BIM: IFC odi et amosteemCreated with Sketch.

in #ita6 years ago

Ciao a tutti!
Vi ho già introdotto nel post precedente cos’è il formato IFC e a cosa serve.
Approfondiamo l’argomento…

Perché l’IFC è così importante e chi lo richiede?

Ogni software BIM al momento del salvataggio salva nel formato proprietario, che solo chi ha la licenza riesce a collegare all’interno del proprio modello BIM. Questo è un limite enorme per il concetto stesso con cui opera il BIM : cercare di coinvolgere tutte le discipline e gruppi di attori diversi in una progettazione integrata. Il dato è al centro dello scambio informativo, e al centro stesso del processo BIM. Immaginate un attimo lo scenario ad esempio di una partecipazione ad una gara: Gli architetti usano Archicad, gli strutturisti Tekla e gli impiantisti Revit. Questi gruppi hanno già acquisito licenze e formato personale. Come possono lavorare su un modello BIM unitario e comunicare fra loro le informazioni?
Da questa esigenza nasce il formato IFC: bisogna essere in grado di recepire i dati altrui.
C’è anche un altro aspetto, da non sottovalutare: La committenza, che potrebbe non avere nessuno dei software proprietari citati in precedenza, e che ovviamente deve poter leggere il modello BIM.
Altro limite l’aspetto normativo (almeno quello Italiano): Non è possibile richiedere in un bando pubblico un formato proprietario, ma solo formati standard.
Qui il ruolo dell’IFC assume un’importanza centrale nello scambio di dati e nel processo informativo.
Ma fila sempre tutto liscio? A ben guardare, a volte no. Ci sono (come in molte esportazioni da un formato all’altro) errori di traduzione, che però vengono migliorati di anno in anno attraverso la costante ricerca di BuildingSmart.

Quanto sono grandi questi “errori di traduzione”, a cosa sono dovuti e cosa comportano?

Qua posso rispondervi facendo riferimento alla mia esperienza personale. In BIM ci cono diversi metodi per modellare uno stesso oggetto. Il risultato geometrico è identico, quello che cambia sono le informazioni associabili. A volte c’è la necessità di modellare in un modo piuttosto che in un altro per poter “estrarre i dati” o per associare fasi di costruzione diverse.
Facciamo un esempio pratico, vi porto il programma che uso di più, e cioè Revit.
La semplice operazione di “creare un muro con una bucatura”, può essere svolta in n modi:

  • Muro architettonico + una famiglia di vuoto (modello generico) che lo taglia
  • Muro in place + vuoto in place (sempre sconsigliato, se non in casi particolari)
  • Muro architettonico + famiglia di finestra vuota
  • Muro architettonico con profilo modificato (anche questo sconsigliato)
  • Muro da superficie di massa + famiglia di vuoto basato su superficie

… L’elenco potrebbe proseguire, e io volevo fare solo un buco nel muro! Se poi il mio muro appartiene allo stato di fatto e la “bucatura” è il progetto, alcuni dei metodi sopra citati non sono praticabili.
Esportando tutti questi “muri bucati” in IFC, i risultati all’apertura del file potrebbero sorprendervi: La bucatura potrebbe non essere stata tradotta, e trovare il muro pieno!
O ancora: potreste aprire l’IFC di nuovo con un software BIM e non vedere la bucatura, mentre aprendo lo stesso IFC con un altro software BIM la vedreste correttamente.
Questi errori geometrici dipendono dalla tecnica di modellazione utilizzata, che a volte non è “ben tradotta” dal formato durante l’esportazione. Altre volte dipendono dai software che “leggono male” IFC, e se la cosa sia voluta o meno dalle softwarehouse lo lascio decidere a voi…
Per evitare questi errori, consiglio (oltre che assegnare già dal file nativo le classi IFC giuste in cui si intende esportare) di fare sempre delle prove in corso d’opera.
E’ sufficiente esportare dal software nativo in IFC e aprire il nuovo file con il visualizzatore free del software che andrà a leggere il vostro lavoro.

Tutti i maggiori software BIM infatti dispongono di una versione free con il solo scopo di visualizzare il modello BIM. Non potrete salvare né apportare modifiche, ma sono tools utilissimi per poter verificare la correttezza dell’esportazione e della lettura. Volete che ne citi qualcuno? Naviswork freedom, solibri viewer, inventor view, A360 view…
Un errore nello scambio di dati, come quello di non rappresentare una bucatura, può comportare una problematica strutturale (i calcoli risultano non veritieri) o computazionale (non vengono considerati certi costi perché la quantità risulta errata).

Per questo bisognerebbe porre molta cura a come viene esportato il modello BIM in IFC, controllarlo sempre e se si riscontrano problematiche tecnologiche “insormontabili” (cosa che potrebbe capitare!) segnalarlo ai collaboratori e alla committenza.

Al prossimo post!

ifc odi et amo bimdesign.pro.jpg

licenza immagine Creative Common

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