Infinite vie - 1° puntata

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Giacomo era uno studente-lavoratore come tanti altri, che cullava il piccolo sogno di laurearsi nei 5 anni stabiliti dal suo Corso regolare, evitando di ingrossare le fila degli studenti perditempo che necessitavano di ulteriori anni per raggiungere la tanto agognata laurea.

Era un ragazzo volitivo e determinato, qualche progetto ambizioso da portare avanti, ma rimanendo sempre presente a se stesso, un lavoro part-time nell'azienda di famiglia, senza nessuno sconto, partito fin dall'adolescenza a ricoprire i ruoli più umili ed elementari, cresciuto piano piano di competenze fino a diventare una sorta di capo-reparto, ruolo meritato per indiscutibili doti intellettuali e pratiche.

Perfettamente in pari con il piano di studi, ormai vedeva la linea del traguardo della laurea, 6 esami solamente, di cui solamente uno veramente tosto e preoccupante, frequentava l'ateneo un paio di volte alla settimana, seguendo le lezioni più importanti, aveva sempre fatto così, in quanto la città in cui viveva distava non più di 40 km dalla Facoltà, avanti e indietro da pendolare, senza problemi, sole neve pioggia nebbia, nulla poteva fermare Giacomo dal raggiungere la sua sede degli studi, non aveva mai perso una sola lezione a causa delle condizioni atmosferiche, non c'era manto stradale che non potesse essere percorso dalla sua Alfa 75 sempre perfetta sotto tutti i punti di vista.

Era ancora uno spirito libero, a livello sentimentale, una storia di quelle che lasciano il segno, terminata da un paio d'anni, la consapevolezza di non volersi impegnare in nulla di trascendentale, anche se qualcosa che turbava il suo animo c'era, proprio nella Facoltà che frequentava.....

Il suo nome era Eveline, una ragazza che alimentava le fantasie peccaminose della maggioranza dei maschietti laureandi, una studentessa tutta pepe e spregiudicatezza, capace di calamitare l'attenzione generale in tutti gli ambienti in cui si trovasse, con una prorompente e naturale carica sensuale.

Giacomo non faceva eccezione alla regola, alcune volte si era lasciato andare a commenti molto espliciti al riguardo della ragazza, le solite malelingue avevano riportato queste dicerie alle sue orecchie, facendo passare qualche dispiacere di troppo al ragazzo, che aveva fatto la classica figura barbina.

I rapporti tra i due ragazzi tuttavia non si erano completamente interrotti, anche se Eveline non perdeva certo l'occasione per pungolare Giacomo, come ad esempio quando lo vide parcheggiare per puro caso la 126 di sua madre nei pressi della Facoltà....

"Ah Ah Ah, il contadino che parcheggia la motozappatrice e viene a scaldare il banco universitario!!!"

"Diglielo che è la macchina di tua madre, diglielo..", bisbigliò Franco, il miglior amico di Giacomo, scendendo dalla motozappatrice.

"E che cazzo cambia, capirai, la signorina gira con certe macchine che non muterebbe assolutamente nulla."

Era la prima volta che si erano incrociati al parcheggio principale della cittadina universitaria, in quanto Eveline era solita prendere la corriera dall'altra parte della città, ma quel preciso giorno aveva deciso di fare una passeggiata con le amiche, nell'attesa dell'inizio delle lezioni pomeridiane.

Non aveva affatto torto Giacomo, Eveline era abituata molto bene, Bmw e Mercedes di alta gamma su tutte, senza dimenticare le ammiraglie italiane come di casa Lancia e Maserati, queste erano le vetture dalle quali si era soliti vederla scendere, plurime frequentazioni di personaggi facoltosi, dal portafoglio a fisarmonica, in grado di soddisfare i molteplici capricci che passavano per il contorto cervello della fanciulla, tutte storielline di poco conto.

Continua....