L'importanza dell'equilibrio [Un racconto scientifico]

in #ita6 years ago (edited)

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L'immagine è tratta da wikimedia commons ed è liberamente utlizzabile

Questo racconto oltre che un omaggio al matematico Vito Volterra vuole essere un inno all'intuizione e alla creatività. Due elementi fondamentali non solo nell'Arte e nella Letteratura ma anche nella Scienza e nella Matematica.

Io mi affiso in voi, o numeri,
e voi mi apparite vestiti di belve, nelle loro pellicce,
con la mano appoggiati a querce divelte.
Voi donate l'unione tra il moto serpentiforme
della spina dorsale del cosmo ed il ballo del bilico,
voi permettete di intendere i secoli, come i denti d'un rapido scroscio di risa.
Le mie pupille si sono ora sgranate in maniera fatidica.
Apprendere che cosa sarà l'Io, se è l'unita' il suo dividendo.

Velimir Chlebnikov, I numeri

Ancona, 3 Marzo 1917

I Parte

In Studio

Vito Volterra – eminente matematico anconetano – quella mattina non riusciva a concentrarsi sulle sue carte piene di incomprensibili equazioni. Si alzò dalla sedia e andò verso la finestra, guardò il mare di quella giornata non del tutto invernale ma non ancora primaverile. Si voltò e si diresse verso la libreria dove, a mo' di soprammobile, era in bella vista una piccola Menorah donatagli da suo nonno. La accarezzò come si accarezza la guancia di una persona carissima e uscì dalla stanza.
Scese al piano di sotto e senza entrare in cucina, si diresse verso l'andito: prese dall'attaccapanni il suo cappotto, mise l'elegante cappello grigio e prese il suo bel bastone nero. Decise di andare al porto per respirare un po' l'aria di quel mare che lo aveva visto crescere.

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Una volta arrivato, lo colpì immediatamente l'aria dimessa così diversa dall'animoso brulicare di persone che c'era in tempo di pace. Pochi militari, un paio di Carabinieri che con aria occhiuta squadravano le facce estranee: in tempo di guerra la caccia alla spia era altrettanto importante quanto un vero combattimento al fronte.
Si diresse verso i pochi pescatori che, in una zona appartata del porto, – ormai colonizzato da navi militari che però sembravano quasi fantasma – scaricavano il pesce, sistemavano le reti e pulivano le loro barche.

II Parte

Il Pescatore

"Buongiorno Antonio, al lavoro?"
"Buongiorno Professore, è da tanto che non ci si vede" disse l'anziano pescatore senza alzare la testa dalle reti che – seduto nel suo sgabello – continuava a riassettare.
"Davvero una bella giornata oggi. Un po' freschetta..."
"In mare stanotte era davvero freddo, la primavera tarda quest'anno. Avevo le mani quasi congelate mentre sistemavo quei quattro pesci che sono rimasti impigliati nella rete" l'anziano pescatore si alzò in piedi e andò incontro al Professore:"Scusi Professore se non le stringo la mano ma sono un po' sporche...non vorrei crearle incomodo"
Vito Volterra si avvicinò sorridendo all'uomo e battè la propria mano sulla sua spalla a mo' di saluto: "Non sono buoni tempi per la pesca Antonio? Le cose non vanno bene?"
"E come pretende che vada Professore? Questa guerra è più che una guerra!" disse Antonio battendo il pugno sulla sua mano sinistra come un giudice che batte il suo maglietto una volta comminata la sentenza.
Volterra si levò il suo cappello dalla testa e iniziò a rigirarselo tra le mani:"Non capisco. Cosa c'entra la guerra con la pesca?"
"C'entra, eccome se c'entra. Questa guerra è più di una guerra. Come tutte le guerre ha distrutto famiglie, portato il lutto sull'uscio delle case, ha spezzato giovani vite. Ma questa guerra è molto di più. E' in guerra anche la Natura"
"Non riesco proprio a capirti Antonio. Questa volta non riesco proprio a capirti. Cosa mai può entrarci la guerra con la Natura?"
"C'entra! E' come se la Natura sia irata. Il pesce sull'Adriatico sta sparendo. Eppure siamo in pochi a pescare...." il pescatore si voltò e guardò le barche: "Siamo veramente in pochi ad uscire in mare. I giovani sono tutti al fronte e sono rimasti solo i vecchi. E nonostante questo - nonostante questo - anziché esserci più pesce per tutti peschiamo sempre meno. Il pesce in mare non c'è più. La Natura è irata per la guerra...non c'è armonia in mare. Non c'è armonia....Ma voi siete un Professore, voi avete la testa in mezzo ai vostri libri e ai vostri numeri e queste cose della guerra e della natura non potete capirle....Il vostro lavoro è la matematica, i numeri...queste sono cose di carne e sangue"
Il professore fece un mezzo sorriso, chino lo sguardo verso il basso e si diresse verso il mare, poi si voltò e disse:"Antonio, fare il matematico non è un lavoro. E' una vocazione, come fare il musicista, il poeta....e forse anche il pescatore".

III Parte

Marte e Nettuno

Una volta arrivato alla fine della banchina si guardò i piedi e li spinse fin sull'orlo: la retta immaginaria che andava dalla punta della sua scarpa al punto ultimo della banchina dove si formava un angolo retto di novanta gradi. Faceva quel gioco che chiamava “del baricentro” fin da quando era bambino cercando il perfetto equilibrio del suo corpo che evitasse la conseguente caduta in acqua. Fissò lo sguardo verso l'orizzonte e vide che stava arrivando un temporale: il grigio delle nuvole basse si confondeva con l'azzurro del mare. Ad un certo punto, in mezzo a quel grigio, un fulmine si abbattè nell'acqua. Lo spettacolo della natura era contemporaneamente meraviglioso e sconvolgente.
Gli sembrò quasi di vedere in quel fulmine la lancia di Marte – Dio della Guerra – che colpiva Nettuno – Dio del Mare – facendogli cadere il suo forcone a tre punte.
Una lotta tra i due terribili dei che vedeva in Marte il vincitore e in Nettuno lo sconfitto.

Dopo pochi secondi Vito si svegliò da quello strano torpore ipnotico che l'aveva rapito, si voltò verso il vecchio pescatore che nel frattempo si era rimesso a lavoro.
Iniziò a rigirare tra le mani la sua bombetta grigia scuro e contemporaneamente si diresse, con un mezzo sorriso enigmatico, verso l'uomo.

"Antonio, non è l'Armonia, non è l'Armonia che se n'è andata. Si è rotto un equilibrio. E' per questo che il pesce in mare non c'è più...."
Antonio alzò lo sgurdo dalle sue reti:"Non la capisco professore. Non riesco a comprenderla..."
"Oh non importa Antonio, non importa. Buona giornata...e grazie della chiacchierata."

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L'immagine del quadro "Marte e Nettuno" del Veronese è tratta da wikimedia commons ed è liberamente utilizzabile

Vito Volterra, dopo quella discussione avuta con il pescatore, lavorò per alcuni anni sulla sua intuizione e nel 1926 fece conoscere al mondo il suo meraviglioso modello matematico - universalmente noto come Modello Lotka-Volterra - che spiega come se in un ecosistema dove esistono due popolazioni – le prede e i predatori - si rompe l'equilibrio demografico tra le due specie entrambe rischiavano di estinguersi. Durante la Prima Guerra Mondiale nell'Adriatico i pesci sparirono quasi del tutto a causa di questo. L'assenza di pescatori – quasi tutti chiamati in guerra – portò ad un aumento abnorme della popolazione di piccoli pesci preda, questa abbondanza di cibo attirò in Adriatico grandi popolazioni di pesci predatori che divorarono, così, quasi tutta la popolazione dei piccoli pesci. Lo sterminio di questi fece, a sua volta, quasi estinguere i grandi pesci predatore per assenza di cibo. L'equilibrio spezzato in definitiva fece sparire quasi tutta la popolazione ittica. Questo è il dramma della preda e del predatore (1) o forse, la Vendetta di Nettuno contro l'uomo che si fa rapire da Marte, il sanguinario.

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L'immagine è tratta da wiimedia commons ed è liberamente utilizzabile

(1) Io, piccolo narratore di questa storia posso solo aggiungere, dopo un po' di ricerche, che i gravi rischi causati dalla rottura dell'equilibrio naturale non riguardano solo il mondo degli animali. Con un altrettanto strepitosa intuzione il geniale economista e pittore Richard Goodwin riuscì ad applicare il modello di Lotka-Volterra alla società umana e al suo sistema economico. Equiparò i lavoratori ai piccoli pesci preda e i capitalisti ai grandi pesci predatori riuscendo a dimostrare che la rottura dell'equilibrio economico tra questi due elementi causa gli stessi effetti causati dalla Prima Guerra Mondiale all'ecosistema del Mar Adriatico.

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Bellissimo racconto, ricco di similitudini molto significative, complimenti per la tua narrazione accattivamente e coinvolgente, e ci sarebbe molto da riflettere sulle affermazioni che hai fatto, ma dovrebbero seriamente pensarci anche persone molto più potenti di noi, comuni mortali.
Molto bravo, @giuseppemasala, complimenti

Grazie @mad-runner sei molto gentile :)

Equilibri, fondamentali sempre. Bellissima storia, non conoscevo né il personaggio né la teoria! Grazie per avercelo fatto scoprire :)

grazie a te @stella87s per aver letto e per le belle parole!

Complimenti per la qualità del tuo post, se riuscissi a inserire fonti autorevoli nei tuoi post con i tag ita-scienze o Itastem o nature potresti ricevere bei voti da Steemstem( comunità scientifica mondiale )! Un saluto @giornalista

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