Il 14 agosto 2018

in #ita5 years ago (edited)

Quel giorno, nessuno si sarebbe immaginato di dover affrontare una tragedia così grande.
Era una giornata parecchio brutta, pioveva, ed era stata attivata allerta gialla per pericolo di forti piogge e rovesci. Come spesso accade, quando vengono date allerte di questo tipo, la gente tende a prendere sotto gamba il pericolo. Sono partita da casa come tutti i giorni e mi sono diretta al lavoro, prendendo l'autostrada . Lavoro a Genova, in Ikea, a poca distanza dal Ponte Morandi, per tutti Ponte di Brooklyn, non perché sia paragonabile all'originale, ma perché in qualche modo lo ricorda. È un lungo ponte del tratto autostradale Genova-Ventimiglia che collega la Liguria, ma permette alle persone che lo percorrono di dirigersi anche verso Milano o verso Livorno. Insomma, un importantissima via di collegamento per noi liguri, ma anche per chi, attraversa la Liguria per dirigersi altrove. La nostra autostrada può essere paragonata ad una sorta di superstrada o tangenziale, a pagamento, utilizzata per gli spostamenti da e verso Genova, ed il ponte Morandi è sempre stato molto trafficato, e quotidianamente, intasato da lunghissime code, file di Camion e auto.
Il mio ufficio ha delle finestre alte, che mostrano la parte più a ponente del Morandi. Quel giorno, siamo entrati al lavoro, ed abbiamo iniziato le nostre attività, ognuno di noi intanto raccontava e pensava a cosa avrebbe fatto nella giornata successiva, Ferragosto.
Il tempo sarebbe stato bello, e quindi la giornata ideale per andare al mare e festeggiare. Intorno alle 11.20, il cielo si è rabbuiato ed è arrivato un forte temporale, con lampi e tuoni, che nel periodo estivo possono essere assolutamente normali e di tale entità. Con il passare dei minuti è aumentata anche la pioggia tanto che a fatica riuscivano a vedere i capannoni di fronte a noi. Tutto risultava offuscato, compreso il ponte, sparito completamente dalla nostra visuale. Ci sono stati una serie di tuoni e lampi fortissimi un vero e proprio muro di acqua, e forse questa volta l'allerta diramata, aveva il suo perché . In quel momento una collega riceve un messaggio, si alza in piedi gridando "il ponte di Brooklyn è crollato".... Noi ci siamo guardati tutti senza capire, abbiamo alzato lo sguardo e lo abbiamo visto lì, come sempre, con i camion incolonnati e fermi. Si alza e va verso le finestre, guardando verso levante "vi dico che il ponte è crollato, e proprio lì ne manca un pezzo"......Abbiamo iniziato a sentire sirene, polizia, carabinieri..... E dopo poco elicotteri. A quel punto è scoppiato il panico. Abbiamo guardato tutti i telefoni, cercando di capire se potesse essere stato un attentato... Abbiamo chiamato casa per verificare che nessuno fosse in giro in quel momento, e soprattutto che nessuno stesse percorrendo quella strada, sopra o sotto. Sono arrivate le prime immagini, spaventose..... Il ponte era davvero crollato. E c'erano automobili e camion caduti nel fiume sottostante, quindi probabilmente dei morti.
Eravamo sconvolti, un dolore così per un evento drammatico, credo di non averlo mai provato. Abbiamo continuato a lavorare, per quanto si potesse essere lucidi, verificando le notizie che aumentavano di minuto in minuto e cercando di capire quante potessero essere le vite volate via, per l'incuria di qualcuno. Ogni elicottero che passava sulla nostra terra, segnava il ritrovamento di qualcuno, in vita, ma molto più spesso, non più tra noi.
Alle 15.30 il negozio ha deciso di chiudere, ed il nostro parcheggio ha fatto da base logistica, per alcuni giorni, per i soccorsi. Uscita dal lavoro, ho girato lo sguardo verso monte..... Ed ho pianto.... Pianto tantissimo, di dolore.... Una scena che mai mi sarei aspettata di vedere. Il ponte spezzato in due... Una voragine immensa., come quella che avevamo tutti nel cuore.
La zona è stata chiusa per permettere ai soccorsi di allestire i campi e permettere alla macchina organizzativa di funzionare al meglio. Sembrava una zona di guerra, sotto assedio..... Forze dell'ordine e vigili del fuoco ovunque, gruppi di giornalisti... Tutti li a documentare ciò che è accaduto il 14 agosto.
Il giorno di ferragosto, la mia azienda ha deciso di chiudere al pubblico, ma lasciare la struttura aperta ed i bagni accessibili per i soccorritori che lavoravano incessantemente da ore. I giorni successivi sono stati dolorosi..... Fino a che, durante il quinto giorno, non hanno estratto le ultime 4 vittime dalle macerie..... Siamo rimasti tutti in attesa del miracolo, fino alla fine, ma il bilancio purtroppo è stato di 43 persone, volate via...... Li ad un passo da noi.....
E su quel ponte poteva esserci ognuno di noi, quel tratto di autostrada è stato percorso centinaia di volte anche da me, per raggiungere il centro di Genova. È una sensazione inspiegabile....
Questo è il mio racconto, di una giornata, e di quelle successive, vissute con tantissimo dolore.
Episodi del genere sono impossibili da accettare, il cuore, dopo una situazione del genere, si spezza......

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Anche da qui è stato un dolore immenso. Mi hai fatto piangere anche oggi.

Anche noi che come ben sai ormai viviamo lontano da Zena, siamo passati sul "nostro" ponte un mese e mezzo prima. In taxi, provenienti dall'aeroporto e diretti a Quinto, di ritorno da un viaggio in macchina tra Francia e Spagna. Che dolore enorme, oltre alle innumerevoli alluvioni ci è toccata pure questa...

MAI DIMENTICARE!

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