata? Scrollò la testa e si diresse nuovamente verso il letto, spengendo la luce.

Si stava quasi per assopire nuovamente quando un nuovo cigolio proveniente dall’armadio le arrivò alle orecchie. Con il cuore in gola Cecilia si paralizzò. Tum... tum. Qualcosa batteva ritmicamente nel muro. Poi, sentì di nuovo un rantolo ritmico, strozzato e un odore di marcio la prese alla gola.

Di scatto, accese la luce e si voltò. Un urlo acutissimo e due occhi rossi furono l’ultima cosa che riuscì a vedere prima di perdere i sensi.

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Grazie per la partecipazione

Glielo devi postare sotto! 👏👏

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Grazie! Dovevo prima finire di aggiustarlo... Questo è l'inizio di un racconto che avevo provato a scrivere tipo 10 anni fa...

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