La città dei due mari: La ceramica - (Parte 4)

in #ita6 years ago

Oggi questo bellissimo intinerario ci porta a Grottaglie, terra delle cosi famose ceramiche pugliesi.

Ha della magia quella forma che muta sotto le mani abili del torniante. La terra bagnata si lascia dominare, plasmare, seguendo le movenze di un'antica danza. Sale dal tornio, forgiandosi in forme diverse, sempre e comunque irripetibili, come sono i gesti di un'artista che crea.
Frenato il giro del tornio ecco apparire l'anfora, il vaso, il piatto, forgianti secondo una tradizione antica, che si perde nei secoli. Visti cosi apparire dal nulla, questi "oggetti", autentiche opere d'arte, destano stupore, interesse e fascino. E il gesto creativo si ripete infinitamente nelle antiche botteghe artigiane, scavate secoli fa nella pietra tufacea nell'antica lama di Casal Piccolo a Grottaglie, oggi noto come quartiere delle ceramiche, popolarmente chiamato "Camenn'ri"", sorto ai piedi del castello medievale.

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(Immagine di mia proprietà)

Una tradizione sopravvissuta ai secoli e agli attacchi dei nuovi materiali e delle moderne tecnologie per testimoniare ai nostri giorni la sacralità e il fascino della creazione artigiana, del lavoro manuale.

la produzione artigiana, del resto, affonda le sue radici nell'epoca magnogreca che ebbe il periodo di massima floridezza a partire dal IV secolo a.C.

Oggetti di pregevole fattura, realizzati nei numerosi insediamenti sorti attorno alla capitale Taranto, sono conservati in gran quantità nel Museo Nazione della Magna Grecia (MarTa), emersi con dovizia dagli scavi, il più delle volte occasionali, sul nostro territorio. E anche durante il Medioevo fu attiva la produzione artigiana di terracotte, secondo il parere degli studiosi e le testimonianze storiche giunte fino a noi, sebbene manchino importanti ritrovamenti.

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Di certo tra il 1400 e il 1500 vari centri della nostra provincia conobbero una fioritura dell'artigianato ceramico. I centri di maggiore produzione sono quelli di Laterza e Grottaglie: la prima denotata da una prevalenza degli stilemi di Faenza e da una ceramica più decorativa. La seconda caratterizzata da una copiosa produzione di oggetti d'uso comune e di laterizi esportati in vari Paesi del Mediterraneo. Ma fra i centri produttivi vanno annoverati anche Martina Franca e la stessa Taranto.

Col passare del tempo, però, grazie anche al trasferimento a Grottaglie di abili maestri laertini, alla progressiva trasformazione del mercato e dei tipi di produzione, Grottaglie andò assumendo un ruolo guida nel panorama territoriale, mentre a Laterza la tradizione andò esaurendosi fino a scomparire.

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Fu la lungimiranza dei maestri artigiani del secolo scorso e di alcuni amministratori locali, che oltre un secolo fa si batterono per l'apertura della Scuola d'arte per ceramica avviando anche un rinnovamento stilistico, ad assicurare la continuità di una tradizione produttiva, salvaguardandola dalla diffusione dei metalli prima e della plastica, poi, e dandole una configurazione prettamente artistica.

A Grottaglie sono oltre cinquanta le botteghe e gli studi d'arte disseminati in gran parte lungo lo storico e suggestivo quartiere delle ceramiche, il quale ospita, tra l'altro, due rassegne annuali di un certo interesse: l'Agosto della ceramica e la Mostra del Presepe.

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(Immagine di mia proprietà)

La produzione figulina di Grottaglie può essere suddivisa in due principali filoni. L'arte ""ruagnara"" e l'arte ""faenzara"".

L'arte ""ruagnara"" comprende gli oggetti di uso comune, generalmente ingobbiati, cioè bagnati in argilla cocente, o smaltati con smalti piombiferi. Con arte ""faenzara"" si definisce la ceramica ingobbiata e invetrinata a stagno maggiormente lavorata ad uso più specificatamente decorativa. Tra questi due generi si inserisce l'arte capasonara, che, pur appartenendo al primo filone, se ne distacca per la difficoltà della lavorazione, con cui si definisce in particolare la specializzazione consistente nella creazione dei grandi otri, destinati soprattutto alla conservazione del vino, detti appunto ""capasuni"".

Varia e cuoriosissima la terminologia dialettale delle tipologie di oggetti più diffusi. Si va dal ""srulu"" (un tipo di brocca) al ""cutrubbu" (specie di ampolla per l'olio), dal "limmu" (grande recipiente per usi domestici) alla "crasta" (generalmente inteso come vaso da fiori).

Finisce anche stanotte, con un occhio mezzo chiuso, questo intrigante viaggio nella Taranto e provincia. A breve ho voglia di parlarvi delle città vicine, la rimanente parte del famoso stivale italiano, come Bari, Lecce, Brindisi e foggia. La puglia è molto ricca anche in cibo e mi soffermerò a raccontarvi un pò di cose.
Un altro mio hobby è la cucina, ho frequentato per un anno un corso diventando quasi chef, dico quasi perché purtroppo non ho potuto continuare il successivo anno, poiché tornai in Italia, ma ebbi comunque l'attestato e appresi molte informazioni che aiutarono il mio repertorio di ricette. Ovviamente anche io feci "leccare i baffi" a molti inglesi con i nostri piatti tipici.

Spero questa lettura sia di vostro gradimento al più presto da steem.dollar.

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Sono stato a Grottaglie diverse volte.. ho visitato anche il castello, con tutte le ceramiche in esso custodite. Bel post ;-)

Si molto caratteristico dalle nostre parti specialmente Grottaglie è molto conosciuta per le ceramiche.

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