L'Ermafroditismo nei Processi Antichi e Moderni

in #ita5 years ago

"L'Ermafroditismo nei Processi Antichi e Moderni"

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Fin da piccola sono sempre stata affascinata ed attratta dalla mitologia classica e dalle credenze popolari. In particolare tra i miei preferiti ha sempre figurato “Il mito delle metà” tratto dal Simposio di Platone.
In sostanza questo narrava che in un tempo primordiale gli uomini e le donne fossero uniti in un unico essere perfetto, e poi brutalmente divisi da Zeus, e condannati alla perenne ricerca della propria metà, spinti dal desiderio di quell'antica perfezione.

Durante la mia educazione scolastica ho sempre pensato all'ermafroditismo, in termini puramente artistici e letterari; quasi al pari del concetto di androginia.

Il mito di Ermafrodito, infatti esalta le sue sembianze perfette di unione tra i due sessi.
Narra che egli, figlio di Ermes e di Afrodite, rifiutò l'amore della ninfa Salmace, e quest'ultima pregò gli Dei affinché i loro corpi venissero uniti per l'eternità.

Ero consapevole del fatto che esistessero realmente casi di persone nate con entrambi i sessi, ma non avevo mai realmente riflettuto sulla loro condizione sociale, né moderna, né passata.

A passarmi la “patata bollente” è stato Focault, che ha analizzato tre casi storici in cui un ermafrodito è stato processato e condannato.
Fino a qui penserete “essendo un essere umano, perché non avrebbe dovuto essere sottoposto alla legge come tutti gli altri?”, il problema è che Focault parla di processi e condanne sul concetto di “mostro” nella storia.

Il concetto di “mostro” prima del 18° Secolo, e dunque prima dell'avvento della psichiatria e psicanalisi, era considerato tutto ciò che non corrispondesse ad una forma canonica umana, tutto ciò che fosse considerato “contro natura” secondo l'opinione del tempo.
E ciò non stupisce perché persino in diritto romano per essere considerato cittadino romano, alla nascita, bisognava essere “in rebus humanis”, avere cioè le sembianze di un essere umano, in caso contrario il bambino dalle sembianze irregolari veniva ucciso.

Solo successivamente, il mostro diviene “morale”, ovvero colui che attraverso la sua condotta dimostra una irregolarità di pensiero, che può essere una minaccia per la società e dunque per gli altri individui.
Per cui dal 18° secolo, ovvero dopo la caduta dell'Antico Regime e l'instaurazione della società moderna e di stampo capitalistico, per via del concetto nascente di regolamentazione ed omologazione della società, il sistema amministrativo e penale cambia, e con esso anche i crimini.
Qui il sapere giuridico si affianca al sapere medico-scientifico, ed in particolare psichiatrico, per risalire ad una patologia dell'individuo criminale.


analisi sulla figura dell'ermafrodito pt 1 focault.png
(Immagine di mia proprietà)

Su questa premessa, forse trattata in maniera un po' superficiale, posso avviare il discorso sui tre casi prima citati.

Nel 1700 anche la presenza dei due sessi poteva essere materia di giustizia penale, in quanto concepita come mostruosità naturale.

E su questa linea di pensiero, figura il caso del 1599 in cui un ermafrodito è condannato come ermafrodito. L'accusa era basata sul fatto che i due sessi fossero il risultato di rapporti satanici. E dopo essere stato sottoposto ad interrogatorio, l'ermafrodito confessò di aver avuto rapporti con Satana e fu bruciato vivo a Dole.

Secondo Foucault questo sarà l'ultimo caso in cui un ermafrodito verrà condannato per essere ermafrodito.

La giurisprudenza non condannerà più l'ermafrodito per il fatto di avere due sessi; esso continua ad essere considerato un mostro perché confonde i generi, ma la pratica giudiziaria si limiterà obbligarlo a scegliere un genere a cui uniformarsi e a comportarsi secondo le norme sociali che lo regolano.
Solo nel caso di trasgressione di tali norme sarà condannato per sodomia.

Per farci comprendere il passaggio dal mostro naturale al mostro morale, Focault si sofferma su due processi a ermafroditi.

Il primo caso si svolge nel 1601, di cui la protagonista è Marie Lemarcis, la quale registrata come donna inizia di indossare abiti maschili e a comportarsi come un uomo. Cambia il suo nome in quello di Marin Lemarcis e si sposa con una vedova.
Denunciata, viene tradotta presso il tribunale, il quale la condanna, dopo una perizia medica, ad essere impiccata, bruciata, e le sue ceneri disperse al vento. Sua moglie, invece, è condannata ad assistere al supplizio e ad essere fustigata al crocevia della città.
Il caso passa alla corte di Rouen, che procede una seconda perizia medica. Uno dei medici riconosce dopo un esame anatomico per palpazione, che esistono dei segni di virilità e che esiste una confusione dei sessi.
La corte, sulla base della seconda perizia, infine assolve la donna, ma la condanna l'interdizione sessuale, vietando le rapporti sessuali con le donne e con gli uomini.

Per Focault il caso dell'ermafrodito di Rouen è interessante sotto 3 punti di vista.

  1. Vi è un contraddittorio tra due medici, il medico della prima perizia, Riolan (esperto in materia di mostri), ed il medico della seconda perizia, Duval.
    Nella perizia di Duval è possibile trovare “i rudimenti di quella che potremmo chiamare una clinica della sessualità”.
    A differenza del discorso medico del tempo, Duval, per la prima volta, si basa su un'analisi dettagliata della conformazione degli organi sessuali.

  2. Nella perizia è abbozzata una teoria della sessualità. Questo perché nel caso di Rouen si teorizza la necessità di un discorso scientifico sulla sessualità e sull'organizzazione anatomica della sessualità.

  3. L'ermafrodito di Rouen è riconosciuto come un mostro in quanto i suoi organi sessuali sono al tempo stesso femminili e maschili. Introduce all'interno della legge una confusione, perché rompe il quadro dell'ordine naturale dell'ordine giuridico, e “ si tratta di una mostruosità che è sfuggita di fatto alla condanna che un tempo era la regola” . Quindi è una mostruosità giuridico naturale che implica “solo” il divieto di avere relazioni sessuali.

Il secondo caso avviene a Lione nel 1765, la protagonista è Anne Grandjean. Le vicende sono le stesse a quelle del caso precedente, Anne registrata come donna inizia ad indossare abiti da uomo e si trasferisce Lyon sposando una donna dal nome di Francois lambert.

Denunciata, viene giudicata dal tribunale di Lyon che la condanna per aver profanato il sacramento del matrimonio sulla base di una perizia medica con la quale si stabiliva che dovesse essere considerata una donna. La sentenza impugnata davanti al tribunale di Parigi, che l' assolve però gli impone di indossare abiti femminili e di non avere più rapporti con Francois.

Quando si confrontano i due casi, emerge un cambiamento significativo nel modo di concepire la mostruosità: da una concezione giuridico naturale si passa ad una concezione giuridico morale della mostruosità.
Si vede emergere un campo specifico: quello della criminalità mostruosa o della mostruosità che non si realizza nella natura e nel disordine delle specie, ma nel comportamento stesso.
Ermafroditismo nel caso di Lyon è una cattiva conformazione degli organi genitali. La mostruosità è un irregolarità, una deviazione, un'anomalia somatica. Le malformazioni sono pericolose perché occasioni di comportamenti criminali.

Un altro caso storico noto è quello di Herculine Barbin che nel 1868 si suicida a soli trent'anni. Alla nascita le era stato attribuito il sesso femminile, tuttavia presentava un raro caso di pseudoermafroditismo maschile scoperto in età adulta. Un iter giudiziario che culminerà con la riassegnazione del sesso maschile, la spingerà al suicidio.


Sicuramente starete pensando che oggi tutti i problemi (non solo burocratici) di queste povere persone siano stati ridimensionati. In realtà non eccessivamente.

A quanto pare in Germania solo dal 2013 il genere 'intersex' è stato riconosciuto per bambini dal sesso non strettamente classificabile.
Tuttavia ancora oggi non vi è una legislazione che li tuteli, per prevenire che subiscano interventi di riassegnazione di genere alla nascita, e dunque prima che essi abbiano coscienza della propria condizione.
Addirittura in Italia negli anni '70 la riassegnazione veniva decisa in base alla lunghezza dell'organo maschile .
Questo tipo di interventi non solo avvengono su un bambino che ancora non ha la capacità di intendere e volere, senza il suo consenso, ma rischiano anche di causare squilibri fisici e danni psicologici permanenti.

Questa problematica mi ha aperto la mente verso nuove prospettive.
Non ho potuto non prendere a cuore questa situazione, dopotutto siamo nel secolo dell'esplosione dei 'generi' e dei matrimoni civili tra coppie dello stesso sesso.
Sono problematiche che seppur minori, ritengo debbano essere prese con un'importanza più adeguata.
Qui non si parla di una scelta o di una consapevolezza maturata nella crescita, qui si parla di qualcosa che si è fin dalla nascita e che viene privato al bambino.
È una privazione del diritto di scegliere di sé stesso, del suo futuro e del suo corpo.

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