Ritorno a Kasiha, un racconto (a puntate) by @kork75

in #ita5 years ago (edited)

Ritorno a Kasiha

Capitolo Primo

L'uomo giusto

Alla fine degli anni quaranta la Marina Militare Australiana, provata dal conflitto mondiale, si stava riorganizzando e aveva bisogno di uomini di esperienza. All'età di quarantasette anni, solo, senza famiglia e in cerca di un lavoro, John era l’uomo che faceva al caso loro. Il tenente in congedo John Thompson era un ex sommergibilista, eroe di guerra pluridecorato. Un ufficiale coraggioso, determinato e dotato di uno spiccato senso del dovere, o almeno così c’era scritto nel suo libretto matricolare. Prima d’essere militare però, fu anche abile marittimo civile; al suo attivo tanti anni di navigazione e svariate miglia percorse in qualità di secondo ufficiale nella marina mercantile di Sua Maestà.
"L'uomo giusto al momento giusto per la Royal Australian Navy"

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Immagine CC0 creative commons

A causa di una lunga prigionia in un campo di detenzione giapponese, soffriva di una grave crisi post traumatica da stress bellico. Questa patologia fu riportata a verbale nella sua cartella sanitaria e così al suo rientro in patria, seppur accolto con i dovuti onori, accettò il piccolo sussidio ed il conseguente esonero dal servizio attivo. In realtà Jo era un tipo rissoso, alcolizzato e consumatore di cannabis, una testa calda da tenere alla larga; questo purtroppo lo sapevano bene tutte le compagnie di navigazione da Darwin a Melbourne, che puntualmente respingevano ogni sua richiesta d’imbarco. Inoltre, il suo corpo ricoperto da quegli strani segni maori non lo aiutava certo a migliorare la propria immagine. Quella pelle “macchiata” allo stesso modo di quella degli indigeni, gli conferiva un alone di mistero e di pregiudizio.

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Immagine CC0 creative commons

Nel luglio del 1952 anche a lui arrivò, come a tanti suoi vecchi commilitoni, la lettera di convocazione all'ammiragliato di Darwin che lo richiamava in servizio, al quale fu riammesso dopo un breve corso di aggiornamento. Il tenente Thompson venne promosso capitano e fu trasferito dalla base navale di Darwin all'isola di Groote Eylandt. Era stato nominato nuovo comandante dell’Ufficio Locale Marittimo, ma a lui, più che del buon incarico, interessava il sicuro assegno fisso settimanale da dilapidare in qualche bar, affogando i suoi dolori in fondo ad una bottiglia di whisky.

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Immagine CC0 creative commons

“C’è qualcosa di sgradevole nel concetto di ricompensa.”
JOSEPH CONRAD

Capitolo Secondo

Groote Eylandt

Erano trascorsi dieci anni dall'arrivo del comandante Thompson sull'isola. Gli uffici del distaccamento marittimo si trovavano ad Alyangula, un piccolo villaggio sulla costa ovest. Quest’area dell’isola vantava spiagge incontaminate bagnate da acque pure e cristalline: il paradiso dei pescatori delle perle di Groote Eylandt, le più famose di tutti i Mari del Sud. Già dagli inizi degli anni sessanta però, l’economia locale stava rapidamente cambiando. La costruzione di un’importante raffineria aveva sconvolto la vita sociale del piccolo borgo di pescatori, ma non quella di Jo. Gli angusti uffici della Royal Australian Navy erano perennemente chiusi. Appesi alla maniglia, l’immancabile cartello
“CLOSED”

e la solita comunicazione che recitava sempre le medesime parole:

“Per emergenze rivolgersi al Warrant Office Smith a bordo dell’Orient, presso il pontile sul fiume.” Firmato, il comandante Capitano di Corvetta John Thompson.

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Jo invece, lo trovavi al solito tavolo del Fisherman's Bar. Ad Alyangula, anche se non l'avevano mai visto in divisa, sapevano tutti che lui era un ufficiale di marina. L'unica cosa che lo distingueva veramente dai pescatori locali era l'immancabile berretto da baseball della Royal Navy e la camicia di jeans da marinaio. Scorbutico e scontroso da sobrio, iracondo e violento quando ubriaco, era di compagnia solo per il poker del sabato sera e durante la trasmissione delle partite di football australiano. L’unica persona oltre al suo unico collaboratore Smith, che aveva rapporti confidenziali con lui, era Sally, la bella proprietaria dai capelli rossi del Fisherman's Bar.

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Immagine CC0 creative commons

E adesso basta vado fuori sempre se trovo i pantaloni
e vado ad affogare tutti i miei dolori
perche' restare resatare soli fa male anche ai duri
loro non lo dicono ma piangono con i muri buoni pero' quei duri!
loro non lo dicono ma parlano con i muri
forti pero' quei duri!
VASCO ROSSI


Continua...

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Non vedo l'ora di leggere il seguito!

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Prestoconoscerai qualcosa di più di John 😜... Saluti kork75

Bello, intrigante, te l'ho già detto ma mi ripeto, hai una fantasia incredibile... Sono curioso di leggere il seguito!
Bravo cugino bibino! ;)

Grazie! Sono contento che il racconto ha attirato la tua curiosità 😉 Continua a seguirmi, che presto arriveranno altri due capitoli. P.s. Ci saranno novità e Jo odia le novità... chissà che cosa gli farà alzare il suo stanco sedere, dagli sgabelli del Fisherman's Bar❓😁

Storia davvero intrigante, speriamo di avere presto un seguito!

Presto😜un saluto kork75 🤗

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