Il mondo dell Api : Il caso delle api nude

in #ita5 years ago (edited)

Il mondo dell Api : Il caso delle api nude

Parliamo di “Nudo”? Qualcuno si stupirà, che in questo angolo di Steemit, dedicato al mondo delle Api, si possa parlare di nudo. Ma che ci azzecca, verrebbe da dire. Sembrerà strano ma leggendo queste note, un nesso si potrà ravvisare. Quanto poi l'incipit iniziale, sia attinente alla sostanza di questo post, lascio alla curiosità del lettore formulare il giudizio. Fin dalle origini della nostra civiltà il nudo è stato decantato sotto diversi aspetti con il filtro dei valori del tempo: dall'esaltazione della bellezza e della forma fisica, all'aspetto mitologico, all'anatomia, all'erotismo o alla pornografia. Si è passati dai primi graffiti della preistoria alle rappresentazioni scultorie e pittoriche del mondo classico Greco e Romano per poi subire censura durante il cristianesimo. Soltanto nel XV secolo l'arte antica e l'estetica del nudo, viene riportata in luce ed assunta come modello, fondamentale del nostro Rinascimento, riferita alla proporzione del corpo umano come ordine del mondo, secondo quanto teorizzato da Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa - 20 a.C. Circa) ne “ll De architectura”. Ora, senza addentrarci su ulteriori sviluppi, che il concetto del nudo ha avuto fino alla società contemporanea, ce ne sarebbe da dire ma ciò non rientra nel merito di questo scritto, proporrei di ritornare al mondo classico. Nella cultura classica romana e greca, l'importanza della forma fisica e mentale è formulata nella celebre frase del poeta latino Giovenale, I secolo d.C., “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” - “bisogna chiedere agli dei che la mente sia sana nel corpo sano”. Secondo il poeta latino le cose importanti dell'essere umano sono due, essere in salute nella mente e nel corpo, tutto il resto viene dopo. Il nudo, rappresentato e celebrato in migliaia di celebri statue greche e romane, è la forma che celebra la locuzione latina di cui sopra. A Sparta, nelle celebrazioni annuali in onore di Apollo, le Gimnopedie, si usava praticare le danze e lo sport completamente nudi, uomini e donne, ciò serviva ad esaltare la vicinanza agli dei attraverso la manifestazione della potenza del corpo, della sua energia fisica e mentale. Questa pratica, di esibire il corpo nudo, dalla città guerriera di Sparta si estese in tutta la Grecia e nelle colonie conquistate della Magna Grecia. Ecco, l'idea del bello, della naturalezza, della perfezione, dell'armonia del corpo, ci richiama intimamente al sano e, nella città-stato di Sparta, prevalentemente costituita da guerrieri, l'essere sano, avere il corpo e la mente efficienti, doveva essere prerogativa di ogni spartano, perchè significava rendere forte, efficiente e prosperosa la società, al contrario, chi si dimostrava debole, non idoneo fisicamente, non era utile alla società e quindi, veniva condotto nel bosco sul monte Taigeto e lasciato morire di freddo e di fame (la leggenda ce la racconta così, forse andrebbe confermata). Questa analogia, ed è qui che sta l'attinenza con la breve dissertazione sul nudo, possiamo ritrovarla nella società dell'alveare. In questo caso, parleremo di una malattia, tra le tante, che colpisce le nostre Api, “IL NUDO D'APE”, e come si comportano le api operaie, in presenza di questa patologia, per salvaguardare l'efficienza dell'alveare.

Il mal nero o ape nuda sono usualmente i nomi con cui è chiamata la patologia derivante dal virus CBPV, che colpisce i centri nervosi delle api, rendendole all'aspetto lisce e di colore nero, caratteristiche dovute alla perdita progressiva della peluria addominale e del sottile strato di grasso che ricopre il torace delle api. Gli individui colpiti da questo virus appaio incapaci di nutrirsi, costretti all'alimentazione e dalla classica formazione a K delle ali, indice di un infezione da virrosi.
Come tutti i virus anche la CBPV ha bisogno di un vettore e quale miglior mezzo, se non la varroa per spostarsi da individuo a individuo all'intero dell'alveare e rispettivo apiario? Beh, sicuramente ricorderete il problemino che ho avuto con le care formiche, ebbene da come si evince all'interno della ricerca “Detection of Chronic bee paralysis virus […] in various hosts and possible ways of spread”, anche le formiche che quotidianamente ripuliscono i resti delle esuvie ed opercoli dell'alveare sul fondo dell'arnia, possono essere prese in considerazione come portatori del virus CBPV. La ricerca prende in esame tre arnie che presentano api con le medesime caratteristica visive; api non più in grado di volare ed in evidente stato tremolante, due di esse situate presso un apicoltore locale ed una nella sede di ricerca. Vengono prelevati campioni di api, varroa e due tipologie di formiche la Camponotus Vagus ( comune anche in italia ) e la Formica rossa Rufa.

Dalle analisi di essi, emerge come nelle arnie in presenza di varroa e formiche la carica virale fosse decisamente più alta, la conferma di ciò proviene dal ritrovamento di RNA a senso negativo all'interno dei campioni, filamento indice della replicazione del virus. Un altro aspetto della diffusione di questo virus viene messo in evidenza sempre dal medesimo team di ricercatori, ovvero la diffusione del virus tramite le feci. In questo caso però i campioni presi in esame venivano da ceppi inoculati sperimentalmente da virus ottenuto da api infette e replicati mediante l'utilizzo della reazione a catena della polimerasi. In seguito tramite la tecnica RT-PCR è stato possibile accertare la presenza di esso sia nelle feci che nel torace e capo. In questo modo è stato possibile diagnosticare l'infettività del virus, che anche nei casa in cui veniva inserito tramite inoculazione intratoracica direttamente prelevato dalle feci, risultava portare al manifestarsi dell'infezione. Nella medesima ricerca in oltre, i campioni di api costrette all'interno di gabbie sporche, contenenti escrementi infettati dal virus CBPV hanno riscontrato una virulenza del 100%.
I segni della patologia si manifestano visivamente sulle api adulte, mentre l'infezione può avvenire fin durante lo stato larvale per mezzo della varroa. Lo sviluppo latente e progressivo del virus consente la crescita della larva fino al raggiungimento dello sfarfallamento, e rende molto difficile per gli apicoltori riscontrarne in tempo la presenza. Ciò che rende ancora più difficile la rilevazione di questa patologia è il momento in cui essa va a manifestarsi, come abbiamo precedentemente detto, il dimostrarsi di segni evidenti sul colpo dell'ape avviene in età adulta, ed essendo trasmessa in prevalenza dall'acaro varroa durante la parassitosi, vede il suo apice durante il periodo invernale, periodo in cui gli apicoltori a causa delle basse temperature non possono visitare le famiglie e quindi determinare lo stato di salute delle api.

Il ciclo appare ormai chiaro, le formiche che abitualmente “banchettano” nei resti dei cassettini delle arnie, spostano il virus di famiglia in famiglia, dove la varroa parassitando le api le contagia.

Il comportamento che si osserva all'esterno dell'ernia, sul predellino di ingresso, vede api ormai allo stremo delle forze, alimentate delle stesse compagne che pochi istanti dopo le allontaneranno trascinandole per le ali o dalle zampe al di fuori dell'alveare. Come nella società Spartana anche all'interno dell'alveare, l'individuo che dimostra debolezza, e non è in grado di soddisfare le richieste della società, alimentando il prosperare di essa, “verrà condotto sul predellino d'ingresso”


In questo momento, per via della scarsità di informazioni riguardanti il virus della paralisi cronica, e la difficoltà nel capire se altre patologie come il nosema possano essere causa di un incremento della viralità, non esistono rimedi specifici per questa infezione, a parte le tradizionali prassi di profilassi apistica.

Per quanto riguarda la situazione in Italia vi lascio con una rappresentazione geografica della situazione con rilevazioni effettuate in un periodo che va dal 2012 al 2014.

Trovate la legenda della cartina qui.


Fonti:
Detection of Chronic bee paralysis virus (CBPV) genome and its replicative RNA form in various hosts and possible ways of spread
Spread of Infectious Chronic Bee Paralysis Virus by Honeybee (Apis mellifera L.) Feces
CHRONIC BEE PARALYSIS VIRUS (CBPV)
Stato Sanitario - Virus CBPV - Tendenza 2012-2014

Ringrazio @spaghettiscience per l'accesso ad alcune delle fonti utilizzate.


Foto
Le foto (1, e da 3 a 7) sono di mia proprietà
FOTO NUMERO 2 CBPV.jpg


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Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art


Sort:  

quindi l'ape nuda è priva di energia, malatissima...gli uomini nudi sono carichi di energia e vivissimi!

Interessantissimo! Mi sembra di capire che il primo rimedio è l'igiene dell'arnia.

Grazie @sbarandelli!
Si igiene e trattamenti contro la varroa al primo posto! e per chi segue il regime del biologico come nel mio caso, il tutto è ancora più difficile se non si adotta un profilo di prevenzione!

Hi, @phage93!

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