IL MONDO DELLE API: LA PRATICA DELLA RAZZIA DEL MIELE NEL COMUNE RURALE DI GUANAN

in #steemstem5 years ago (edited)

  • IL MONDO DELLE API: LA PRATICA DELLA RAZZIA DEL MIELE NEL COMUNE RURALE DI GUANAN (MALI) E IL PROGETTO DI SVILUPPO DELL’ APICULTURA E LA SALVAGUARDIA DELL’APIS MELLIFERA ADANSONII

      • Continuiamo a parlare di apicoltura in Africa. In questo caso ci spingiamo ancora più giù, la vota scorsa eravamo stati in Marocco ad occuparci dell’Apis Mellifera sahariana, per giungere nello stato del Mali, nella parte centrale dell’Africa, nel comune di Guanan. L’occasione per parlare di Api e del loro habitat nonché dell’apicoltura praticata, ce la danno due interessanti progetti messi in campo dal Comune di Guerasco e dalla Regione Piemonte nell'ambito del “ Programma di sicurezza alimentare e lotta alla povertà in Africa sub-sahariana”:

        - progetto Regione Piemonte n. 5/2008 “collaborazione al miglioramento delle produzioni animali nel comune rurale di Guanan

        - progetto Regione Piemonte n. 4/2010 “collaborazione al miglioramento dell’apicoltura e dei prodotti dell’alveare nel Comune rurale di Guanan”.

          Ci piace informare di questi progetti, che nel tempo hanno avuto non pochi problemi, causati dalla situazione politica di quel Paese estremamente difficile, perché quando si parla di aiuti concreti nei paesi africani, c’è sempre il dubbio che non vadano a buon fine. In questo caso, l’aiuto c’è stato ed ha contribuito fattivamente a migliorare la pratica agricola e la qualità delle risorse. Si è passati da un utilizzo predatorio del miele delle Api ad una pratica apistica corretta, che si occupa della salute delle Api e della filiera del loro allevamento, della produzione e della commercializzazione.

          Cominciamo nel dire che l’Ape presente in questa parte dell’Africa è l’ Apis mellifera adansonii. Di dimensioni più piccole di quella europea, pesa circa 85 mg. Le celle che costruisce hanno un diametro di 4,7 mm e vi sono 1040 celle in 1 dm 2 . La sua colorazione è giallo e nero, ma ci sono colonie pressoché nere e meno aggressive.

          La caratteristica dell’ Apis mellifera adansonii è quella di essere molto attiva, esce prima dell’alba, per andare a bottinare il nettare dalle piante del caffè, banano, mango, mais, palme e bambù. Ha la tendenza ha sciamare, in particolare all'inizio della stagione secca, novembre – dicembre, quando le piante sono in fiore, e alla fine di questa stagione quando scarseggia il cibo ed iniziano gli incendi. E’ una specie molto resistente a malattie e parassiti. Non è attaccata dall'acaro parassita Varroa destructor per via della sua indole aggressiva e le condizioni climatiche sfavorevoli all'acaro. Sono presenti, in una certa abbondanza, in prossimità dell’alveare, le falene della cera che possono arrecare problemi, specialmente quando la famiglia è debole. E' proprio in questi momenti di debolezza che l’ Apis mellifera adansonii tende ha sciamare come mezzo di difesa. Anche il coleottero degli alveari, l’ Aethina tumida, si può trovare nascosta nell'alveare, ma viene buttata fuori con efficacia così come è efficace il suo modo di tenere l’alveare pulito liberandolo da qualsiasi uovo di coleottero.

          I progetti di cui stiamo parlando, sono finalizzati a creare le condizioni, in questa parte dell’Africa estremamente povera, per praticare l’allevamento delle Api in una forma moderna, con formazione e tecniche adeguate.

          Perché dovete sapere che da queste parti le Api non vengono allevate così come avviene nel resto dell’Europa. Qui i contadini si trasformano in cacciatori di alveari naturali, che si possono trovare nelle fessure dei tronchi degli alberi o all'interno di grotte, dove razziano il miele dando fuoco alle Api, che naturalmente non ci stanno, e diventano particolarmente aggressive. Questa pratica malsana, distrugge sia i favi di miele ma anche quelli di covata, producendo un danno enorme per la salvaguardia dell’ Apis mellifera adansonii.

          In piccolissima parte, sono presenti arnie realizzate dall'uomo, ma sono arnie tradizionali fatte di paglia a forma cilindrica o conica che vengono appese su gli alberi (ce ne siamo occupati poco tempo fa parlando dell'Apis mellifera sahariana).

          Ma come viene raccolto il miele, nelle arnie naturali o quelle in paglia? Beh, con una ritualità particolare, starei per dire magica ancestrale. Intanto coloro che sono addetti alla raccolta del miele, sarebbe meglio dire razzia, devono digiunare per alcuni giorni ed astenersi da praticare il sesso. Giunto poi il momento della raccolta, attendono la notte, denudati completamente, e al lume di torce fumanti, realizzate con piante di felci secche, foglie essiccate di palma,di banani e mais, procedono, in modo diremmo cauto, ad arrampicarsi su di un albero, togliere il coperchio dell’arnia ed uccidere con la torcia le Api, prima di saccheggiare il miele e prelevare i favi da miele e di covata. Poi i favi vengono trasportati, con rudimentali recipienti, al villaggio e qui, sempre in modo rudimentale, vengono spremuti per ricavare miele e cera, prodotti che si presentano sommariamente filtrati e di cattiva qualità. Va detto che invece, gli altri prodotti dell’alveare,pappa reale e propoli, non vengono raccolti per inadeguatezza di conoscenze.



          Come potete rendervi conto siamo in presenza di pratiche talmente arretrate che tendono a portare, se non corrette, alla estinzione dell’Apis mellifera adansonii, e conseguentemente, privarsi dell’opera di impollinazione e del miele che le Api ci donano, causando l’impoverimento dell’ecosistema e negandosi una fonte preziosa di sviluppo economico.

          Da queste condizioni, sono partiti i progetti del Comune di Guerasco e della Regione Piemonte coinvolgendo diversi Enti regionali e del Mali.Si è perseguito un fondamentale obiettivo: iniziare i contadini alla pratica dell’apicoltura, produrre miele di qualità, avviare un sistema di commercializzazione.In una prima fase della missione, i contadini hanno acquisito una formazione teorica e pratica sulle tecniche apistiche e sulle strumentazioni necessarie nonché la necessità di acquisire una cultura che promuovesse il benessere e la salvaguardia delle Api.Successivamente sono stati realizzati due edifici adibiti a laboratorio di stoccaggio, lavorazione e conservazione del miele, nei villaggi di Madina Diassa e di Yorobougoula.

          Le arnie adottate per lo sviluppo dell’apicoltura, sono del tipo Top Bar. Scelta ritenuta più vicina alle arnie orizzontali locali e comunque è del tipo prevalentemente utilizzato nella fascia dell’equatore dagli apicoltori del mondo. Nell'alveare i telaini dove lavorano le Api sono posti orizzontalmente, i favi di covata sono posizionati all'ingresso mentre il miele viene man mano immagazzinato posteriore nei favi di miele.


          Queste arnie orizzontali hanno cominciato a prendere il posto di quelle fatte in paglia, anch’esse orizzontali, e sono state collocate su gli alberi. Con molto piacere, si è riscontrato l’adattamento degli apicoltori al nuovo sistema e, cosa fondamentale, le Api hanno subito colonizzato gli alveari ed iniziato a produrre quantità notevolmente superiori di miele rispetto ai vecchi metodi predatori che prevedevano addirittura l’uccisione delle Api.



          Fonti

          African Bee, Apis Mellifera Adansonii, in Africa

          APICOLTURA IN GUANAN AFRICA

          Foto:

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          Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art

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            Accidenti ancora queste pratiche di raccolta...di devastazione è più appropriato. Non lo avrei mai immaginato, povere api.

            é già.... fino agli inizi del '900 era uso anche in Italia!

            A volte è l'ignoranza a farci commettere i peggiori errori, inconsapevolmente portiamo morte e distruzione. Grazie per questo articolo, davvero interessante, è un modo per aprire gli occhi ed essere consapevoli! Povere apine :(

            Grazie a te per averlo letto!

            Hi, @phage93!

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            Ma sei un povero coglione sfigato , lo sai si. Se hai la faccia dammi numero che ti chiamo e ci vediamo, COsi le api te le ficco ne culo

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