Il sogno di noi tutti - 5° puntata

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Giunse il martedì successivo, orfano di mio fratello in quanto convalescente mi recai al consueto allenamento serale, quando arrivò il momento della partitella finale il mister si avvicinò a me e provocatoriamente mi disse:

"Dai, fammi vedere come annulli Frogo..."

Fu come buttare una molotov contro un bidone di benzina, incendio immediato, mi francobollai al nostro super-attaccante, un lavoro fin troppo facile, perché non vide letteralmente la palla, qualsiasi tentativo di passaggio a suo favore veniva da me irrimediabilmente bloccato, con grande frustazione del fenomeno, che ad certo punto....

"Ohhh, ma non hai un cazzo da fare questa sera?!?!"

"Gioca e non rompere le palle", fu la mia secca replica.

Entrando nello spogliatoio la tensione era alle stelle, la nostra punta non aveva affatto digerito la mia asfissiante marcatura, ma purtroppo il bello, in tutti i sensi, doveva ancora venire, in quanto il mister mi prese in disparte e tutto contento mi comunicò che la domenica successiva avrei debuttato in campionato come titolare con la maglia numero 2, a patto che ripetessi la stessa prestazione nella partita di giovedì, sempre in annullamento della nostra punta.

"Non mi piace giocare dietro, ho detto quella frase domenica scorsa solo perché Frogo viene troppo osannato, io vorrei giocare più avanti...."

Non mi degnò neanche di una replica, girò i tacchi ed uscì dallo spogliatoio, Frogo mi si parò davanti guardandomi in modo minaccioso, ma prima che potesse fare qualsiasi mossa lo stopper lo bloccò, dicendogli di togliersi dai coglioni e di andare via, sin dalla prima partita questo ragazzo mi aveva adottato, soprattutto nelle prime uscite di allenamento quando ancora non c'era mio fratello.

Giovedì stessa musica, partitella finale con medesimo copione, Frogo inesistente, ma questa volta provò a farmi sentire i tacchetti in un paio di contrasti, la seconda volta il mio parastinco destro assorbì un grosso colpo sulla tibia, mi alzai di scatto dal terreno fangoso portando le mani avanti verso il viso del super-attaccante:

"Facciadimerda che non sei altro, se non tieni la piscia vaffanculo!!!"

"Che cazzo vuoi bamboccio, ti butto giù i denti, testadicazzo che non sei altro, non c'è stasera il tuo caro fratellino a proteggerti, stai molto attento...."

Era vero, la presenza sul campo da gioco o da allenamento del mio protettore number one era garanzia che non mi sarebbe mai successo nulla, rimaneva solo il famoso stopper, che vedendo questa scena non si tirò certo indietro, la sua prestanza fisica era più che sufficiente per sedare quella carogna di Frogo.

"Adesso basta, dai, scavati dal cazzo, non ti ha toccato una volta, ti ha sempre anticipato pulito, e tu diverse volte hai provato a fargli male, in un cazzo di partitella di allenamento, non ti vergogni che sei vecchio???"

Frogo aveva poco più di 30 anni, 33 per la precisione, era una mezza istituzione di quella squadra, in quanto militava per quella formazione da più di 10 anni, segnando più di 130 goals complessivamente, grazie alla disposizione in campo che da diversi anni il mister adottava, modulo di gioco con una punta e palloni in attacco che avevano come finalizzatore principale la figura del coglione cannoniere.....