La sorella di Pandora - Contest

in #ita-contest6 years ago (edited)

La sorella di Pandora

Raccontare la storia di Isadora è davvero impossibile senza parlare di sua sorella Pandora, anzi, la sua gemella, non una sorella semplice.
Non era semplice per più motivi. Anzitutto, la loro nascita era stata sorprendente.
Nel gennaio del 1952, non si conosceva certo il sesso del nascituro, ma talvolta, specie se la madre non era seguita da un ginecologo, si ignorava anche fino all’ultimo se la gravidanza fosse gemellare.
Così, quando Giannina partorì quello che credeva il suo secondo figlio, le cose andarono più o meno così:
“Ecco – gridò Marta, la levatrice- brava Giannina, è una bimba bellissima!”
La partoriente, pur esausta, stava già festeggiando dentro di sé, tanto più che il suo primogenito era un simpatico maschietto di cinque anni, Isacco, e la famiglia sarebbe stata completa. La famosa “coppiola”.
L’ostetrica stava già tagliando il cordone ombelicale, quando la puerpera urlò: “C’è qualcos’altro! Aiuto!” Sul suo grido si sovrappose quello della aiutante di Marta, una ragazza giovane che stava imparando il mestiere.
“Mio Dio, un coniglio!”. A quel punto tutte e tre si misero a urlare, poi la levatrice recuperò la lucidità e, lasciata la bambina alla sua allieva, prese tra le mani quel corpicino informe e grigiastro che la ragazza aveva chiamato coniglio.
Si levò un pianto, meno forte di quello della bimba, ma fu evidente che, pur piccola e color cenere, anche la seconda creatura era una femminuccia del genere umano.
Marta lavò entrambe le gemelle, una pesava quasi quattro chili, era tonica e arzilla. La seconda, invece, era un fagottino di appena due chili, molto meno vivace e un tantino bluastra anche dopo lavata.
“Giannina – disse Marta- non ti ci affezionare, a me sembra un po’ debolina. Se credi, puoi chiamare il pediatra, sentiamo che dice”.
Il professionista, visitate le due gemelle, concluse che entrambe erano sane, la piccina un po’ più gracile, comunque non c’erano patologie. Bastava stare un po’ più attenti a non esporla a sbalzi di temperatura o a contagi.
In realtà, tre mesi dopo, il contagio arrivò direttamente a casa, in quanto il piccolo Isacco si ammalò di pertosse e, mentre Pandora (la bambina più robusta) non fu contagiata, la piccola Isadora prese in pieno la malattia, tanto più grave in quanto lei era così minuscola.
Trascorsero quindici giorni difficilissimi, la piccina fu ricoverata in ospedale, sotto la tenda a ossigeno, sembrava proprio che non ce la facesse.
Poi si riprese- miracolosamente - dicevano le infermiere, e tornò a casa.

Trascorsero gli anni e le gemelle continuavano ad essere molto diverse. Pandora era bionda, con lineamenti morbidi e un nasino alla francese.
Isadora, per contro, era, oltre che più bassa di statura, scura di capelli, tanti e ribelli, olivastra di pelle e con un’espressione perennemente triste, forse accentuata dalla particolare conformazione del suo volto.

Al momento di andare in prima elementare, Giannina decise di separare le bambine, ma, nonostante ciò, Isadora detta Isa continuò ad essere la sorella di Pandora. La quale, oltre che particolarmente carina, era anche popolare, cordiale e diligente. Isa, invece, era poco loquace, magra e riservata. La sua costituzione minuta risaltava ancor di più nei grandi abiti e grembiuli che sua madre le metteva, dato che, per non fare differenze, comprava vestiti della stessa taglia per entrambe le bambine.

Così trascorsero gli anni delle elementari, con Isa sempre silenziosa e Pandora cinguettante. Anche se il fratello maggiore preferiva di gran lunga la pacata Isadora (con la quale riusciva a parlare non solo di cose da bambine), tutto il mondo sembrava non avere occhi che per la gemella bionda.

In famiglia le bambine venivano trattate nello stesso modo, anzi, Giannina metteva un impegno maniacale per evitare qualunque ingiustizia.
Però, a volte il rimedio era peggiore del male, come quando metteva a Isadora abiti di una taglia più grande. O iscriveva entrambe le gemelle a danza classica dove Pandora eccelleva, mentre la gracile Isa non faceva altro che cadere.
Al saggio finale, quando avevano dieci anni, l’intrepida genitrice discusse perfino con l’insegnante, rea di aver dato una parte da solista alla gemella bionda e solo una presenza nel gruppo alla piccola Isa.

Gli anni trascorsero relativamente veloci. Pandora era la reginetta del ballo, nel senso che ad ogni festa della scuola o ricevimento domestico, immediatamente l’attenzione generale si concentrava sulla sua bellezza, sulla grazia dei movimenti e sui modi piacevoli.

I risultati scolastici erano buoni per entrambe, anche se Pandora eccelleva in tutte le materie, mentre Isa era portata in special modo per l’italiano, scriveva temi originali e anche qualche racconto.

Terminato il liceo, Pandora si iscrisse a giurisprudenza e Isadora a lettere.
Ma anche nell’ambiente universitario tutti continuarono ad apprezzare la gemella nata per prima e a considerare Isa semplicemente come “la sorella di Pandora”.
Il fatto incredibile, però, era che, nonostante tutto ciò, le due ragazze erano legatissime, pur nella loro diversità.

A ventitrè anni, appena laureata, Pandora si fidanzò con un avvocato, mentre ad Isa l’amore sembrava non interessare.
Anche lei aveva terminato gli studi, decidendo di rimanere a Roma, la provincia era ormai troppo stretta.

Ora, l’epilogo finale potrebbe essere: Isadora insegna lettere, diventa professoressa, non si sposa. Pandora ha una vita agiata e felice.
Questa seconda parte è vera, la sorella bionda è tuttora sposata con l’avvocato con cui condivide lo studio, hanno due figli e un nipotino.

Ma il destino di Isadora si è manifestato proprio in occasione del matrimonio della sorella. Come ha sempre detto lei, le loro storie erano intrecciate.
Era una splendida sera di luglio del 1977, gli sposi con amici e parenti festeggiavano in un locale dell’Argentario, con musica dal vivo.
Isa era vestita di nero, sembrava ancora più piccola, specie se confrontata con la sposa e col suo abito bianco e vaporoso.
Era molto abbronzata, una donnina nera, le diceva affettuosamente il fratello Isacco . Lui, qualche anno prima, si era laureato in architettura e specializzato in scenografia, per cui frequentava il mondo dello spettacolo tanto che quella sera erano presenti un famoso paroliere e un noto impresario che organizzava concorsi canori e festival cinematografici.

“Ora scritturano la sposa” disse uno degli zii “è talmente bella, assomiglia a Grace Kelly”.

A fine serata, qualcuno degli invitati si esibì in modeste performances canore.
Isacco, temendo sempre che Isa non fosse a suo agio, pungolato dalla madre, insistette perché anche lei si esibisse. In realtà dubitava molto che l’avrebbe fatto.
La donnina nera era in genere tutt’altro che incline a mostrarsi.
Però, quella sera, forse perché aveva bevuto, forse per l’emozione del matrimonio, Isa si avvicinò alla pedana della piccola orchestra e prese il microfono.
Parlò un attimo con i musicisti, poi si girò verso il pubblico: “Alla mia sorellina sposa, stasera dedicherò La vie en rose”.

Dopo un attimo di silenzio (nessuno fiatava), iniziò la musica e, qualche secondo dopo, Isa partì con un’esibizione che non aveva niente ad invidiare ad Edith Piaf.
Una voce potente, calda e intonata, uscì dal sottile corpicino della ragazza :

“Des yeux qui font baisser les miens
Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouches
De l'homme auquel j'appartiens”

E poi, ancor più appassionata e vibrante, continuò :

“Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose…”

per poi ripetere il ritornello in italiano :

"Quando sei vicino a me,
sognando insieme a te,
la vita è tutta rosa ..."

Tutti erano allibiti. Alla fine della canzone scoppiò un applauso fragoroso.

Isadora, incoraggiata da tanto calore, proseguì con altre famosi brani che evidentemente costituivano il suo repertorio segreto, ovvero Goldfinger, Only you e Smoke gets in your eyes.

L’entusiasmo era ormai alle stelle. La sposa, commossa, si sentiva ancora più felice (anche se lei era l’unica a conoscere la segreta passione canora della sorella).

Il famoso paroliere e l’impresario rimasero estasiati e decisero di scritturare subito la ragazza per un tour nelle più famose località, a partire da Viareggio, dove si esibì niente meno che alla Bussola.

La piccola ragazza mora con i voluminosi capelli ribelli e gli occhi profondi e tristi divenne una star, vinse concorsi e vendette milioni di dischi.

E non le mancarono grandi amori, regolarmente paparazzati dalle riviste di gossip.

Ormai da qualche anno, si è ritirata dalle scene e si gode il frutto degli ingenti guadagni che ha saputo amministrare avvedutamente.

Ha una splendida villa a Porto Ercole dove ospita spesso fratelli e nipoti.
Lei figli non ne ha avuti, ma, a cinquant’anni, ha sposato il suo agente e vivono felici, spensierati e danarosi.

Ad ogni riunione di famiglia, ormai è tradizione che Isa canti La vie en rose, praticamente la canzone del destino, quella che ha trasformato la piccola ragazza scura dai folti capelli nella cantante dalla voce inconfondibile, limpida e con un’estensione favolosa.

E mamma Giannina, ormai ultranovantenne, racconta ogni volta di come, alla nascita, Isa sembrasse un coniglio. “E invece, pensate- continua l’anziana signora – era un vero usignuolo!”

FINE

- Questa è la mia partecipazione al contest  di @heidi71, #biografia

Grazie per questa piacevole occasione.

Sort:  

grazie @fulviaperillo, stavo preoccupandomi a non vederti tra i partecipanti!

Non potevo mancare!

infatti :)

Io sono davvero all'antica, ma ogni tanto vedere un lieto fine mi riempie il cuore, anche se è solo una storia, come questa che ha gradevolissimamente e sapientemente raccontato tu, @fulviaperillo, con delicatezza, intensità, passione e dolcezza.
Complimenti per questa tua storia piacevole e di fluente lettura, ottima davvero

grazie, sono contenta di trasmettere delicatezza e dolcezza

@fulviaperillo la regina dei contest creativi non poteva mancare.
Complimenti!

Grazie tantissime

Ero proprio curiosa di leggere il tuo intervento, sicura che sarebbe arrivato!

Una bella storia, mi fa pensare che a volte dobbiamo "soltanto" essere un po' audaci, racimolare il coraggio per fare ciò che amiamo e seguire il cuore e le passioni. Come la nera Isadora, tutti dovremmo raccogliere il nostro coraggio e metterci in gioco.

Isadora sboccia come un bel fiore, smette di essere l'ombra della sorella e assume un'identità propria in quel preciso istante. Questa storia è un bell'augurio, ci incita a sbocciare come quel coniglietto, a mettere a frutto i nostri talenti!

Grazie della condivisione!

Ma che bellezza. Poi se c’è qualcuno che è “curt’ e nir’” e canta è il massimo 😍

Comunque dai Pandora è odiosa 🤣🤣🤣🤣! Molto bello @fulviaperillo complimenti

No, è perfetta. Ma Isadora la batte, perché è talentuosamente imperfetta 🤩

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