Volevo la Business

in #writing5 years ago (edited)

Maledetta segretaria.

Conosceva da settimana il mio calendario. Sapeva benissimo che oggi sarei dovuto andare a Modena per quella riunione. Eppure ha prenotato il biglietto del treno soltanto 2 giorni fa.

Risultato?

Mi ritrovo a viaggiare in Economy anzichè in Business come di solito accade.

Qui l'aria è veramente diversa. Non ho spazio per le gambe, non ho lo snack. Accanto a me uno sbarbatello guarda chissà quale cafonata su Netflix. Di fronte un'anziana donna non fa altro che guardarmi e sorridere come a cercare uno spunto per una discussione che Dio solo sa quanto io speri non avvenga mai e poi mai. Accanto a lei un prete. Mio Dio un prete! Speriamo non inizino a parlare di misericordia, di Quaresima o altre diavolerie. Potrei alzarmi in piedi e restarci per tutto il resto del viaggio solo per evitare che le mie orecchie possano ascoltare questa conversazione fantasiosa e moralista.

Ho anche dimenticato gli auricolari! Che bel modo di iniziare la giornata.

Ho bisogno di zuccheri.

Per fortuna che su Italo tra una cabina e l'altra c'è il distributore di snack e bevande.

Un kinder bueno potrebbe in parte risollevare il mio morale a pezzi.

Mi dirigo tra la carrozza 5 e la 6 e cerco monetine.

C'è qualcuno seduto a terra. Saranno le solite bestie che non hanno neppure qualche spicciolo per pagarsi un posto a sedere. Sedersi a terra in un treno. Mah. Igiene nulla e poco rispetto per se stessi.

Mentre provo ad inserire la prima monetina sento qualcuno strattonare il mio Armani Blu da 600 euro mentre una voce rauca e flebile mi chiede qualche spiccio e una bottiglia d'acqua.

La mia giornata sta per diventare da brutta ad assassina.

Mi volto e son già pronto a chiamare il train manager o farmi giustizia da solo.

Mi volto e vedo lui.

Felpa mezza strappata con cappuccio, faccia ruvida e livida, occhi svuotati.

Irriconoscibile ma lo riconosco.

E' lui.

Ancora lo ricordo, seduto nel banco all'ultima fila della nostra classe al Liceo.

5 anni insieme.

Lui sempre all'ultimo banco.

Mai stato bocciato. Mai stato rimandato. Mai preso una nota sul registro. Mai fatto parlare di se all'interno della classe.

Luigi era un ragazzo che ti sembrava assente in classe. Non sapevi mai a cosa stesse pensando.

Non riuscivi a capire se fosse un genio assoluto o un povero demente.

Avendo sempre superato ogni ostacolo tutti propendevamo per la prima.

Fuori dall'aula si trasformava. Era considerato da tutti quello che potremmo definire un "bello e dannato".

Alto, bruno e fisicato nonostante non praticasse alcuno sport era pieno zeppo di corteggiatrici alle quali non dava retta minimamente.

Fumava tanto e non solo sigarette eppure ogni volta che "svaporava" non lo faceva per attirare attenzioni come facevamo quasi tutti a quell'età ma lo faceva perchè aveva bisogno di tutto ciò.

Un ragazzo intelligente, attraente, misterioso insomma. Il sogno di ogni ragazza e forse di ogni madre.

Eppure sembrava vuoto.

Immagine priva di diritti di copyright

Non riuscivamo a decifrarlo. Pochi, pochissimi avevano rapporti con lui. Nessuno era mai stato a casa sua o aveva conosciuto parenti, fratelli o chicchessia.

Una pagina bianca che ognuno scriveva a suo modo.

Era il quarto anno e una sera ero al baretto con gli amici miei. Avevamo bevuto tanto e io mi sentii male.

Fu la prima volta che vomitai cosi tanto. I miei amici stavano peggio di me ed io non sapevo a che santo votarmi. Non potevo rientrare a casa in quello stato. Mia madre e mio padre, rigidissimi, mi avrebbero punito o come minimo attaccato un pippone indimenticabile.

Luigi era li, in disparte e ricordo che venne da me senza dire una parola e mi mise un braccio intorno al collo chiedendomi di provare a camminare per qualche centinaio di metri senza "sboccare".

Viveva a pochi passi da quel baretto Luigi.

Mi accompagnò a casa sua.

Mi fece sdraiare. Mi preparò qualcosa di caldo che non ricordo neppure più e mi disse di riposare, al resto ci avrebbe pensato lui.

Tornai a casa più tardi del solito, mi ci accompagnò lui, ma non avevo l'aria di uno che avesse subito una sbornia colossale e cosi i miei non ruppero le scatole.

L'indomani pensai molto al suo gesto. Vennero in mente i frammenti di quella serata.

Una casa ordinata, pulita ma piccola e triste. Traspirava tristezza ovunque. Era pulita è vero ma aveva l'aria di una farmacia ambulante.

Decisi di cercare di capire quale fosse il mondo di Luigi. Avrei voluto diventare suo amico, aiutarlo quando ne avesse avuto bisogno.

Immagine priva di diritti di copyright

Chiesi in giro, diedi mandato a mio padre di fare qualche indagine su quella famiglia e dopo qualche giorno tutto era più chiaro.

Il padre ed il fratellino di Luigi erano morti quando lui aveva solo 7 anni. Un incidente d'auto mentre il papà si stava dirigendo allo stadio del nuoto a riportare a casa Luigi. Lo accompagnò anche il fratellino di 4 anni.

Una tragica sbandata, totalmente accidentale li portò fuori strada. Morirono sul colpo nonostante uno schianto non eccessivamente devastante.

Da allora sua madre non è stata più la stessa. Decisero di trasferirsi prima che Luigi iniziasse il Liceo. L'obiettivo era mettersi alle spalle il passato tragico che li accompagnava.

Sua madre ha affogato ogni rimorso e speranza, ogni dolore nell'alcol. Ha provato a suicidarsi 3 volte negli ultimi 2 anni e Luigi da quando aveva 7 anni si è trovato ad essere il badante di sua madre ed orfano dell'altro genitore.

Ecco perchè era vuoto. Ecco perchè sembrava costantemente con la testa da un'altra parte.

Apprendere di quella notizia fu un fulmine a ciel sereno.

Decisi di non dire nulla a nessuno. Ne a Luigi, ne ai miei compagni.

Cambiai solo atteggiamento e provai a stringere un'amicizia con lui.

Mi respinse. Non mi permise di divenire qualcuno per lui.

Passò un altro anno e la Bocconi mi attendeva, Milano mi attendeva e di Luigi me ne sarei presto dimenticato.

Lui non andò all'università. Non aveva soldi da investire ma anzi aveva necessità di pagare l'affitto per quel bilocale che dava riparo a lui e la madre.

Non ebbi più notizie di lui. Lo dimenticai. Non chiesi mai che fine avesse fatto. Non lo cercai più anche quando ritornavo al paese per qualche weekend o per le vacanze.

Oggi mi ritrovò qui, casualmente, in una carrozza che non mi appartiene, in un contesto che non è mio, in una situazione che mi mette a disagio.

Un incontro casuale mi sconvolge. Quegli occhi vuoti mi fissano per chiedermi qualche monetina.

Occhi che riconosco e che forse non riconoscono me.

Impietrito. Agghiacciato nel constatare come quel ragazzo gentile e intelligente con una vita tragica alle spalle sia finito a chiedere l'elemosina.

Un impeto di generosità mi travolge, mi assilla la voglia di strattonarlo e dirgli cosa è successo. Vorrei portarlo a casa e presentarlo ai miei figli. Accoglierlo e farlo stendere sul divano.

Vorrei.

Decido di far finta di nulla. Prendo il mio Kinder Bueno e torno al mio posto dove ad attendermi ci sono lo sbarbatello, l'anziana signora e il prete.

Farò finta che quell'incontro non sia mai avvenuto.

Non lascerò che la triste fine di quel ragazzo mi sconvolga.

Va tutto bene.

Fra 2 ore ho un importante meeting e non posso lasciarmi distrarre da queste beghe tipiche di una vita cosi ingiusta.

Chiudo gli occhi, tiro un sospiro. 

Ripenso a quel divano, ripenso a quella notte e vado avanti.


Sort:  

Questo è pure peggio del cane abbandonato... C'è un seguito, vero?

Posted using Partiko Android

Magari un seguito con il cane e con Luigi?

Luigi chi è? Il suicida?

Posted using Partiko Android

Ah no, che rinco...😂
Basta che non me li fai diventare clochard + cane a fianco

Coin Marketplace

STEEM 0.26
TRX 0.11
JST 0.033
BTC 64777.26
ETH 3101.53
USDT 1.00
SBD 3.84