Nascita dei post

Diverse volte ho letto articoli sulle varie dinamiche relative alla pubblicazione dei post, specificatamente quelli che trattavano le problematiche riguardanti i discorsi relativi alle difficoltà di pubblicazione quotidiana di post di qualità.

Effettivamente ho avuto un momento di incertezza, soprattutto quando ricercavo costantemente di pubblicare qualcosa che potesse farmi competere degnamente per il Post.it, poi c'è stato un mutamento, una specie di evoluzione, nell'atteggiamento che ho nei confronti dei miei lavori, se così li vogliamo chiamare.

Basta pensare sempre di voler scrivere delle Divine Commedie o dei Promessi Sposi, oltretutto non ho neanche la stoffa e le conoscenze per fare questo, l'ispirazione per i miei post viene sovente dal viver quotidiano, come una sorta di diario, con la trasposizione di quello che mi passa per la testa, cercando di proporre qualcosa che possa essere perlomeno accettabile, dal punto di vista descrittivo e narrativo.

L'idea per il post odierno è venuta inizialmente all'apertura dello scuro di casa, mi trovo davanti un bel muro di nebbia, è normale in questa stagione, in aggiunta abbiamo i campi sul retro della casa, che producono naturalmente umidità, l'ambientazione era decisamente autunnale, pure freddino se vogliamo.

Di solito la nebbia quando si alza nasconde una bella giornata, e tale si è rivelata, poco dopo le 9 il sole incominciava a fare decisamente capolino, ma a causa di un contrattempo sapevo che avrei aperto con un po' di ritardo il negozio.

Quando si hanno degli orari da rispettare, mi secca arrivare in ritardo, soprattutto per il fatto che si debba dare delle specie di giustificazioni a qualcuno che potrebbe aspettare il mio arrivo, cosa che puntualmente si è verificata, quasi che me lo sentissi a fior di pelle....

Solo 10 minuti, per la strada ho volato, ove possibile, 10 maledetti minuti di ritardo, parcheggio la vettura in una via laterale e di gran carriera mi dirigo verso il negozio, una vettura davanti alla mia serranda abbassata, che non significa necessariamente un cliente, in quanto c'è un'altra attività commerciale a fianco.

Invece era un cliente, uno di quegli amiconi, che non perdono occasione per fare i simpatici, persone della peggior specie, in quanto sotto la finta pelle da amicone sono dei veri sciacalli.

"Si dorme la mattina, ehhh?!?!?", parte subito il soggetto, "No, purtroppo un disgraziato imprevisto, mi dispiace del ritardo", faccio subito io, cercando di cambiare discorso e di gettare acqua sul potenziale fuoco, che si poteva sviluppare, visti i precedenti con il tipo.

"Ehh, sì, sì, dicono tutti così, quando si addormentando nel letto, tra l'altro anche un'altra volta sono venuto e il negozio era chiuso, è già la seconda volta che passo".

Di nuovo in fallo, aveva ragione, un giorno ho dovuto accompagnare d'urgenza mio padre in ospedale e mi sono partite un paio d'ore di apertura, sicuramente era passato in quel frangente.

Lo lascio parlare, prima o poi avrebbe smesso, come entriamo mi chiede subito di alcuni modelli di scarpe, che logicamente non ho, essendo di nuovissima collezione.

"Non ho nulla delle scarpe che mi hai chiesto, al limite questi 2 modelli possono essere alternative con un ottimo prezzo, sconto 50%".

"Questi non li vendi neanche a morire, li vuoi rifilare a me, ma per chi mi hai preso?!?!?"

A tutto c'è un limite, erano scarpe che andavano effettivamente bene per lui, mi stava già sulle palle da precedenti trascorsi, per cui sono partito al contrattacco, sulla spinta del *vogliamoci bene ma non facciamoci coglioni".

"Poco male, li vendo a qualcun'altro, non c'è problema, per fortuna che alla fine di questo mese finisce tutto, perché di rotture di palle non ne posso più".

Ho visto il disorientamento momentaneo nei suoi occhi, cercava una reazione alla mia frase, e se ne esce con un....

"Se deve essere un problema sopportare la gente, allora cambia lavoro".

"No, non è un problema sopportare la gente, è difficile, quando si hanno realmente 1.000 problemi, sopportare l'ironia gratuita offensiva e del tutto fuori-luogo di persone che non hanno altro scopo di metterti costantemente in difficoltà, cosa che hai fatto tu negli anni in cui ci conosciamo, se mi ha lasciato 100 euro nel cassetto in tutte le volte che ti ho visto è già tanto, ma non è nemmeno una questione economica, perché le attività esistono anche come luoghi di ritrovo e di accoglienza, ma non ti credere che sia un gran piacere colloquiare con te, soprattutto quando parti per la tangente, come per l'ennesima volta questa mattina".

Stavolta lo avevo proprio demolito, era visibilmente confuso e stupito, mi è passata per un attimo per la testa l'idea che mi fossi spinto troppo oltre ma non è durata più di un paio di secondi, mi sono ritornati in mente tutti i trascorsi con questa persona e ho semplicemente continuato a guardarlo diritto negli occhi, sostenendo lo sguardo.

E' uscito dal negozio senza battere ciglio, sicuramente mi ha mandato minimo a quel paese, commercialmente parlando il mio comportamento non è stato il massimo della vita, ma ogni tanto una soddisfazione lasciatemela cavare!!!

Foto di mia proprietà, scattata con il mio smartphone