La città dei due mari: Quanti erano e come vivevano – (parte 9)

in #ita6 years ago

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(Immagine di mia proprietà, Taranto, veduta dall'alto del seno di ponente di Mar Piccolo).

Non é, in vero, cosa facile un’analisi delle principali poste della contabilità economica della città di Taranto all'atto della Unificazione italiana, stante la carenza di dati e, d’altro canto, tutti gli studi storiografici e statistici effettuati in tale periodo, aggregando in senso unitario le varie componenti regionali, non offrendo un concreto aiuto, in quanto anch'essi risentono della limitata disponibilità di materiale statistico a livello comunale e disaggregato.

Per costruire un sistema di conti coerenti, tali da poter rappresentare la realtà sociale ed economica di quei giorni, ho, pertanto, utilizzato degli indicatori indiretti che, pur rappresentando una misura di larga massima, consentono una interpretazione abbastanza significativa delle poste riguardanti: le risorse e gli impieghi delle disponibilità di beni e servizi; il reddito e la spesa; la formazione del capitale e le relative fonti di finanziamento; le transazioni con l’estero.

I criteri metodologici adottati rispecchiano, per grandi linee, quelli impiegati oggi in sede di compilazione dei conti economici provinciali e, pur condizionati dalla mancanza di misure dirette, evidenziano risultati che trovano riscontro, comunque, nei resoconti lasciati dagli scrittori di cose locali, a proposito della qualità della vita dei tarantini.

Poiché il processo di formazione e di distribuzione del reddito é legato ai fenomeni demografici e occupazionali, il primo obbiettivo della mia ricerca é stato quello di rilevare lo stato della popolazione e delle forze di lavoro, all'atto del processo di Unificazione nazionale.
Ho, quindi, disaggregato, con riferimento ai rami e alle classi di attività, i dati regionali disponibili, rivenienti dai censimenti demografici, industriali e commerciali eseguiti nel 1861, dai quali risulta che la popolazione residente é costituita da 28.165 abitanti. Essa rappresenta lo 0,11% del totale del Regno d’Italia (25.017.000 ab.) prim’ancora delle annessioni del Veneto e del Lazio del 1871 e della liberazione delle terre irredente, realizzate con la terza guerra d’indipendenza. Rappresenta, altresí, il 2,14% della popolazione pugliese e lo 0,31% di quella del cessato Regno delle Due Sicilie.

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Essa é cosi costituita per:

condizione professionale:
Attivi n^ 16.617 ab. (59%)
Inattivi n^ 11.548 ab. (41%)

Sesso:
Maschi n^ 13.801 ab. (49%)
Femmine n^ 14.364 ab. (51%)

Classi d’etá:
0 – 4 n^ 4.084 ab. (14,5%)
5 – 14 n^ 5.830 ab. (20,7%)
15 – 65 n^ 17.181 ab. (61%)
Oltre 65 n^ 1.070 ab. (3,8%)

Settore economico:
Agricoltura e pesca n^ 9.971 ab. (60%)
Industria n^ 4.320 ab. (26%)
Altri settori n^ 2.326 ab. (14%)

Gli inattivi per classi di età sono 7.275 da 0 a 9 anni (63%) e 4.237 da 10 e più anni (37%).

Posizione della professione:
Imprenditori (agricoli, industriali e commerciali) n^ 997 (6%)
Agricoli n^ 4.153 (25%)
Gente di mare (marinai e pescatori) n^ 3.490 (21%)
Artigiani n^ 3.490 (21%)
Addetti al commercio n^ 665 (4%)
Professioni liberali e affini n^ 665 (4%)
Addetti ai trasporti n^ 831 (5%)
Edili n^ 465 (2,8%)
Religiosi n^ 698 (4,2%)
Operai non qualificati n^ 498 (3%)
Diversi n^ 665 (4%)

Grado d’istruzione:
Laurea n^ 141 (0,5%)
Diploma scuola secondaria n^ 423 (1,5%)
Licenza elementare n^ 7.763 (26,5%)
Analfabeti n^ 19.434 (69%)

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Per valutare il movimento naturale della popolazione sono stati, infine, presi come riferimento i saldi attivi dell’arco di tempo tra il 1861 e il 1863, durante il quale la stessa è passata da 28.165 a 28.432 abitanti, accrescendosi dello 0,45% all'anno. Detto saggio di sviluppo è inferiore a quello nazionale che, a sua volta, è dello 0,75%.
Esiste, comunque, un’alta mortalità infantile: ogni 1.000 abitanti, ne nascono vivi 43,2 e morti 33,4 con un eccedenza di 9,8 unità.
Dal punto di vista sanitario le malattie che affliggono la comunità sono, soprattutto, tubercolosi (6,1%), febbre tifoidea o paratifoide (9,3%), malaria (11,1%), tumori maligni (3,9%), gotta (10,3%), alcolismo (3,3%), sistema circolatorio (4,8%), polmonite (7,2%), corrosi epatica (6,8%), complicazioni delle gravidanze (5,5%) e sifiliade (5%).

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Per quanto riguarda la distribuzione settoriale dell’occupazione le forze di lavoro, alla data del censimento, sono prevalentemente impiegate nell'agricoltura e nella pesca mentre, nel “secondario”, la maggior parte delle attività di natura industriale è esercitata da piccole aziende, da un multiforme artigianato e, molto spesso, da lavoranti a domicilio. Esse produco per gli immediati consumi di un ristretto raggio territoriale e, quindi, inficiate da una definizione non certo comparabile con quella odierna. E non diversamente sono concepiti gli addetti al “terziario”, rappresentati da commercio ambulante e, per i trasporti, da barocciai, carrettieri, vetturini, caricatori e scaricatori.
Le “ditte”, oltre ad un’ossatura trasformatrice, rivolta alla soddisfazione dei consumi primari, sono, insomma, allo stadio di produzione domestica o artigianale, mentre gli scambi, eccezion fatta per alcuni prodotti agro-alimentari, sono di segno negativo.
Un elemento certo, che si rileva dalla lettura delle fonti storiografiche e annalistiche, è dato dalla infelice condizione in cui si trova la popolazione inserrata in uno spazio assolutamente insufficiente ai bisogni.

Finisce qui la mia ricerca sulla popolazione tarantina al prossimo appuntamento.
un abbraccio da steem.dollar.

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