STORIE di FANTASMI - pt2

in #ita5 years ago

Questo secondo episodio si ricollega al primo, in cui ho raccontato di storie famose e meno famose del mondo dei fantasmi. Vi lascio il link.
Buona lettura!

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CC3 Creative Commons

Il motivo per cui le voci e le leggende si diffondono, spesso, è la diretta conseguenza del fatto che la credenza è profondamente radicata in moltissime persone e nella società.
La vicenda dell'autostoppista fantasma, per esempio, deriva da una storia simile diffusa ai tempi dei nostri nonni:
una misteriosa ragazza si sarebbe recata ad una festa, dice la leggenda, ed avendo freddo, un potenziale corteggiatore molto gentile, le presta un cappotto. Poi l'accompagna a casa, presso un cimitero, e scopre che era morta anni prima, ritrovando il cappotto sulla sua lapide.
Il sociologo francese *Juan-Bruno Renard si è sempre chiesto se fosse l'esperienza alla base di una leggenda o la leggenda, che induce, per suggestione, l'esperienza? Una cosa è sicura: alcune storie sui fantasmi sono rimaste inalterate per 1400 anni. Per esempio, nel II secolo d.C., Plinio il Giovane1 racconta che ad Atene esistesse una casa infestata dai fantasmi e da uno spettro che si aggirava di notte agitando le sue catene. Era un vecchio magro e sporco, con barba e capelli arruffati, che portava ceppi alle caviglie e catene ai polsi. Per capire cosa effettivamente succedesse, un filosofo decise di passare la notte in quel luogo, cercando di superare le paure. Mentre leggeva, sentì dei rumori e vide la figura. Questo gli fece un cenno e lui la seguì nel giardino, dove svanì. Lo studioso raccolse erba e foglie per indicare il luogo esatto dove tale evento si era verificato. Il giorno successivo chiamò sul luogo le autorità perché scavassero e proprio in quel punto trovarono uno scheletro incatenato. Ne seguì un adeguato rito di sepoltura e del fantasma non ve ne fu più traccia.
Un racconto quasi uguale è descritto in un libro in Spagna del 1570 e la storia al suo interno è ambientata a Bologna ed il temerario non è un filosofo, ma uno studente in legge.

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Statua di Plinio il Giovane, sulla facciata del Duomo di Como
CC4 Creative Commons

Sembra che nell'età classica i riti funebri adeguati fossero la principale "richiesta dei fantasmi". Per esempio li chiese il fantasma di Patroclo2, che apparve in sogno Achille. Ai tempi di Omero infatti i fantasmi che lasciavano i guarrieri morti in battaglia, squittivano ed urlavano come pipistrelli per volare nelle inferi dell'Ade, dove trascorrevano per l'eternità come ombre dalle voci cupe. Le loro conversazioni consistevano in piccoli pettegolezzi sui nuovi arrivati, discussioni sulle vicende familiari e prolissi racconti su guerre e battaglie. Erano in sostanza creature passive che, una volta ottenuti i giusti riti di sepoltura, non avrebbero più disturbato i vivi.
I riti comprendevano sacrifici, banchetti e giochi che segnavano il cambiamento di status del defunto. Ed in alcune culture primitive si usava addirittura rompere le ossa dei morti prima di seppellirli, perché in seguito non uscissero e se ne andassero in giro. Gli indios di Hispanola, per essere sicuri di non doversi ritrovare faccia a faccia con un fantasma e doverci parlare, verificano sempre che il loro interlocutore abbia l'ombellico. In epoca greco-romana i riti per inviare i defunti nel regno dei morti proseguivano nel terzo, nel nono e nel trentesimo giorno dei funerali.
A volte però tornavano: questa volta in veste di fantasmi riconoscenti. Nel I secolo a.C. Cicerone scrisse di Simonide3, che si prese la briga di seppellire il corpo di uno sconosciuto. Qualche tempo dopo avrebbe dovuto intraprendere un lungo viaggio, ma il fantasma del corpo seppellito lo avvertì di non partire. Simonide lo ascoltò e con il senno di poi fece bene: la nave sulla quale si sarebbe dovuto imbarcare, affondò. Una versione più antica, ma molto simile, è nel libro apocrifo di Tobia (200a.C.): in epoca Cristiana, fino al MedioEvo, i fantasmi si occuparono sempre più di dare consigli ai vivi e di confermare l'esstenza di Dio e del paradiso. Ma quando la Chiesa Cristiana diffuse la credenza nel Purgatorio, le loro operazioni divennere come assordanti: erano anime lì parcheggiate a causa di "debiti" non pagati, adulèri, figli non riconosciuti, furti, eredità non rispettate... Le apparizzioni ai vivi quindi non erano più per offrire consigli, ma per fare richieste di riparare ai torti da loro fatti in vita. Favorirono così il mercato dele indulgenze, cioè il pagamento al clero in cambio di sconti delle pene in purgatorio. Non era bello rifiutarsi di aiutare un caro estinto.

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"Amleto e il fantasma del padre", di Johann Heinrich Füssli
CC0 Creative Commons

Dopo la riforma di Lutero, che negava l'esistenza di un Purgatorio, fra i protestanti le apparizioni iniziarono ad essere viste come opere del diavolo. Poichè si credevaalla loro parola in quanto defunti, una delle funzioni sociali dei fantasmi (oltre alla risoluzione dei problemi familiari), era l'autoaccusa e la denuncia di assassini. Nel Medioevo ci furono dei giudici che ammisero di aver ricevuto le loro testimonianze. Contro corrente rispetto alla religione anglicana del suo Paese, William Shakespeare utilizzò la figura di un fantasma (il re, padre di Amleto4) non come essere demoniaco, ma come personaggio onesto che denunciava al figlio i suoi assassini. E così i fantasmi tornarono ad essere ben accetti dalla società dei vivi, ma non chiedevano più nulla: si limitavano ad apparire per testimoniare l'esistenza di un aldilà, in risposta ad uno scetticismo diffuso dall'Illuminismo.
Caratteristica che i fantasmi hanno ancora oggi: l'autostoppista fantasma, infatti, è di poche parole. Alla luce dei cambiamenti che i fantasmi hanno avuto, in linea con le trasformazioni in ambito religioso e della società, non sembrano essi essere creature dell'altro mondo, MA DEL NOSTRO!

Bibliografia
1Atenodoro ed il Fantasma
2Il fantasma di Patroclo
3Il mito ciceroniano di Simonide
4Il fantasma del re, Amleto

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Mi rimane una sensazione di fondo, che forse un qualcosa che ci tiene in contatto con l'aldilà possa esistere, un po' come il discorso degli Ufo....

I fantasmi, gli Ufo, i sogni ed i dejavu sono quelle cose che mi hanno sempre affascinato, per il loro alone di mistero che li avvolgeva. Credere non è peccato ed anzi, permette di avere un distacco dalla realtà e dalla materialità che non sempre ga scomodo.
Un saluto Mad!☺️👋

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