Il primo giorno di lavoro... again

E si che oramai dovrei esserci abituato, non so più a quale primo giorno di lavoro sono arrivato. Boh decimo o giù di li. Tempo fa lessi con ammirazione il post di non ricordo chi di Steem Post Italia che diceva che il primo giorno per lei (credo di ricordare vagamente una lei) fosse il più bello. Bello perchè era un nuovo inizio, incontravi gente nuova eccetera.

Si, non nego che in effetti lo si può vedere da quel lato come positivista, io purtroppo che sono estremamente autonomo, invece il primo giorno è una sorta di tortura. Perché devi dipendere da qualcuno, anche per le cose più stupide. Devi capire come gira l'ambiente, gli usi e costumi dell'azienda. E poi conoscere le persone, o meglio capire come relazionarsi.

Insomma io preferisco il dopo e non il primo giorno, perché hai l'ansia per mille cose, anche solo arrivare in tempo e non esageratamente troppo presto, e giammai tardi che è pure peggio. Nel dopo hai conosciuto le persone, sai come muoverti, sei autonomo e arrivi alla tua scaletta di lavoro, di obbiettivi, alla confortevole routine quotidiana. Magari alcuni giorni devi correre di più, in altri tirare fiato, ma è il bello e il brutto dell'autonomia lavorativa a cui io oramai sono pressoché abbonato da praticamente un ventennio in qua.

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Devo dire che in questo caso ho proceduto a velocità warp come non mai, complice alcune conoscenze che mi hanno introdotto all'azienda sul lato operativo, mentre su quello del personale penso di non aver nemmeno visto tutti, e ancora non so bene come si chiama tizio o caio, o dove stanno di scrivania.

Tuttavia ogni volta spero sempre che quello sia l'ultimo primo giorno di lavoro, ma nell'era moderna post Biagi sappiamo che non è così. Il turn over e la mobilità sono la normalità voluta da certi ambienti politici, e a noi tapini tocca adeguarsi, anche se non lo vogliamo.