Un bagliore repentino

Sono seduto nello scompartimento 15 del treno regionale Genova-Torino.
Sono partito da Alessandria alle ore 7,05 per Torino.
Sto facendo le parole crociate.
Arriva il bigliettaio.
Ha un viso noto…non riesco a ricordare…
“Ciao Marco.” Mi dice.
“Ciao…scusa, ti conosco, ma non so chi sei…”
“Come! Liceo Classico! Io sono Leonardo. Terza C. Ero ripetente.”
“Dai! Leo! Si.”
“Ce l’hai il biglietto? Scusa eh…”
“Certo.”
Gli porgo il biglietto.
“Ma cosa ti sei fatto al collo?”
Ha una cicatrice vicino al mento, sul collo.
“Mai dai, l’avevi già vista, quando ci siamo incontrati l’anno scorso. Non ti ricordi?”
“Ma dove?”
“Alla cena della nostra classe di liceo.”
“Ah…già…si…è vero…eravamo un bel numero, con mogli e mariti. Non mi ricordavo più.”
Non sono certo di essere andato a quella cena…
“E’ un periodo che perdo la memoria, ogni tanto…”
“Anch’io, ma ti te mi ricordo bene. Ti sei bevuto cinque whisky come niente. E poi anche la vodka…E poi hai litigato con tutti. Eri mal messo…han dovuto portarti via in macchina…non ti reggevi in piedi…”
“Ecco perché non mi ricordo.”
“A proposito, due vagoni più in là, c’è Marta.”
“Guarda il caso! Anche lei qui sopra!”
Leo se ne va. La sua cicatrice luccica in un bagliore repentino.
Mi alzo, a fatica..già, ho male ad un fianco…voglio incontrare Marta. Chiedo ai miei compagni di viaggio di dare un’occhiata alla mia borsa.
Sono due signori dai capelli bianchi.
Due vagoni più in là, sbircio negli scompartimenti. Eccola.
Faccio scorrere la porta.
“Marco! Che ci fai qua?”
“Marta! Vado a Torino.”
“Dove?”
“Dove? Già…dove? Ma tu, guarda caso! Ehi ti ricordi che corte spietata ti facevo! Ma tu niente! Cioè…qualche occhiata maliziosa…scusami…chissà perché mi viene da ricordare quei tempi e annoiarti con le solite nostalgie…”
“Dai…un po’ di nostalgia ogni tanto non guasta…ma cos’hai al fianco?”
“Ho male…devo aver preso un colpo…non ricordo…tu, dove sei ora?”
“Ah ah…dove sono? Lontano, Marco, dall’altra parte del mare…ho avuto tre figli, una femmina e due maschi…ti ricordi, ne parlavamo alla cena del liceo…tu ne hai due, no?”
“Si, due…alla cena del liceo…c’ero anch’io dunque…”
“Eri un po’ brillo…ma sempre simpatico, poi te la sei presa con Giacomo…”
“Giacomo…fa il veterinario…”
“Giusto. Faceva…”
“E’ in pensione?”
“No, ha smesso per causa di forza maggiore…infortunio…”
“Mi spiace…ehi! Ma anche tu ti tieni il fianco…mal comune mezzo gaudio eh?”
“Si…a proposito di fianco, nello scompartimento a fianco c’è Luciano.”
“Il dormiglione? Ti ricordi, dormiva sempre in classe!”
“Vai a salutarlo. Lui ti voleva bene. Eravate sempre insieme.”
“Vado…riguardati”
“Ciao Marco…anche tu…”
Eccolo Luciano. Mi vede, gli vengono le lacrime agli occhi. Si alza. Ci abbracciamo, senza parlare per alcuni momenti.
“Quanto tempo…”
“Un anno…”
“Io vado ancora a sciare.”
“Anch’io.”
“Io ho un blog.”
“Io twitto.”
“Si, ti ho incrociato, qualche volta. Ma è meglio in carne ed ossa. Abbracciamoci ancora!”
“Scusami Marco.”
“Cosa?”
“Alla cena, volevo darti una mano…eri così ubriaco e urlavi…”
“Urlavo?”
“Tu e Stefano, urlavate.”
Il treno si ferma. Mi sbilancio e quasi cado. Il fianco mi fa male, un male cane.
Siamo ad Asti.
Guarda il caso. Salgono Stefano, Vanessa e Giancarlo.
“Ciao Marco!”
Stefano non mi saluta.
Poi mi gira la testa e il fianco pulsa.
“Sig. Marco…si svegli…”
Oplà! Sono sveglio…ma non ero già sveglio…su quel treno…?
Mi guardo intorno.
La psicologa…mi ha ipnotizzato…ho le manette ai polsi…sono incatenato alla poltrona…
Il procuratore, in piedi, più in là…
“Dov’era Sig. Marco?”
“Sopra un treno…coi miei compagni di classe di tanto tempo fa…”
“C’era anche Stefano?”
“Si…”
“Cosa ricorda di quella cena? Un anno fa.”
“La cena…Marta ha male ad un fianco, sul treno… e il bigliettaio ha una cicatrice…”
“E’ stato lei?”
“Cosa?”
“Alla cena…ha ucciso lei tutti i suoi compagni di classe? Sono tutti morti…è stato lei? O Stefano?”
“Tutti morti?”
“Si.”
“Anche Marta?”
“Si.”
“Ecco perché si teneva il fianco…”
“Anche lei era ferito al fianco.”
“Stefano…dov’è?”
“Non lo troviamo. E’ un anno che lo cerchiamo.”
“Stefano…urlavamo…poi lui ha preso un coltello e me l’ha passato…anche lui aveva un coltello …mi ha detto Vai! Li facciamo fuori… io…volevo fermarlo…e lui ha incominciato…e mi ha anche colpito…no…io ho colpito lui…poi siamo scappati sul treno per Torino e Marta ci ha seguito gridando e sanguinando…poi è caduta a terra…e non avevamo preso il biglietto…il bigliettaio ci ha fatto la multa…noi ridevamo come imbecilli…adesso però mi gira la testa…”
“Biglietti! Signore, biglietto, si svegli per favore, scusi…”
Devo essermi addormentato.
Il treno per Selva di Val Gardena mi ha cullato palcidamente.
Settimana bianca. Me la merito.
“Ecco il biglietto…”
E’ una bigliettaia.
“Ma…tu sei Marta!”
“Marco!”
“Cosa ci fai qua vestita da bigliettaia?”
“Sei il solito spiritoso. Lavoro per le ferrovie, lo sai. Te l’ho detto al matrimonio.”
“Marimonio? Ti sei sposata? Con chi?”
“Scemo. Devo dirlo a Stefano che ti ho incontrato. Settimana bianca?”
“Stefano? Lo vedi sempre?”
“Tutti i giorni. Sin troppo. L’ho sposato. Dai!”
“Ah…già…è vero. Dovrei saperlo…sono venuto al matrimonio…”
“Ora vado…a proposito, due vagoni più in là, c’è Luciano, il tuo amico per la pelle.”
“Luciano? Guarda caso…”
“Vai a salutarlo!”
“Certo.”
Mentre se ne va una cicatrice sul suo collo luccica in un bagliore repentino.

La foto è dell'autore

Con questo racconto partecipo a https://steemit.com/ita/@spi-storychain/theneverendingcontest-n-30-s5-p6-i1-contest con tema proposto da @tommasobusiello