Treno per RomasteemCreated with Sketch.

in #ita5 years ago (edited)

Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 30 S5-P6-I1 di @spi-storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @tommasobusiello

Tema: Incontro casuale
Ambientazione: Treno

Treno per Roma

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Caschetto nero, occhioni color cioccolato ed un sorriso innocente e felice. Una bambina di 8 o 9 anni che abbraccia un coniglietto rosa e bianco di pelouche mentre, seduta sulle gambe della giovane mamma, stringe la manina ad una donna di mezza età seduta accanto a loro. La donna sembra giocare con la bimba, mentre la guarda con un affettuoso e malinconico sorriso sulle labbra e gli occhi grandi, color cioccolato pieni di triste felicità. Una fotografia ingiallita ed un po’ mossa, dai colori anni ’80 e finita chissà dove, aveva immortalato questo trio sul vagone di un treno, lo stesso treno che Chiara aveva preso tante e tante volte la mattina con la madre per andare da Milano a Roma e poi tornare. Quei viaggi del martedì, per quanto lunghi, si erano impressi come momenti magici e speciali nella sua mente di bambina, perché incontrava sempre Giusy, quella simpatica signora che la riempiva di attenzioni e giocava con lei tutto il tempo, le portava sempre tanti bei regali, la ospitava in casa qualche ora per lasciare il modo alla mamma di fare le sue commissioni, e che infine se ne tornava anche lei a Milano con loro, col treno del pomeriggio, sul quale cenavano coi manicaretti che di solito Giusy preparava per loro tre.

Chiara non ricordava cosa la mamma andasse a fare a Roma, né perché, ad un certo punto, aveva smesso di andarci. Quando si era iscritta alle superiori accompagnare la madre nelle sue gite di andata e ritorno da Milano alla Capitale era diventato pesante e difficile: difficile assentarsi da scuola uno o due martedì al mese, difficile continuare a tenere tutto nascosto a papà, difficile recuperare la stanchezza ed il senso di quella giornata trascorsa sul treno, difficile sopportare le chiacchiere di quella simpatica ma impicciona signora che dopo anni, sempre, puntualmente si sedeva con loro e pretendeva ancora di giocare con lei o di chiederle della sua vita privata quasi come fosse una di famiglia. E poi Chiara sospettava che sua madre andasse a Roma perché aveva una storia con un uomo e non voleva essere complice di questo adulterio, alle spalle del padre camionista che stava spesso fuori a lungo per lavoro. La madre aveva sempre negato tutto, dicendole solo “un giorno capirai”, quando lei chiedeva spiegazioni… ma allora, si chiedeva Chiara, perché tanto mistero e tanti segreti con suo padre?

Ad ogni modo quei tempi erano finiti da un pezzo, lei aveva preso il diploma di ragioneria e si era iscritta in economia aziendale nel capoluogo lombardo. Poi aveva conosciuto un ragazzo di Roma che studiava ingegneria a Milano e si erano innamorati, così che quel giorno, una fredda mattina di un martedì 31 dicembre, Chiara si era ritrovata a prendere di nuovo il treno Milano-Roma come quando era bambina. Dondolando sui talloni appoggiata al trolley mentre aspettava il treno che l’avrebbe portata a casa del suo innamorato, Chiara sorrideva dolcemente, sopraffatta dai ricordi d’infanzia che quel treno aveva suggellato.
Chissà che fine aveva fatto Giusy…

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Salendo in treno cercò, con quel senso di nostalgica sicurezza che ci da ciò che conosciamo bene, i vecchi posti che con la madre occupavano di solito; sistemò il trolley nelle cappelliere sopra la sua testa e si sedette. Quando il treno iniziò a muoversi aveva già aperto un libro, con le cuffie nelle orecchie, per far passare più velocemente quelle tre lunghe ore di viaggio. Dopo un quarto d’ora, però, sentì una voce familiare chiamare tremante il suo nome “Chiara? Chiara…! Chiara, sei tu?” Un’anziana signora si trovava a pochi passi da lei e la guardava con gli occhi pieni di lacrime. Quei grandi occhi marroni che tante volte le avevano sorriso da bambina. “Signora Giusy! Che sorpresa! Come sta?”, esclamò Chiara sorridente, togliendosi gli auricolari e chiudendo il libro. “Bene, bambina mia! Ma vieni qua, fatti abbracciare! Quanto tempo è passato! Sei anni e mezzo, e ti sei fatta una splendida donna!” esclamò attirandola a se la vecchia signora, che manifestava una commozione fuori dal comune e stava mettendo a disagio la ragazza. “La trovo in gran forma, signora cara” rispose Chiara divincolandosi, “vuole accomodarsi qui accanto? Sono giusto i nostri vecchi posti, ricorda?” chiese gentile Chiara, sperando che Giusy rifiutasse l’invito e tornasse al suo posto. “Volentieri, tesoro. Voglio sapere tutto di te! Desideravo tanto incontrarti! Sei bellissima… cosa fai adesso? Come mai vai a Roma?” chiese con sincero interesse la vecchia signora. “Be’ studio economia a Milano e sto andando a trovare il mio ragazzo per passare insieme il Capodanno a Roma. E lei? Viaggia sempre per Milano e poi torna indietro?” Rispose Chiara cercando di spostare le fastidiose attenzioni su un diverso focus. “Esatto, tutti i martedì, come sempre. E dimmi, la tua cara mamma come sta? Quanto vorrei riabbracciarla!”.

Giusy la stava fissando dritta negli occhi, come se volesse leggerle dentro l’anima. L’intensità di quello sguardo pieno di commozione era struggente, e a Chiara venne un groppo in gola senza sapere il perché. “Sta bene, grazie. Non va più a Roma da molto tempo, ormai. Probabilmente aveva un qualche amante, ma la storia è finita anni fa” disse pungente ed un po’ amareggiata Chiara, quasi esprimendo dei pensieri ad alta voce fra sé e sé. Appena pronunciate queste parole, la signora Giusy si rizzò a sedere, come se avesse ricevuto la scossa. “Amante?! Quale amante?”. Chiara si pentì immediatamente di essersi lasciata sfuggire quelle parole, ma ormai la frittata era fatta. “Ma sì, si ricorda le nostre gite del martedì, quelle in cui facevamo andata e ritorno in treno in giornata? Si ricorda che la mamma mi lasciava un paio d’ore insieme a lei? Ecco, sono abbastanza certa che mia madre abbia avuto un amante giù a Roma e che lo incontrasse durante quelle sue “commissioni”, tanto più che ogni cosa è sempre stata un segreto fra me e lei, guai a dire una parola a mio padre! Cos’altro poteva essere, se non per un uomo?”. Chiara vide il viso della signora Giusy rattristarsi, poi rabbuiarsi, pensierosa, finché non le chiese: “E tua madre non ti ha mai detto perché andava a Roma, vero?”. “No,” rispose Chiara, “solo che ha sempre negato di aver avuto un amante, affermando invece che andava solo a sbrigare delle commissioni o a trovare vecchi amici. Ma non importa. E’ una donna adulta, può fare quello che vuole. E poi era bello trascorrere del tempo con lei, signora, sapeva sempre farmi divertire e mi regalava tanti giocattoli, ricordo. Grazie per le premure che ha avuto nei miei confronti quando ero bambina.”.

Gli occhi della signora Giusy si riempirono di lacrime.
“Per anni ho preso questo treno tutti i martedì, sperando di rivederti ancora una volta. Erano solo le fantasie di una povera vecchia, ma non mi rimanevano che quelle. Ti rincontro adesso, una giovane e bellissima donna. Spero mi perdonerai per ciò che sto per fare, ma adesso è ora che tu sappia: Chiara, tua madre non mentiva quando negava di avere un amante. Se lei ti portava con sé in quei viaggi a Roma era solo per farti trascorrere del tempo con me, mia adorata nipotina. Io sono tua nonna, la mamma della tua mamma. Ho litigato con tuo padre quando avevi solo due anni per stupidi motivi, ma lui, che è di indole fin troppo sanguigna ed orgogliosa, non si è mai voluto riavvicinare a me, impedendo a tua madre persino di sentirci. Con lo stratagemma del viaggio in treno ho potuto trascorrere con te almeno qualche ora quando eri bambina, provando a coccolarti come una nonna anche se ero solo “la Signora Giusy”. Poi sei cresciuta, non hai più voluto “accompagnare tua madre a fare commissioni a Roma”. L’ultima volta che la vidi, oltre sei anni fa, trascorremmo il viaggio da sole, io e lei. Non è mai stata una donna molto coraggiosa, e temeva l’ira di suo marito più di ogni altra cosa. Non ha mai litigato con qualcuno, non sa nemmeno come si fa, tua madre. E poi lo amava. No, tesoro mio, nessun amante. Tua madre ha sempre amato tuo padre così tanto da interrompere persino i rapporti con me. Ogni tanto mi chiamava di nascosto, ma non è mai più scesa a Roma da quando non poteva più portarti con sé.

Ecco, adesso sai la verità. Puoi rendere una stupida vecchia la persona più felice del mondo o dirle che non ha più bisogno di prendere il treno di andata e ritorno per Milano ogni martedì, perché non ti ci incontrerà mai più”.

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L'avevo sospettato all'inizio sai che potesse esserci qualche legame tra loro!
Bella storia, bravissima.

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E ci hai visto bene infatti!!!
Grazie per aver letto e commentato.

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