Il superorganismo
chiamato alveare
Abbiamo già parlato di superorganismo inteso come alveare e di come sia importante mantenere un equilibrio all'interno di esso. I membri portanti della colonia sono sicuramente le bottinatrici, che provvedono alla raccolta del nettare e polline per il fabbisogno della famiglia, e sono proprio esse in questo caso a ricevere i maggiori danni, da parte di sostanze estranee all'organismo ovvero xenobiotiche.
Xenobiotico deriva dall'unione di due parole Greche (ξένος -η -ον "xènos -e -on" = straniero e βίος "bìos" = vita) si va ad intendere quindi ogni sostanza sia di natura sintetica che naturale, estranea appunto all'organismo in questione. Vediamo come anche gli
antibiotici sono considerati xenobiotici in quanto non sono prodotti dall'organismo in questo caso la definizione xenobiotico viene attribuita ad un farmaco ma può essere affiancata anche all’alcool e agli additivi di natura alimentare.
A livello ambientale le sostanze
xenobiotiche risultano essere resistenti alla degradazione, come ad esempio pesticidi, prodotti chimici di natura organica e plastiche.
Sindrome dell'ape che scompare
Negli Stati Uniti assistiamo nel 2007 alla moria di api soprannominata
Colony Collapse Disorder, la quale ha scosso l'opinione pubblica portando numerosi ricercatori a contribuire nello studio delle cause. Si è visto in quegli anni una moria di circa il 50% degli alveari presenti sul territorio degli Stati Uniti. Tra le possibili cause troviamo fattori ambientali come l'inquinamento da pesticidi e la presenza di patogeni microbici come
Nosema apis o il Nosema cremale. In particolare in Nosema cremale come viene dimostrato dalla dr.ssa Autunez, microbiologa dell'Università di Montevideo, va ad intaccare quelle che sono le capacità di produzione di
vitellogenina che risulta essere alla base dell'aspettativa di vita dell'ape, soprattutto durante il periodo autunnale, dove le future nasciture dovranno affrontare il periodo invernale. Ma la maggior parte dei casi di grave spopolamento si è notata proprio in concomitanza delle semine del mais, girasole e di tutte le farinacee che prevedono l'utilizzo di trattamenti sia al momento della semina che durante il ciclo vitale della pianta. Le seminatrici in questo caso svolgono un ruolo chiave, in questo caso parliamo di seminatrici di tipo pneumatico, che con le loro variazioni vanno a polverizzare quella che è la sottile membrana di Nicotinoidi che riveste i semi da frumento.
L'effetto che si è riscontrato sulle api, non è di mortalità immediata ma bensì di un lenta
deriva, in quanto tali prodotti vanno ad intaccare quello è il sistema nervoso causando la perdita dell'orientamento. Anche in provincia di Cuneo sono stata effettuati studi su quello che è l'effetto del
mais conciato e delle colture GM sulla vita delle api. Ne emerge come all'interno di colture GM la caratteristica di resistenza agli insetti sia dovuta al
Bacillus Thurigensis, organismo tossico del suolo presente in natura. Nelle colture Gm il gene
Bacillus Thurigensis produce quelle che sono tossine
Cry sostanze proteiche cristalline tossiche per la maggior parte degli insetti, ma non per le api che riescono a resistere a questa tossina che però da vita a una risposta immunitaria che causa nell'ape la perdita di memoria. In questo modo le api scompaiono.
La Carta di San Michele all'Adige, un appello per la tutela della biodiversità dell'Apis mellifera in italia
La carta di San Michele all'Adige nasce col preciso scopo di imprimere l'espressione della comunità scientifica italiana avendo come base la ricerca e la collaborazione tra apicoltori e ricercatori. Per attuare azioni tecniche come nel campo della biodiversità che dell'apicoltura nelle sue sfaccettature. Per l'appunto questo documento stilato da esponenti del mondo della ricerca, servirà a sottoporre alle amministrazioni politiche l'adeguata protezione faunistica dell'ape Mellifera linnaeus e le sue sottospecie autoctone.
“Non sarà mai che un uomo diventi apicoltore pure amando soverchiamente lo studio.... se egli non sente l'amore la passione verso l'ape”
Pubblicata il 21 Novembre 2017, si occupa di analizzare come, nonostante il cibo delle
apis mellifera occidentali contenga numerosi fitochimici, ossia sostanze naturalmente presenti nelle piante, siano altresì presenti pesticidi come contaminanti dei fiori. È stato dimostrato come alcuni fitochimici presenti in qualunque cibo up-regolino i geni della detossificazione e dell’immunità, mentre molti dei pesticidi usati in agricoltura intensiva abbiano effetto sulla salute delle api fino a livelli vicini alla letalità. Sono stati testati 9 fitochimici presenti ubiquitariamente in nettare, polline o propoli, così come
5 xenobiotici di sintesi che spesso contaminano gli alveari, 2 erbicidi
atrazina e glifosato e tre fungicidi
boscalid, chlorothalonil,e prochloraz.
Le api sono state poste in un terreno con libera possibilità di volare e scegliere tra acqua zuccherata con
xenobiotici o con solo solvente. Tra tutti i
fitochimici, la quercetina è stato quello preferito a tutte e 5 le concentrazioni testate: un’evidenza comprovata sia dalle frequenza che dalle quantità consumate.
Questa preferenza riflette un’associazione dettata da una lunga evoluzione, che prevede il miele delle api associato ai tessuti floreali. Allo stesso modo, i pesticidi hanno suscitato una risposta, infatti le api hanno mostrato una preferenza a specifiche concentrazioni di glifosato e di
chrolothalonil(funghicida). Questa scelta, che di primo impatto può sembrare un paradosso, trova ragione per la frequenza di utilizzo degli stessi pesticidi, come contaminanti degli alveari ed, in ultima analisi, suggerisce come siano un fattore di rischio per la salute delle api maggiore di quanto si ritenesse.
L’ape mellifera è una specie che presenta bottinatrici tarate per l’esigenza di raccolta del cibo in relazione ai bisogni collettivi. Sono infatti le stesse componenti della colonia ad essere incaricate non solo della ricerca di cibo, ma anche delle decisioni su cosa portare indietro all'alveare e cosa no.
Una decisione arbitraria e quindi la capacità discriminativa di queste classi di api all'interno della colonia ha un peso tremendo, essendo le stesse le responsabili per la nutrizione dell’intera popolazione. Rispetto al genoma di altri insetti, quello dell’ape mellifera presenta un numero di recettori gustativi di gran lunga ridotto, con i 10 geni dei recettori del gusto
GRS rappresentanti solo il 13-15% di quelli presenti nel genoma degli altri insetti. Nonostante quindi la capacità limitata di discernimento, dovuto ad un “arsenale” ridotto, le api mellifere si sono dimostrate più che adeguate a sapere riconoscere elementi chimici naturali e di sintesi.
Cos'è la quercetina?
La quercetina, un flavonolo presente in molti mieli, essenzialmente tutto il polline e il propoli in molte parti del mondo, regola anche almeno 12 geni che codificano le monoossigenasi del citocromo P450, tra cui CYP9Q1, CYP9Q2 e CYP9Q3, che detossificano sia tau-fluvalinato che coumaphos14 e migliora la longevità dei lavoratori esposti all'insetticida piretroide β-ciflutrin15. Inoltre, una dieta saccarosio contenente sia quercetina che acido p-cumarico aumentava la longevità delle api esposte alla bifentrina1.
I fitochimici nel nettare e nel pollini possono attrarre sia gli impollinatori che reprimere la visita di altri insetti, comprese le stesse api. Il
chinino, un alcaloide della specie
Cinchona, è tra i repellenti più conosciuti per le api. Allo stesso modo, alcuni composti fenolici presenti nell’acqua zuccherata o nel nettare possono aumentare il rate di visita delle api, mentre altri bloccare l’impollinazione del tutto.
Liu e gli altri ricercatori
Ling-Hsiu Liao, Wen-Yen Wu & May R. Berenbaum, hanno ipotizzato che le api bottinatrici riescano ad ipotizzare la concentrazioni di
fenoli nel polline e cambiare le stesse dinamiche d’impollinazione di conseguenza. Questa scoperta è stata fondamentale: si dimostra come le api abbiano capacità di valutazione della qualità del cibo e degli stessi
fitochimici coinvolti. Oltre al valore nutrizionale, il miele, il prodotto del nettare processato, fornisce fitochimici in grado di promuovere la salute della colonia in diversi modi. Alla "Gherman et al" hanno dimostrato come le “
Nurse Bees” infettate di Nosemia preferiscano consumare miele di girasole, che è quello con attività antimicrobica maggiore rispetto ai quattro miele di scelta. In aggiunta a ciò, la caffeina, un alcaloide trovato nel nettare di specie
rutaceae e rubicaceae può stimolare la memoria delle bottinatrici.
Viste le relazioni tra sostanze xenobiotiche e il superorganismo alveare, questi aspetti portati in evidenza da questo gruppo di ricercatori pongono un punto centrale su quella che può essere la salute del nostro ecosistema. Questi piccoli insetti, appartenenti alla categoria dei pronubi, vede sempre più minata la sua esistenza e con essa la biodiversità. Abbiamo analizzato in parte nell'articolo di @discovery-it #6, quella che è la sottile armonia che regola la vita all'interno dell'alveare, osservando quella che è la "danza delle api", che come avrete ben capito da questo articolo si tramuta in una vera e propria "danza della morte".
Post veramente bellissimo e molto interessante
Grazie mille @spiceboys!!!
Una sola definizione: PERFETTO! Impaginazione perfetta che permette una lettura scorrevole e piacevole, contenuti espressi in modo preciso e diretto, e lasciamelo dire, con l'inserimento della vignetta hai dato un tocco caratteristico al post che solo tu potevi dare ;)
Uno spettacolo poter leggere articoli su questa caratura. Complimenti!
Posted using Partiko Android
Un gran bel post, molto dettagliato e scientificamente illuminante. Bravo!!
:)
This post has been voted on by the SteemSTEM curation team and voting trail in collaboration with @curie.
If you appreciate the work we are doing then consider voting both projects for witness by selecting stem.witness and curie!
For additional information please join us on the SteemSTEM discord and to get to know the rest of the community!
Hi, @phage93!
You just got a 4.45% upvote from SteemPlus!
To get higher upvotes, earn more SteemPlus Points (SPP). On your Steemit wallet, check your SPP balance and click on "How to earn SPP?" to find out all the ways to earn.
If you're not using SteemPlus yet, please check our last posts in here to see the many ways in which SteemPlus can improve your Steem experience on Steemit and Busy.