Plusvalenze, è il turno della Roma? - Capital gains, is it Roma's turn? [Multilanguage]

Speravo sinceramente di non dover più tornare sulla vicenda che ha caratterizzato metà della scorsa stagione, ovvero la riapertura del processo sulle plusvalenze a carico della Juventus e di altre squadre professionistiche del calcio italiano, ma le ultime vicende di cronaca impongono purtroppo di concentrarsi ancora su una pagina che reputo vergognosa (l'ennesima) della giustizia sportiva.

La procura capitolina ha infatti notificato la chiusura delle indagini a carico dell'AS Roma per il quadriennio di gestione che va dal 2017 al 2021. Da un momento all'altro è lecito aspettarsi la comunicazione di rinvio a giudizio nei confronti dell'ex proprietario James Pallotta, e di altri cinque ex dirigenti giallorossi, mentre sembrerebbero per il momento esclusi dall'indagine gli attuali possessori del club, Dan e Ryan Friedkin.

I capi di imputazione sono i medesimi che avevano portato la Juventus, unica società chiamata a pagare un prezzo salatissimo dopo la riapertura del procedimento (le altre furono curiosamente tutte assolte): false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, relativamente alla compravendita di alcuni calciatori.

_{John Elkann, Marco Alfa, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons}

In altre parole alla Roma, proprio come accadde ai piemontesi, vengono contestate diverse trattative concluse con uno scambio di giocatori con altre società, i cui prezzi dei cartellini sarebbero, secondo l'accusa, stati gonfiati ad arte proprio per generare plusvalenze.

Le società di calcio infatti, in operazioni simili, hanno la possibilità di spalmare le uscite in più esercizi successivi, mettendo subito gli incassi tra le entrate: il sospetto degli inquirenti è che con questo giochino, ripetuto più volte nel tempo, anche i capitolini abbiano in qualche modo potuto ritoccare i conti, facendo apparire la propria situazione finanziaria più florida di fronte ai controlli.

Checché ne dicano quelli che puntano il dito contro questa o quella società, pensando alla "loro" come immacolata (nel calcio il più pulito ha la rogna), quella delle plusvalenze "a specchio" è una prassi comune, utilizzata dalle squadre italiane da oltre un quarto di secolo e sempre giudicata, almeno fino alla condanna della Juventus dello scorso anno, impossibile da sanzionare.

_{A destra, Adriano Galliani, ex AD del Milan che negli anni 2000 operò diversi scambi di giocatori con l'Inter. Save the Dream from Doha, Qatar, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Nelle operazioni di libero mercato infatti, questa la spiegazione fornita in tutte le precedenti sentenze di assoluzione, le società sono libere di accordarsi sul valore dei beni che commerciano, in questo caso i calciatori, senza che nessuna linea guida possa intervenire nel giudicare se gli stessi fossero o meno congrui.

Lapalissiano. Tuttavia, a partire dalla passata stagione e dall'azione del duo Santoriello-Chiné, abbiamo appreso come le valutazioni di un sito amatoriale del calibro di Transfermarkt siano diventate una sorta di Bibbia del calciomercato e di conseguenza scostamenti ritenuti esagerati da queste sospettate di irregolarità. E così, scambiare due calciatori gonfiandone le valutazioni si è trasformato da artifizio contabile tollerato in una sorte di frode, da sanzionare a livello sportivo.

Così come nel precedente di dodici mesi fa, anche per quel che riguarda la Roma riterrei una bestialità anti-sportiva se la società dovesse essere privata, in tutto o in parte, dei risultati sportivi conseguiti, magari con l'aggiunta di una mancata partecipazione alle prossime coppe europee.

Allo stesso modo però, se la FIGC, ormai rinominata in maniera quasi ufficiale Circo Gravina, non intende perdere l'ultimo briciolo di credibilità rimasta, mi aspetto che nei confronti della società capitolina vengano presi gli stessi provvedimenti tirati fuori dal cilindro del procuratore Chiné nella passata stagione.

Gli elementi, dalla plusvalenze, al falso in bilancio, alle cosiddette partneship sospette ci sono tutti. Vi ricordate gli acquisti di due sconosciuti giocatori della primavera giallorossa fatti dal Sassuolo prima del 30 giugno scorso, con tanto di dichiarazione sorridente di Carnevali davanti alle TV circa il favore fatto ad una società "amica"?

Naturalmente, a fare la differenza in vicende perfettamente sovrapponibili, ci sta pensando il fantastico mondo dell'informazione italiana, che se l'anno passato soleva sbattere il mostro in prima pagina ogni giorno, al fine di ricreare il famoso "sentimento popolare" di indignazione, sta ora riservando alle vicende della Roma solo qualche trafiletto, nascosto nelle pagine interne.

_{Immagine di Freepik}

Anzi, molti quotidiani hanno titolato oggi circa l'archiviazione dei Friedkin al termine dell'indagine, dimenticandosi tuttavia di raccontare come nel periodo in questione i dirigenti fossero altri. Ma se anche la Roma venisse in qualche modo condannata da un punto di vista sportivo, subito dopo toccherà al Napoli, per l'affare Osimhen e a tutte le società che negli anni si sono comportate nella medesima maniera, scambiando giocatori con loro?

La logica risponderebbe in maniera affermativa, ma ormai è bene abituarsi a ragionare in maniera completamente diversa. Essere indagati, puniti, penalizzati, ammessi a partecipare, retrocessi o radiati, non dipende più da regole e leggi certe, ma dalle simpatie calcistiche del procuratore, del giudice di turno o di chi amministra la vicenda.

Alcuni possono dormire sempre tra due guanciali, qualunque sia il guaio nel quale sono terminati, dal razzismo al falso in bilancio, dalle plusvalenze al patrimonio netto negativo. Il problema è per gli altri, per i quali andare avanti equivale sempre a camminare su pacchi di uova fresche.

Statemi bene, alla prossima!