Infinite vie - 2° puntata

Immagine CC0 creative commons

Quell'aria snob che costantemente si dava, quel modo di atteggiarsi incredibilmente arrapante, quella puzza sotto il naso che la rendeva spesso odiosa, Eveline non faceva davvero molto per rendersi simpatica agli occhi degli altri studenti, certo, aveva la sua cerchia di adepti con i quali interagiva a meraviglia (sempre in condizioni di relativa supremazia..), rimaneva il fatto che era insopportabile, anche se irresistibile....

Giacomo si abbandona a fantasticherie erotiche, quando la vedeva allungarsi sul tavolo, formando un perfetto angolo retto, sognava di fare un bel viaggio dentro quel culetto così armonioso, scultureamente fasciato da jeans attillatissimi, oppure voluttuosamente nascosto da soffici gonne, che all'occorrenza avevano generosi spacchi che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione.

"Come ci svuoterei dentro le palle, anche la spina dorsale, finché non camminerei con i gomiti", pensava il ragazzo una delle volte che era intento ad ammirare quel prodigio della natura, Eveline era ben cosciente di questo fatto, del resto mezza università era impegnata in quella contemplazione, a volte i loro sguardi si incrociavano, Giacomo reggeva senza grossi problemi le occhiate di ritorno della ragazza, si era anche fatto un'idea che, sotto sotto, le sue attenzioni non erano del tutto sgradite, ma non c'era mai stato un contatto un po' più approfondito tra i due, anzi, diverse volte c'erano state delle schermaglie verbali, che terminavano sempre con battutona finale di stampo femminile, si riservava l'uscita trionfale.

Giacomo non se la prendeva più di tanto, ci poteva anche stare quell'altezzosità, faceva tranquillamente parte del personaggio, certo, avrebbe preferito una ragazza un po' più tranquilla e docile dal punto di vista caratteriale, ma non sarebbe stata Eveline, non avrebbe avuto quel suo inconfondibile fascino, quella sua travolgente verve in grado di scatenare le più profonde pulsioni sessuali.

In questa ottica erano passati un paio d'anni senza che fosse mai successo nulla di particolare tra i due ragazzi, finché un bel giorno d'inverno, quando la temperatura era prossima allo zero, Giacomo non varcò la soglia della biblioteca universitaria, ogni tanto andava a studiare o ripassare tra una lezione e l'altra.

Camperos artigianali, jeans blu scuro, camicia in flanella scozzese, montone corto naturale come giubbotto, adorava vestirsi nella stagione fredda in stile country, che esaltava particolare il suo fisico asciutto e muscoloso.

Si guardò un attimo in giro, tutti i tavoli erano più o meno occupati, quando un ragazzo gli fece un cenno di saluto, invitandolo a gesti ad accomodarsi, facendogli spazio restringendosi sulla panca.

"Vieni, vieni qua", gli disse sottovoce.

Il tavolo era composto da 2 ragazze e 3 ragazzi, Giacomo accettò l'invito e si sedette nell'angolino libero, la sua dirimpettaia era Eveline....

"Ciao vaccaro contadino, oggi mi sembri davvero un vaccaro, più che un contadino", l'apostrofò la ragazza, sempre molto prodiga di complimenti.

"Non perdi mai la carica, vero?!?!", bisbigliò il ragazzo di rimando.

Si sistemò per bene, tirando fuori un voluminoso libro blu, incominciò a sfogliarlo, ripassando mentalmente alcune parti, quando notò qualcosa di strano, che attirò inevitabilmente la sua attenzione....