Non farmi soffocare.

in #ita5 years ago (edited)

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Selene non capiva cosa le stava accadendo.
Si sentiva soffocare, l' acqua le entrava nella bocca, le toglieva il respiro e il suo corpo scendeva e scendeva.

Come poteva non scendere visto che lei stessa aveva legato una pietra pesante alla sua caviglia?
Voleva affondare.
Affondare se stessa e tutto il suo male.
Si era ispirata alla sua scrittrice preferita, morta suicida ed annegata, aveva deciso che anche lei avrebbe fatto quella fine.
Quando ci aveva pensato l' idea le era parsa molto poetica, adesso le sembrava solo tragica.
Non aveva considerato il dolore così forte, le sensazioni così orribili.
Il dolore era insopportabile, quanto si può stare cercando di respirare sott'acqua senza annegare? Si chiedeva Selene mentre il mare la uccideva...

Non riusciva a liberare la sua caviglia dalla morsa della corda, la pietra scendeva ormai, lei non riusciva a fermarla. Il cuore le batteva a mille e il suo corpo si agitava, facendola scivolare ancora più a fondo.
Lottò e il dolore si impossessò di lei.
Come aveva potuto desiderare di morire?
Non aveva trovato altre soluzioni?
Il problema era che Selene soffriva come non mai.

Chiuse gli occhi, spense i pensieri, era così stanca di se stessa, lei che non era riuscita ad amare mai nessuno, neppure ad amarsi, neppure ad amarsi un poco....

Gli occhi si riaprirono e Selene pensò che ci fosse un inferno, forse allora tutte quelle catastrofi che sentiva in chiesa con sua madre non erano bugie, forse il Signore esisteva e l' aveva punita per il suo gesto estremo.

Attorno a lei il mondo era blu scuro, quasi color notte, però non era un inferno di fuoco e zolfo come gridava il prete dal pulpito, questo era un inferno acqueo.
Fatto da torri simili a ghiaccio e mulinelli d' acqua che giravano vorticosi, con alghe come funi danzanti e stelle di mare e coralli come case e poi c' erano delle strane creature che la fissavano tenendole uno strano oggetto nel naso e una mano palmata sul petto.
Sembravo cercare di rianimarla, con l' oggetto nel naso il respiro era regolare, pareva un fiore con una bolla sulla cima, lei non aveva mai visto niente di simile.
E neppure nessuno di simile a loro..

Erano strani mezzi uomini con branchie e piedi e mani palmati. Creature degli abissi, ma non quelli infernali, quelli marini.
Ad un tratto le tornò in mente delle leggende che narravano i vecchi, di un mondo situato sotto il mare che talvolta si affacciava in superficie , di donne rapite e uomini incantati dalle sirene.
Per lei erano solo leggende ma c' erano molti anziani che giuravano di aver visto creature marine aggirarsi di notte a riva e raccontavano viaggi rocamboleschi di qualche loro vecchio amico nel mondo sotto il mare.

Che dunque non fossero tutte fandonie?

Selene provò ad alzarsi e le creature le si strinsero attorno come in abbraccio, ebbe paura, cosa volevano da lei?
Loro con i loro occhi scuri e profondi come l' abisso nel quale si trovavano.
Non le fecero male, la carezzarono e per un attimo lei si sentì come una bambina tra le dolci braccia della madre.
Serena e calma, amata.

Amata?

Cosa ne sapeva lei dell' amore? Lei che subiva da sua madre maltrattamenti e maledizioni ogni giorno, lei che aveva il corpo pieno di lividi e anche il cuore.
Lei che non sapeva il nome di suo padre, che non conosceva l' affetto di un bacio sulla fronte, lei che era cresciuta in un deserto di amore, cosa ne sapeva ?

Chiuse gli occhi e si abbandonò al tocco delle creature, iniziarono a massaggiarle la schiena, il petto, i capelli, le loro mani emanavano bagliori lucenti, era bellissimo.

Selene non aveva mai provato niente di simile, era come se ogni carezza di quei "mostri" risanasse le sue ferite emotive, una carezza contro l' abbandono, una contro il dolore, una contro la paura..
Se sentiva calma, illuminata, perfetta così come era.

Non il solito grumo di sporco e dolore che lei si figurava addosso ogni giorno e che l' aveva portata a volersi uccidere.

Le creature la circondarono di luce e amore e sentì che risalivano.
Si aggrappò a loro per un attimo, non voleva che quella gioia finisse, ma poi capì, mentre la corrente e le loro mani la riportavano a galla che la sensazione d' amore non se ne sarebbe andata.

Loro le avevano fatto un regalo, le avevano donato la capacità di amarsi.

Quando le loro mani si scostarono da lei, lasciandola galleggiante e umida sulle onde che la trasportavano verso riva, Selene sentì l' amore nel cuore e decise che la vita che le avevano reso non andava sprecata.

Avrebbe raccontato questa storia alle sue future nipoti e loro non le avrebbero creduto.
Però lei ormai lo sapeva, non tutti i mostri marini sono cattivi e toccare l' abisso talvolta serve a riemergere.

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Can’t read the post but this is a incredible shot!
Steem on :)

Hii , i will translate it soon ^^ The shot is on pixabay as i mentioned under the picture, but i agree it's amazing, by the way i follow you, it's the first time i notice your blog, shame on me :P

Un viaggio di andata verso l'abisso con un dolce ritorno.

Ci ho provato, era un tema sul quale davvero non sapevo cosa scrivere :P Gli abissi non sono una ambientazione a me congeniale ^^

secondo me è un'ottima prova. Bello!

Anche secondo me molto bello. Intenso e doloroso all'inizio e poi fiabesco, come metafora di una seconda possibilità. Non tutti ne hanno una. Brava!

Molto bello!

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Wow, stupendo, hai centrato in pieno ambientazione e tema ed hai aggiunto un elemento leggendario. Mi è piaciuto moltissimo questo tuo racconto!

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