Un inaspettato vento gelido - 2° puntata

in #ita5 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons

"Non sono tranquillo, non sono tranquillo perché sinceramente ti vedo giù, molto giù, se ci fosse un pronto soccorso in clinica ti ricovererei stasera stessa, ma del pronto soccorso mi fido fino ad un certo punto, dipende da chi c'è in turno, si potrebbe anche provare ad arrivare a domani mattina, magari avete qualcosa in casa per il dolore (confermi punture di Voltaren), ma la vedo molto provata, facciamo così, mi sembra la soluzione più logica, con calma vi vestite, andate al pronto soccorso, come siete davanti al medico gli chiedi il nome (si rivolge a te), e mi chiami immediatamente, a qualsiasi ora, parlo con lui e gli chiedo 3 esami in croce, solo quei 3 esami, non devono assolutamente prendere iniziative, lei è stata operata da me, voglio fare personalmente tutto quello che serve per risolvere la situazione, quegli esami servono esclusivamente a scongiurare un pericolo grave ed imminente, analisi del sangue, lastra all'addome e ecografia, fine, al resto ci penso io domani mattina in clinica, dove vi aspetto."

Raccogliete le idee, e convenite insieme che è la scelta più logica, l'idea del pronto soccorso non vi piace per niente, ci sono dei cani incompetenti travestiti da medici che fanno più danni della grandine, ne sapete qualcosa per la disavventura in cui siete incorsi alcuni mesi prima, quando non hanno saputo riconoscere una malattia nonostante voi aveste dato precise indicazioni, la capra bianca parlava di gas intestinali, affibbiandovi pure un codice bianco (e 85 euro di ticket), mentre i gas intestinali li aveva lui nel cervello, perché gli era salita la merda nella scatola cranica.

Non più di una mezz'ora e siete al pronto soccorso, un quarto d'ora di attesa e si parte con la misurazione della pressione, elettrocardiogramma e prelievo del sangue, con la loro classica lentezza, vieni tenuto al di fuori della stanza di prima accoglienza, ti girano le palle per le loro procedure, estremamente limitative nei confronti degli accompagnatori, è così, lo sai, ma ti rode lo stesso.

Una decina di minuti e te la riportano, parte una lunga attesa, informate il chirurgo che siete in attesa del medico, lui ti conferma la sua disponibilità totale, a qualsiasi ora lo devi chiamare, ti senti meglio, ti senti protetto, tu e la tua compagna, lo ringrazi e chiudi la comunicazione.

Un paio di ore e finalmente siete dal medico, una signora di una quarantina d'anni, sembra competente, ma qualcosa ti dice che è necessario metterla alla prova, bisogna subito limitarne l'ingerenza, non ti convince fino in fondo il suo modo di fare, ti sembra troppo espansivo, troppo "adesso la ribalto come un calzetto", non può, non deve, niente iniziative, il tuo compitino da soldatino e basta, niente grilli per la testa o voli pindarici, decidi di testarla, di capire chi hai di fronte, facendole una sorta di provocazione.

"Siamo venuti qui in pronto soccorso dopo aver sentito il chirurgo che l'ha operata, solo per scongiurare grossi pericoli, giusto 2 o 3 esami di sicurezza, per poi risentirlo domani."

Come dare fuoco alla benzina, si irrigidisce e replica secca: "Lo decido io cosa c'è da fare."

Bingo, hai capito chi hai di fronte, la devi bloccare subito, questa non sa dove mettere le mani ed inizierebbe tutta una serie di esami che potrebbero essere, oltre che estremamente invasivi (come la gastroscopia), assolutamente inopportuni, non conoscendo la storia della tua compagna, e passi all'attacco.

"Ok, adesso chiamo il medico che l'ha operata, lo chiamo al telefono, così le dice esattamente cosa deve fare."

Pensa che stai scherzando, continuava a scrivere su un foglio, inoltri la chiamata al chirurgo che risponde in un attimo, chiedi il nome alla dottoressa, non ti caga, è nel suo modo, sta già pensando a tutte le diavolerie che deve fare, alzi la voce, ti imponi, e gli intimi di dirle il suo nome, finalmente arriva a denti stretti il cognome.

"Bene Franco (tutti i nomi sono di fantasia), ti passo la dottoressa Pasquinelli, prego dottoressa, il dottore ha urgente bisogno di conferire con lei, prego", e con malcelata soddisfazione la guardi fisso negli occhi, perché ti aveva già frantumato i testicoli.

Cala subito di tono, la prode portatrice di camice bianco, perché ogni volta che provava a divagare, parlando di ulteriori accertamenti, il chirurgo la bloccava, non gradiva direttive, il medico era lei, eri già pronto alle dimissioni istantanee, te lo sentivi dentro che non dovevano muoversi, ad di fuori di quei 3 esami, il rischio di procurare altri pesanti danni alla salute della tua compagna era troppo alto, c'erano altri pronto soccorso nelle vicinanze, non dovevate per forza affogarvi in quello.

Ti riconsegna il cellulare, è visibilmente indispettitita, incomprensibilmente ti fa uscire dalla stanza, per sottoporre alla visita la tua compagna, non ha senso, sono le 23 e 15, è la tua compagna, la conosci come le tue tasche, non ci sono condizioni particolari per pretendere il tuo allontanamento, ma devi fare quello che ti ha chiesto, e riluttante ti accomodi nella saletta di attesa, un altro lungo quarto d'ora di patimento, vorresti sentire anche tu quello che dice la dottoressa, sarebbe un tuo diritto, quattro orecchie e quattr'occhi sentono e vedono meglio di due, ma nulla da fare, la porta si riapre con una Oss che porterà la tua compagna alla visita chirurgica (?!?!?)......

Continua....

Sort:  

Ho concentrato parecchio in questo riassunto, ma anche la settimana quasi intera di vomito della bile è stata durissima, non c'è nessun pompaggio nel racconto, solo la nuda e cruda verità, e alcuni passaggi devono servire d'insegnamento per il futuro, nella malaugurata ipotesi che dovessi risentire dei lamenti strazianti della mia compagna, non rimarrò più fuori della porta, potrebbe anche essere blindata, proverei in ogni caso a sfondarla, ma quello che succederà dopo te lo lascio immaginare.....

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