Femminicidio in Italia: una piaga sociale che non si ferma (by @kork75)

in Italy6 months ago
Una piaga sociale che non si ferma
In Italia, l'omicidio è un reato previsto dall'articolo 575 del codice penale, che punisce chiunque cagioni la morte di un altro uomo. L'omicidio è un reato grave, che può essere punito con l'ergastolo o la reclusione da 21 a 30 anni. Il femminicidio, invece, è un concetto più complesso, che non è codificato in legge. Il femminicidio è l'omicidio di una donna in quanto donna. È un atto di violenza misogina, che ha lo scopo di sottomettere e controllare le donne. La differenza principale tra omicidio e femminicidio è quindi la motivazione dell'atto. L'omicidio può essere commesso per una serie di motivi, come la gelosia, la vendetta, o il guadagno. Il femminicidio, invece, è sempre motivato dal genere della vittima. Un altro elemento che distingue il femminicidio dall'omicidio è la dinamica dell'atto. Il femminicidio è spesso preceduto da una serie di atti di violenza, come maltrattamenti, abusi, o stalking. L'omicidio, invece, può essere un atto improvviso, senza alcun preavviso. La violenza sulle donne è un fenomeno globale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro età, cultura, religione o classe sociale. Si tratta di una violazione dei diritti umani e di una forma di discriminazione di genere che mina la dignità, la libertà e la sicurezza delle donne. Tra le manifestazioni più gravi e tragiche della violenza sulle donne c'è il femminicidio, ovvero l'uccisione di una donna per il fatto di essere donna.

Violenza Donne, Scarpe Rosse, SimboloCreative Commons

Il termine femminicidio è stato coniato negli anni '70 dalle femministe latinoamericane per denunciare le uccisioni di donne in contesti di guerra, di dittatura o di criminalità organizzata. Successivamente, il concetto si è esteso a tutte le forme di omicidio di donne motivate da odio, disprezzo, possesso o controllo da parte di uomini. Secondo la definizione dell’ONU, il femminicidio è "l’uccisione intenzionale di donne e ragazze per ragioni di genere, che può avvenire sia all’interno che all’esterno della famiglia, sia in tempo di pace che in tempo di conflitto". Il femmicidio, quindi, non è un semplice omicidio, ma un crimine specifico che ha alla base una cultura patriarcale e maschilista che considera le donne inferiori, subordinate e oggetto di proprietà degli uomini. Le cause del femmicidio sono molteplici e complesse, e non possono essere ricondotte a una sola variabile. Tra i fattori che possono favorire o scatenare la violenza letale contro le donne ci sono: la gelosia, il rifiuto, la separazione, il tradimento, la vendetta, l’onore, la povertà, l’alcol, la droga, la malattia mentale, la frustrazione, l’insicurezza, l’impulsività, l’aggressività, la misoginia, il sessismo, il razzismo, il fondamentalismo, il terrorismo, il narcotraffico, la tratta, la prostituzione, la pornografia, la guerra, il genocidio. Tuttavia, queste cause non sono sufficienti a spiegare il fenomeno, se non si tiene conto del contesto sociale, culturale, politico e giuridico in cui si verifica. Il femmicidio, infatti, è il risultato di una struttura di potere e di dominio che assegna agli uomini il ruolo di soggetti attivi e alle donne quello di oggetti passivi, che legittima e tollera la violenza di genere come normale o inevitabile, che impedisce o ostacola l’accesso delle donne alla giustizia, alla protezione, alla partecipazione, all’istruzione, al lavoro, alla salute, alla cittadinanza. Le conseguenze del femmicidio sono devastanti non solo per le vittime dirette, ma anche per i loro familiari, in particolare i figli, che subiscono un trauma profondo e duraturo, che può compromettere il loro sviluppo psicologico, emotivo, relazionale ed educativo. Inoltre, il femmicidio ha un impatto negativo sull’intera società, in quanto mina i valori della democrazia, della convivenza, della pace, del rispetto, della diversità, della solidarietà, dei diritti umani. Per prevenire e contrastare il femminicidio in Italia è necessario intervenire su più livelli e con diverse strategie, coinvolgendo tutti gli attori sociali: istituzioni, forze dell’ordine, magistratura, media, scuola, associazioni, famiglie, comunità, uomini e donne. Alcune delle azioni possibili sono:

  • Rafforzare il quadro normativo e giuridico per la prevenzione, la repressione e la sanzione della violenza di genere, in linea con le convenzioni internazionali, in particolare la Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dall’Italia nel 2013;
  • Migliorare il sistema di raccolta e analisi dei dati sul fenomeno, per avere una conoscenza più accurata e aggiornata della sua dimensione, delle sue caratteristiche, delle sue tendenze, delle sue cause e delle sue conseguenze;
  • Sostenere e potenziare i servizi e le strutture di accoglienza, ascolto, assistenza, protezione e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, come i centri antiviolenza, le case rifugio, i centri di ascolto, i consultori, i centri di salute mentale, i servizi sociali, i servizi legali, i servizi di mediazione familiare;
  • Promuovere e diffondere una cultura di rispetto, di uguaglianza, di non violenza, di responsabilità, di dialogo, di cooperazione tra i generi, attraverso campagne di sensibilizzazione, di informazione, di educazione, di formazione, rivolte a tutta la popolazione, ma in particolare ai giovani, agli operatori, ai media, ai decisori politici;
  • Coinvolgere e responsabilizzare gli uomini nella lotta alla violenza sulle donne, favorendo la loro partecipazione a iniziative di prevenzione, di sensibilizzazione, di formazione, di sostegno, di testimonianza, di denuncia, di cambiamento culturale e comportamentale.

Quindi, non possiamo restare indifferenti o silenti di fronte a questo dramma, che ci riguarda tutti e tutte come esseri umani e come cittadini e cittadine. Dobbiamo agire insieme, con determinazione e coraggio, per fermare questa violenza, per salvare le vite delle donne, per costruire una società più giusta, più sicura, più libera, più felice. Dobbiamo anche ricordare e onorare le donne che hanno perso la vita per mano di chi avrebbe dovuto amarle e proteggerle, e dare voce e speranza a quelle che ancora subiscono violenza e soprusi.

Sort:  

Sono d'accordo. Non ci deve essere e tutto quanto. Però se ne parla solo quando avviene la cosa, per fare titoloni, notizia. Sono una 50ina in un anno. Siamo tra i paesi col piu basso tasso di femminicidio.
Ma sono anche una 50ina i bambini morti in incidenti stradali. Com'è che nessuno ne parla? I giornalisti non dicono nulla?

Posted using SteemPro Mobile

I giornalisti si preoccupano solo di fare ascolti. L'anno scorso dopo un "fantastico" servizio al TG sulle panchine rosse e le scarpe rosse come simbolo contro il femminicidio, parte un altro servizio su un omicidio, con la giornalista sul pianerottolo di casa dell'unica testimone oculare (donna) che chissà come non voleva aprire la porta per parlare al TG...

Upvoted! Thank you for supporting witness @jswit.

This post has been upvoted by @italygame witness curation trail


If you like our work and want to support us, please consider to approve our witness




CLICK HERE 👇

Come and visit Italy Community



Coin Marketplace

STEEM 0.28
TRX 0.13
JST 0.033
BTC 62623.58
ETH 3021.04
USDT 1.00
SBD 3.72