Mio nonno. Sua Santità.

in #ita5 years ago



Mio nonno. Sua Santità.
Me lo ricordo bene mio nonno. In particolar modo ci passavo tempo quando si ritirò per sua decisione in una casa di riposo o meglio in una spa per anziani, perché in fondo di quello si trattava. Mio nonno era un professionista e quindi alla fine decise di ritirarsi in un luogo in cui poteva darsi completamente alle sue passioni senza alcun pensiero. Girava il 70% della sua pensione alla struttura ed aveva accesso a tutti I servizi da grand hotel 5 stelle superior. C’è da dire che il 70% della sua pensione erano 7000 € quindi potete ben capire cosa avesse a disposizione.
Io ci andavo spesso, dicevo, poiché c’erano tanti spazi anche per I nipotini ed io avevo anche fatto amicizia con altri ragazzini. Beh, dopo ho capito che fungeva anche da parcheggio per bambini e ragazzini con la scusa di stare con I nonni.

cards-1755797_1280.jpgImage CC0 Creative Commons – Pixabay

Mio nonno. Sua Santità.
Era un posto elegante e anche le persone erano stimate e di ceto elevato. La cultura la faceva da padrona. Ma come in tutte le cose della vita, esistono le anomalie. Quelle cose che modificano gli orizzonti rendendoli speciali e diversi da linee rette ed indefinite.
Tra il golf, c’era un campo da 18 buche, il tennis, la piscina e tutte le migliaia di attività possibili, mio nonno ne amava una ed una sola. Il tressette!!

Allora appresi l’arte del tressette. Non un semplice gioco di carte, ma una filosofia, nella quale le relazioni sono sovvertite, il due ed il tre comandano su tutto e tutti anche sulle nobili figure, il re, il cavaliere, la regina, tutte sotto scacco al tre. E pure il podio rovesciato in cui il tre vale più del due che a sua volta vince sull’asso. Un gioco capovolto in cui l’eleganza non esiste, ma esiste l’istinto del più debole che diventa padrone.




Mio nonno. Sua Santità, appunto.
Me la ricordo la sala del tressette, era posta in disparte ed aveva una grande porta, alta e spessa. Quando mio nonno entrava con i suoi amici per le consuete partite pomeridiane, era come se venissero ingoiati nel nulla. Non si sentiva nulla, tutto veniva ingoiato dalle spesse mura. Ma le partite erano concitate, lo sapevo perché una volta avevo origliato e avevo visto l’agitazione di gesti veloci e sbraitanti.
Quando il nonno usciva dalla stanza, che avesse vinto o avesse perso, veniva riverito da tutti. Sua Santità, dicevano con somma devozione, ed io, francamente non capivo. Il nonno era si una brava persona, ma santità mi sembrava eccessivo.
Una volta mi decisi ad entrare, ero curioso di capire l’origine della santità del nonno.
Era un martedì di luglio e poco prima della consueta partita, mi infilai nella sala ancora e mi nascosi dietro una tenda.
Pochi minuti dopo entrarono. Si sedettero al tavolo. Erano i soliti quattro.
La prima partita iniziò col nonno che smazzava. Qualche commento sulle giocate, niente di animato, tutto sembrava sereno. Era la quiete prima della tempesta. Beh sapevo che ci si trasforma al volante, ma non sapevo che al tavolo da gioco anche gli angeli andavano dritti all’inferno. I quattro entrarono in un crescendo di scambi di invettive e parole indicibili fino ad arrivare all’inimmaginabile. Fuochi artificiali di Santi e Madonne che venivano scaraventati con violenza giù dal paradiso e l’autore di tutto ciò era proprio il nonno. Devo confessare che prima di allora manco sapevo che Acario e Pantaleone fossero dei santi e di quante madonne popolassero le chiese di questa terra. Un atlante geografico di bestemmie insindacabili disegnato dalla voce incazzata del nonno. Quasi credevo che sbagliassero di proposito le giocate per far iniziare l’escalation del nonno, o meglio di sua santità.




Mio nonno. Sua Santità, adesso sapevo perché.
Quando arrivò la sua ora, volle chiamare un parroco per confessarsi. Il monsignore gli stette accanto per un’ora ascoltando la flebile voce che non smetteva di parlare.
Alla fine uscì dalla stanza e incrociò lo sguardo di mio padre.
Sa che c’è il segreto della confessione, quindi quegli occhi interrogativi li distolga, però una cosa gliela dico. Mi ha detto, “Don Peppì ma secondo voi sta confessione e come mettere una scala da qui al paradiso? Ma non per me, s’intende, c’è qualcuno che ho tirato giù e vorrebbe risalire.” Poi ha iniziato a confessarsi.




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😂😂 fortissimo il nonno! Eminenza...

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Anche io voglio andare a stare lì quando sarò vecchia e rinco!
Pensavo che il nonno fosse una specie di boss, visto il soprannome, invece...

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Beh se aveai 10000 € di pensione chi te lo vieta 🤣🤣🤣.

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Qualcosa mi dice che ce l'avrò...ma punto sulle crypto 😁

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Vedremo 😉

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