Iniziata la rivolta contro il VAR - Revolt against VAR begins [Multilanguage]

La notizia non ha fatto molto rumore dalle nostre parti ed è stata riportata dalle varie testate giornalistiche praticamente solo grazie ad un becero copia e incolla, ma quanto emerso dal quotidiano britannico The Times nella giornata di ieri ha le potenzialità di una vera e propria "notizia bomba": la Svezia sarà il primo Paese affiliato all'UEFA a dire definitivamente di no all'utilizzo del VAR.

Dopo averne già fatto saltare la sperimentazione in autunno, diciotto dei trentadue club professionistici svedesi, oltre ad un paio di leghe regionali, in un sondaggio condotto in piena regola dalla federazione scandinava hanno confermato la loro ferma opposizione all'introduzione della tecnologia nel campionato di calcio locale, decretandone così la definitiva messa al bando.

Ogni club in Svezia vede le proprie azioni detenute per la maggioranza delle quote dai tifosi e questi ultimi, consapevoli anche di quanto accade nel resto d'Europa, si sono dimostrati compatti nel respingere l'introduzione del VAR a partire da questa stagione, iniziata alla fine dello scorso mese.

_{Tifosi del Malmö, Reckless182 di Wikipedia in inglese, Public domain, da Wikimedia Commons}

Al contrario di quello che era stato promesso, per gli svedesi sono troppe le interruzioni e le polemiche registrate da quando la revisione dei match ai monitor è stata introdotta e, a fronte di ogni errore macroscopico evitato, la tecnologia ha prodotto molte più storture e situazioni paradossali, come attese infinite per fuorigioco millimetrici (nemmeno certi), contatti giudicati dall'arbitro in campo ma rivisti in senso opposto dal VAR e simulazioni varie di fronte a sbracciate o normali contrasti.

Per il presidente della federazione svedese, Fredrik Reinfeldt, che pure si era dichiarato inizialmente un fiero sostenitore di questa tecnologia, la decisione della maggioranza si pone al di sopra di ogni altro aspetto e pertanto il voto ottenuto nel referendum interno diventerà la linea guida del futuro.

All'UEFA sembra non l'abbiano presa bene, ma secondo gli attuali statuti e nonostante le tendenze dittatoriali più volte mostrate, Ceferin e soci non solo non potranno obbligare il campionato svedese ad adottare controvoglia il sistema VAR, ma nemmeno fare in modo che esso venga usato all'interno delle partite valevoli per le competizioni europee giocate in Svezia.

_{Il presidente dell'UEFA, Alexander Ceferin. Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Leggendo i commenti alla notizia sulle varie testate, la stragrande maggioranza dei tifosi di Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1 ha applaudito alla decisione presa nel Paese scandinavo, augurandosi che anche il proprio campionato di riferimento si possa muovere in tal senso.

Ma un effetto domino è realmente possibile? Davvero tra non molto tempo le partite di calcio torneranno all'antico, risparmiando al pubblico presente a casa e sugli spalti attese interminabili, goal cancellati per un tacchetto della scarpa al di là dell'ultimo difensore e la voglia di esultare almeno fino alla fine del dialogo tra l'arbitro e la sala VAR?

Al momento la cosa appare piuttosto complicata, anche se il prossimo Paese che potrebbe muoversi in tal senso sembrerebbe essere la Norvegia, dove oltre settanta gruppi di tifosi organizzati hanno inscenato l'anno scorso una protesta formale contro l'uso del VAR e la notizia proveniente dai vicini potrebbe spingere verso l'accelerazione del cambiamento.

_{D@LY3D from Qatar, Doha, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Di certo, così come è gestita in questo momento, la tecnologia non ha affatto eliminato le polemiche presenti in precedenza, acuendone anzi in più di una circostanza la portata. Il protocollo in molti casi appare completamente illogico e se anche le telecamere possono tornare utili per evitare errori clamorosi (ad esempio goal simili a quello di Maradona in Argentina-Inghilterra del 1986), occorre non dimenticare che la discrezionalità dell'arbitro e degli assistenti deve tornare al primo posto.

Cancellare goal per fuorigioco di un dito, una ciocca di capelli, il tacchetto di uno scarpino o una parte del gluteo (quest'anno in Serie A abbiamo assistito davvero a tutti questi casi) va contro ogni logica sportiva. Corretto che il sistema segnali ogni posizione dubbia, ma gli arbitri dovrebbero essere richiamati al monitor solo quando il fuorigioco porti all'attaccante un vantaggio evidente e decisivo.

Allo stesso modo ogni decisione su un contatto visto e giudicato dall'arbitro non dovrebbe essere corretto dai colleghi seduti in sala VAR, per l'ovvia percezione diversa tra il campo e le telecamere, dove di solito vengono tutelate le sceneggiate dei simulatori.

Statemi bene, alla prossima!