PostIT - n.352

La storia studiata a scuola è da sempre principalmente un resoconto di vicende di guerra: Atene e Sparta, la Grecia e la Persia, i Romani e i Cartaginesi, e chi più ne ha più ne metta. A volte viene da chiedersi se l'imprinting che ci viene dato non sia quello un po' stantio dell'eterno scontro tra civiltà rivali, in cui i grandi uomini sono governanti e condottieri che massacrano e si fanno massacrare in nome del potere e della conquista di nuovi territori, nuovi sudditi, nuove risorse di cui appropriarsi. Ma viene da pensare che, in realtà, non saremmo quello che siamo se non ci fossero stati i mercanti che viaggiavano per il mondo per scambi che oltre che economici erano di cultura e di innovazioni, o gli scienziati che si ponevano domande e cercavano di dare risposte ai grandi misteri, e poi ancora gli artisti, i musicisti, gli scrittori, e tutti gli strati di popolazione che a vario titolo hanno sempre composto la società. E vorremmo che, anche oggi, la storia che si sta facendo, quella che i nostri figli studieranno e che ogni giorno apprendiamo da giornali e telegiornali, non fosse fatta da coloro che sono tuttora convinti che le civiltà sono destinate ad essere in eterno conflitto. Buona lettura.

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