Il Bologna in Champions League? Un credito da riscuotere - Bologna in the Champions League? A credit to be collected [Multilanguage]

in Italy22 days ago (edited)

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Il Bologna, campione d'Italia nel 1964. (September 1964). Football Magazine (56)., Public domain, via Wikimedia Commons

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SECONDA PARTECIPAZIONE IN VISTA

A parte l'Inter, dominatrice assoluta di questa edizione della Serie A, probabilmente la squadra che meglio ha impressionato dall'inizio del torneo ad oggi è stata il Bologna, allenata dall'italo-brasiliano Thiago Motta. Partita ad inizio stagione con l'obiettivo di migliorare il nono posto del precedente campionato, con eventuale puntatina alla zona Conference/Europa League, la compagine rossoblù si è superata, entrando fin da subito nella lotta per la qualificazione alla prossima Champions League.

Attualmente quarti, a soli due punti di distanza dal terzo posto della Juventus e con quattro lunghezze di vantaggio sulla Roma, i felsinei stanno vivendo la miglior annata calcistica degli ultimi sessant'anni, ovvero da quando la squadra soleva lottare con l'Inter di Helenio Herrera per la vittoria dello scudetto.

Di campionati il Bologna, nella sua storia, ne ha vinti ben sette e particolari furono le vicende dell'ultimo tricolore appuntato sulle magliette, conquistato nel 1964. In città, i tifosi più datati lo ricordano alla perfezione, mentre i più giovani quelle emozioni se le sono fatte raccontare: parliamo dello spareggio di Roma, diventato necessario al termine di un campionato terminato a pari punti con l'Inter, vinto per 2-0 nell'ultimo quarto d'ora grazie all'autorete di Facchetti e il goal dell'attaccante danese Nielsen.

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Il Bologna festeggia la vittoria nello spareggio di Roma del 1964. Planet, Public domain, via Wikimedia Commons

Poiché il precedente titolo risaliva a circa vent'anni prima, quando ancora le competizioni UEFA non esistevano, fu proprio quella vittoria a portare il Bologna a disputare la prima Coppa dei Campioni della sua storia, peraltro in compagnia della stessa Inter, che dieci giorni prima aveva sconfitto il Real Madrid nella finale di Vienna, laureandosi campione d'Europa.

La coppa dalle grandi orecchie, non ancora ostaggio di Ceferin e del calcio moderno, era trofeo profondamente diverso da quello che conosciamo oggi. Vi partecipavano solo i campioni nazionali, più la vincitrice della precedente edizione, con partite che prevedevano l'eliminazione diretta fin dai primi turni.

L'assenza della squadra campione di Cipro, dovuta ai disordini scoppiati nel Paese, costrinse a modificare leggermente il tabellone, a cui parteciparono trenta campioni nazionali, più l'Inter, qualificata di diritto agli ottavi di finale come detentrice del trofeo. Al Bologna il sorteggio riservò l'Anderlecht, vincitrice del campionato belga: tutt'altro che uno squadrone inarrestabile, che tuttavia riuscì ad eliminare gli emiliani dal torneo.

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Al centro, Ezio Pascutti, ala sinistra del Bologna campione d'Italia. Immagine di pubblico dominio

Dopo aver perso 1-0 la gara d'andata, anche a causa della scarsa forma fisica (il campionato italiano doveva ancora iniziare), gli uomini allenati da Fulvio Bernardini sfiorarono la rimonta al ritorno, giocato un mese dopo, ai primi di ottobre, allo stadio Dall'Ara davanti a quarantamila spettatori. Dopo un primo tempo molto teso, chiuso a reti bianche, l'ala sinistra Pascutti portò i campioni d'Italia in vantaggio e il goal del danese Nielsen, giunto ad un quarto d'ora dalla fine, sembrò indirizzare la qualificazione nel migliore dei modi.

I belgi tuttavia ebbero il merito di non arrendersi, trovando così il punto del definitivo 2-1 ad un solo minuto dal novantesimo. Le regole UEFA dell'epoca non prevedevano il valore "pesante" dei goal segnati in trasferta, né l'epilogo dei calci di rigore, ma direttamente la disputa di uno spareggio, da tenere in campo neutro, in caso di parità.

Si giocò così, una settimana dopo a Barcellona, un insolito per le nostre abitudini terzo match. Il Bologna dominò la gara, divorando con Nielsen, molto meno ispirato di sette giorni prima, un paio di clamorose occasioni. Nei supplementari toccò a Pascutti, che colpì una clamorosa traversa, sfiorare ancora una volta il goal, ma la parità non si schiodò e, per regolamento l'arbitro, lo spagnolo Daniel Zariquiegui, dovette lasciar decidere alla sorte il passaggio del turno.

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A sinistra, l'allenatore del Bologna, Fulvio Bernardini, impartisce istruzioni ai suoi giocatori, Nielsen (al centro) ed Haller.(January 2001). Calcio 2000 (37)., Public domain, via Wikimedia Commons

La monetina da 5 pesetas chiamata a rompere l'equilibrio si incastrò clamorosamente nel fango, al termine del primo lancio, non mostrando così né la faccia "testa", né quella "croce". Era come se il destino volesse sottolineare l'assurdità di una regola che delegava al caso, invece che al gesto sportivo, il destino dei club.

L'arbitro spagnolo fu così costretto a ripetere il gesto ma, come avrete intuito, questa volta la sorte premiò l'Anderlecht. I rimpianti dei campioni d'Italia aumentarono nell'assistere al turno successivo, quando la squadra campione del Belgio dimostrò il suo status tutt'altro che eccezionale, venendo battuta sia all'andata che al ritorno dal Liverpool, per un complessivo 4-0.

La Champions League alla quale probabilmente parteciperà l'attuale versione del Bologna garantirà tuttavia la disputa di almeno otto partite, relative alla prima fase. Al momento del sorteggio, i rossoblù verranno inseriti in quarta fascia, quella occupata dalle squadre con ranking UEFA più basso, dovendo così affrontare sette avversari sulla carta di caratura superiore, ma chissà che la sorte non si ricordi, nel caso ce ne fosse bisogno, che nel capoluogo emiliano hanno ancora un credito da riscuotere.

Statemi bene, alla prossima!

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Ricordo ancora l'anno in cui Baggio giocò nel Bologna (1997).. no so.. per me erano altri tempi... c'erano emozioni.. Io non riesco ad affezionarmi al calcio di oggi. Non dico che negli anni 80 e 90 non contasse il business, ma oggi questo sembra quasi parte fondamentale del gioco del calcio andando a mettere troppi aspetti sportivi in secondo piano.

Stefano sono d'accordo con te al 1000%. Il calcio negli ultimi anni è profondamente cambiato, purtroppo in peggio. I soldi incidono molto di più di prima, ora la differenza tra il solo partecipare ad una competizione ricca come la Champions League o meno può anche fare la differenza tra sopravvivere e fallire e pur di non fallire purtroppo ci si inventa di tutto.
Quest'anno penso si sia toccato il fondo, pure io da calciofilo nato con un pallone nella culla inizio ad essere stanco di certe dinamiche.

Se un esperto dice questo… allora la mia sensazione di come si è evoluto il calcio negli ultimi 15 anni non è così tanto sbagliata.

In questo post ti auguro un buon fine settimana, fa molto freddo, mi piace questa cosa, andrò in cucina a preparare il caffè con tanto, tanto latte, sembro già un vitello ahahahah, ieri ho comprato un'offerta di latte.

Un abbraccio

Caffè e latte è uno dei miei comfort food. Lo faccio spesso la sera, dopo cena, accompagnato con qualche buon biscotto. Buon fine settimana!

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