Banking On Bitcoin: Recensione sul documentario di NetflixsteemCreated with Sketch.

in #bitcoin5 years ago (edited)


Ieri sera ero sul divano con la mia fidanzata e come una delle tante sere in cui il mio animo pigro ha la meglio sull'allettante alternativa di uscire e goderci un pò il clima e il paesaggio di Barcelona, decidiamo di guardare qualcosa su Netflix. Siccome abbiamo praticamente già visto tutto essendo entrambi appassionati di film e serie TV (a proposito se siete anche voi amanti del genere vi consiglio il blog su Steemit del caro amico @serialfiller, ogni tanto caccia perle che arrivano anni dopo all'audience italiana), andiamo nella barra di ricerca e scriviamo la parola "Bitcoin" sicuri che Netflix per lo meno un titolo riguardante il mondo del re delle criptovalute dovesse averlo. Per tutta risposta incappiamo in Banking On Bitcoin, un documentario che nonostante sia uscito soltanto nel 2017 sembra quasi "datato" data la velocità d'evoluzione di questo ecosistema. Attenzione: prima di proseguire la lettura di questo articolo vi anticipo che ci saranno spoiler sul documentario, quindi se non lo avete visto o comunque non siete aggiornatissimi sul mondo Bitcoin, vi consiglio di guardare prima il documentario e poi tornare a leggerlo.

Tip: Se siete dei Bitcoin Hodler e non lo sapete, c'è un airdrop per tutti i possessori di BTC di un fork di MimbleWimble chiamato MVC. GRIN, il nome della criptovaluta di MimbleWimbe, è un protocollo avanzato, privato e scalabile rilasciato due anni fa da un gruppo anonimo. Questo fork potrebbe diventare molto interessante perchè unisce la tecnologia di MimbleWimble alla scarsità di Bitcoin, infatti ci saranno soltanto 20 milioni di MVC totali. In MimbleWimble invece non c'è una totale supply e ogni giorno vengono minate nuovi GRIN. Potete partecipare all'airdrop tramite questo link, ma ricordate avete tempo solo fino al 19 luglio dove ci sarà lo snapshot degli wallet BTC registrati.

Ritornando a Banking on Bitcoin, quello che vi consiglio di fare se siete appassionati di Bitcoin e volete introdurre i vostri amici e familiari in questo mondo, è di passare una serata come l'abbiamo passata noi ieri sera: iniziate il documentario e lo pausatelo ogni qualvolta esce un personaggio conosciuto spiegando la sua storia o ogni qualvolta i vostri spettatori non comprendono bene qualcosa. Vi assicuro che è divertente ed istruttivo.

Il documentario si basa in quattro parti praticamente: nella prima accenna al Bitcoin e al suo funzionamento comparandolo con il sistema finanziaro attuale, ma senza entrare in tanti tecnicismi risultando comprensibile anche ad una platea di nocoiners. Nella seconda parte, quella più interessante a mio parere, si parla di storie. Si parte da Charlie Shrem il creatore di BitInstant, il secondo exchange di Bitcoin della storia dopo MT.Gox, che verrà arrestato nel 2014 per "sapere" di aver venduto Bitcoin che poi sarebbero stati utilizzati per il traffico di sostanze stupefacenti. Charlie Shrem in seguito verrà rilasciato nel 2016 e creerà Crypto.iq, nel 2018 i gemelli Winkelvoss citeranno in giudizio Shrem reclamandogli 32 milioni di dollari in Bitcoin apparentemente rubati da Charlie ai tempi di BitInstant. La causa è ancora in corso e parte degli assets di Shrem sono stati congelati. Ad oggi Charlie Shrem è molto attivo nel mondo Bitcoin soprattutto su Twitter dove ha più di 160,000 followers. Questo un suo tweet di quindici giorni fa su Libra di Facebook.


La storia successiva, purtroppo soltanto accennata ma poi approfondita dallo stesso Netflix nel documentario Deep Web, parla di Ross Ulbricht il creatore di Silk Road, un marketplace che prese piede nel Deep Web per lo scambio di merce reputata illegale in tantissime giurisdizioni come armi e droga. In Silk Road era possibile comprare la merce con Bitcoin e fu infatti questo il movente per la giurisdizione americana di accellerare la regolamentazione in ambito cripto e soprattutto di dare una pena esemplare come l'ergastolo allo stesso Ross intentando di mettere timore alle persone che utilizzavano o volevano utilizzare Bitcoin. Infatti nella prima parte del documentario lo stesso Charles Shrem ammette di aver fatto ammissione di colpa soltanto per poter usufruire dei benefici legali e non per sentirsi realmente colpevole.

La storia di Ross ha dell'incredibile per una serie di fattori. In primis per il fatto che era un semplice marketplace, la gente poi decideva cosa voler vendere, comprare e scambiare. In secundis, per l'enorme disparità di sentenze emesse dalla stessa corte americana verso i veri venditori di droga che erano presenti su Silk Road.

Nella stesura dell'articolo, ricercando informazioni sulla sentenza di Ross Ulbricht mi sono incappato in un video di una lettera mandata dal penitenziario dallo stesso Ulbricht a Roger Ver, creatore di Bitcoin Cash, Bitcoin.com, e accanito sostenitore per la libertà di Ross. Su Twitter c'è l'hashtag #freeross per commentare la vicenda. Se invece volete aiutare attivamente la scarcerazione c'è un sito per una raccolta firme, donazioni e condivisioni social chiamato FreeRoss. Qui invece potete trovare il video della lettera aperta da Roger Ver di fronte alla camera su Youtube.

I Bitcoin posseduti da Silk Road furono messi all'asta, legittimando di fatto Bitcoin come una moneta digitale. Furono acquistati da MT.Gox, con un altro scandalo che si creò qualche anno dopo con la sparizione dei fondi dall'allora exchange numero uno al mondo.

L'ultima storia questa volta ancor più accennata riguarda Julian Assange, membro dei cyberpunk e creatore di Wikileaks, un'associazione no-profit intenta a pubblicare file segreti governativi. La correlazione tra Wikileaks e Bitcoin nacque quando Paypal non accettò più di fornire da tramite di pagamento per le donazioni verso Wikileaks e quest'ultimi decisero di accettare donazioni in Bitcoin.

Assange è il volto di Wikileaks sulla quale testa sono ricadute accuse di spionaggio per delle mail pubblicate da parte di politici americani. Accuse che poi caddero. Nel 2012 però, sotto mandato di arresto Assange decise di rifugiarsi nella sede politica equadoregna di Londra ottenendo l'asilo politico, dove ha passato sei anni della sua vita senza uscire. Nell'aprile del 2019 l'Equador rimuove l'asilo politico a Assange e costui viene arrestato. Tuttavia essendo le accuse cadute l'unico mandato di Assange è quell'evasione all'arresto e alla fine è stato condannato a soltanto 50 settimane di carcere. Nel momento del suo arresto ci fu fermentazione sociale e politica in tutto il mondo e su Twitter i sostenitori di Assange non si contavano.

La terza parte del documentario è incentrata sulla regolamentazione del mercato criptovalute voluta dal governo Americano dopo lo scandalo Silk Road. In questa parte si evidenzia come il congressista e regolatore Benjamin Lawsky si impuntò sulla creazione di una sorta di licenza per operare in Bitcoin, focalizzandosi sugli aspetti negativi del potenziale uso del Bitcoin quali il riciclaggio dei soldi e l'acquisizione di armi da parte di terroristi. Questa licenza tagliò le gambe a tantissime aziende e start-up blockchain e bitcoin oriented nello stato di New York che dovettero chiudere. Nel documentario c'è una storia molto interessante a riguardo.

A fine mandato Lawsky aprirà una società di consulenze in Bitcoin ovviamente con la BitLicense, come la chiama lui, che egli stesso aveva inventato.

L'ultima parte è quella diciamo più divertente. Who is Satoshi Nakamoto? Chi è il creatore di Bitcoin? Chi è Satoshi? Ci sono varie ipotesi e analisi sui membri dei cyberpunk con correlazioni molto interessanti. Quelli più vicini ad essere riconosciuti come Satoshi Nakamoto sembrano Nick Szabo, famoso al grande pubblico per aver comprato 2 pizze con 10,000 Bitcoin e membro dei cyberpunk, e Hall Finney, membro dei cyberpunk vicino di casa di Dorian Satoshi Nakamoto, americano di origini giapponesi che prese l'attenzione dei media per la sua omonimia col creatore di Bitcoin e il fatto di essere un programmatore.

Alla fine credo che il documentario, nonostante appari datato ormai ad una visione odierna, sia molto interessante soprattutto per le persone che si avvicinano a questo mondo. Il voler sapere chi è Satoshi e non saperlo è uno dei motivi per la quale Bitcoin è restato e resterà vivo.

Le storie poi sono da lasciar senza fiato. Come dice Erik Voorhees, uno dei primi adopters di Bitcoin ed una voce pulita e positiva del movimento che ha molto seguito soprattutto su Twitter che ci accompagna durante tutto il documentario, "gli innovatori quando attraversano una porta vengono sparati in faccia". Quello che è successo a Ross, Charlie, Julian ed altri. Poi però la porta resta aperta ed inizia ad entrare tanta gente da rende irrefrenabile il processo di innovazione.

La storia di Lawsky invece mi fa riflettere su come siano corrotti gli essere umani e come attuino per tirare l'acqua nel proprio mulino. Un'ora e 23 minuti di applausi per Netflix.

Se il mondo di Bitcoin, blockchain e correlati ti attrae ti consiglio di entrare nel nostro canale Discord BitcoinValley dove in una sola settimana siamo arrivati già a 50 membri. Nel canale parliamo di idee, opportunità, airdrop e criptomonete nuove e vecchie. Vi aspettiamo!



Posted from my blog with SteemPress : https://www.bitcoinvalley.io/banking-on-bitcoin-recensione-sul-documentario-di-netflix/
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Bella recensione ;-)
L'ho visto un annetto fa e mi fa piacere rinfrescare la mia memoria.
Salutoni dalla Svizzera
Steemitri The Mannequin


@mauryis, sorry to see you have less Steem Power.
Your level lowered and you are now a Red Fish!
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