Lopetegui al Milan? Poteva andare molto peggio... - Lopetegui at AC Milan? It could have been much worse... [Multilanguage]

Avversarie ieri sera all'Allianz Stadium di Torino per la gara della 34^ giornata (di cui parleremo in maniera più approfondita domani), Milan e Juventus sono accomunate in questo periodo non solo per lo scialbo zero a zero passato alla storia col triplice fischio del novantesimo, ma anche per un futuro prossimo che le vede entrambe impegnate in una rifondazione.

Stefano Pioli e Massimiliano Allegri sembrerebbero (il condizionale è sempre d'obbligo nel calcio) infatti giunti al termine delle loro avventure, rispettivamente sulla panchina rossonera e su quella della Signora: troppo deludenti i risultati del primo, soprattutto in Europa; addirittura disastroso il girone di ritorno dell'altro, percorso con una media punti da zona retrocessione e che rischia seriamente di lasciare la Juventus fuori dalla prossima Champions League.

Entrambe le società, stando alle ricostruzioni dei giornali sportivi e non, avrebbero già fatto firmare ai successori delle bozze di precontratto, che se non verranno in qualche modo annullate da eventi imponderabili, porteranno l'anno prossimo l'italo-brasiliano Thiago Motta sulla panchina della Juventus e lo spagnolo Julen Lopetegui su quella meneghina.

_{Sulla destra, Thiago Motta, ai tempi in cui era un giocatore del Paris Saint Germain. Ben Sutherland from Catford, London, UK, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Le analogie tuttavia terminano qui, perché se a Torino la stragrande maggioranza dei tifosi sembra sollevata al solo pensiero della fine di un incubo triennale chiamato Allegri, tanto che probabilmente qualunque nome sarebbe stato accolto con gioia, dalle parti di San Siro, la pancia dei sostenitori rossoneri non ha preso affatto bene la rivelazione del possibile nuovo tecnico.

In un duro comunicato rilasciato dalla Curva Sud, il cuore pulsante del tifo milanista ha sottolineato con forza la mediocrità della stagione appena trascorsa, puntando il dito senza mezzi termini contro la società, che con la scelta del nuovo allenatore non sembra affatto intenzionata a voler invertire la rotta. Tradotto in parole povere, i tifosi del Milan, che nelle ultime settimane avevano fatto la bocca al nome di Antonio Conte come successore di Pioli, non ritengono lo spagnolo all'altezza della situazione.

Lopetegui ha di certo incontrato parecchie difficoltà durante le sue esperienze passate, ed in particolar modo al Real Madrid, dove venne accolto quasi come un corpo estraneo ed esonerato dopo una manciata di giornate, con la squadra a metà classifica. Tuttavia, in altre situazioni meno pressanti da un punto di vista ambientale, vissute con le nazionali giovani spagnole, il Porto o il Siviglia, è riuscito a ben figurare e portare a casa anche prestigiosi trofei internazionali.

_{Il Teddy Stadium di Gerusalemme, sede della finale degli europei under 21 del 2013, vinti dalla Spagna di Lopetegui. Hagai Agmon-Snir حچاي اچمون-سنير חגי אגמון-שניר, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons}

Il modo di giocare delle sue squadre è figlio della filosofia spagnola (in particolar modo basca), imperniata sulla ricerca di un calcio offensivo a tre punte, con particolare attenzione alla vivacità sulle fasce laterali. Affidarsi oggi all'ex guida tecnica, tra le altre, anche della nazionale maggiore spagnola, può rappresentare senz'altro un rischio, ma se fossi un tifoso del Milan non mi porrei in maniera così negativa di fronte all'eventualità del suo ingaggio.

Oggi Lopetegui non è un nome che scalda il cuore più di tanto, ma nella vita di un calciofilo può capitare di molto peggio (riferendosi esclusivamente a faccende sportive, è ovvio), come il ritrovarsi un mediocre del calibro di Massimiliano Allegri, per di più protetto da un contratto milionario che ne impedisce la cacciata, impegnato nella demolizione controllata di quella che un tempo fu la squadra dominatrice della Serie A.

Ai sostenitori del Milan, anch'essi passati dalla "sciagura" Allegri, vorrei ricordare che un conto è non veder vincere la propria squadra, al termine magari di una stagione sfortunata nei momenti chiave o per l'indiscussa superiorità di una rivale, un'altra è essere certi che la stessa partirà a luglio con zero possibilità su cento di portare a casa qualcosa di positivo. E che per di più farà passare la voglia di seguirla, ogni domenica più di quella precedente.

_{Massimiliano Allegri, Kirill Venediktov, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons}

Gli allenatori in grado di incidere in maniera decisiva sul materiale a disposizione e financo di trasformare un gruppo di semi-brocchi in un'armata vincente si contano nel mondo sulle dita di una mano. Ancora di meno sono quelli che, di contro, agiscono come distruttori anche di quel poco di buono che si era costruito fino al loro arrivo.

Lopetegui, come probabilmente tutti gli altri colleghi che troverà nell'eventuale prossima avventura in Serie A, non fa parte di nessuno dei due, ma Allegri, mano nella mano con Mourinho, è il più fulgido esempio del secondo.

Amici rossoneri, quando, dallo stadio o da casa, vedrete lo spagnolo dare direttive ai vostri beniamini, ricordatevi sempre che poteva andare molto peggio.

Statemi bene, alla prossima!