Only ITA (racconti e poesie) - L'OGGETTO [by voiceoff]

E’ sorprendente la moltitudine di situazioni particolari che si possono godere da qualsiasi posizione; sempre che si abbia la voglia di osservare e magari la pazienza di attendere quel qualcosa di imprevisto che potrebbe decidere di cambiarti la giornata, se non addirittura la vita intera. Se poi si impara a convivere con questo sentore, intendo di un accadimento che sta per avvenire, allora la vita diventa proprio esaltante, e non si scambierebbero questi momenti con niente al mondo. Fu proprio in queste condizioni che mi svegliai quella mattina e mai dimenticherò quel giorno.

Come ero solito fare da parecchie settimane ormai raggiunsi la mia solita panchina nel parco per raccogliere quelle sparute movenze di frescura estiva che ogni tanto rifocillano l’aria. Il solito uomo un passo più in là, ritto sulle punte dei piedi in fermento e agitazione, reggeva fra le mani uno strano oggetto, il solito oggetto. E lo guardava continuamente, e tentava di farne, come al solito, mille usi.

Era uno spettacolo divenuto peraltro ordinario passatempo per me; tutte le mattine la stessa storia. Lo vidi così tante volte provare a ingabbiare lo stesso oggetto fra le ginocchia che oramai ogni possibile stupore aveva reso pian piano spazio alla curiosità e alla speranza di riuscire magari un giorno ad assistere al suo successo. Talvolta lo metteva sotto il piede, in bocca, perfino appeso all’orecchio incurvato e penzolante come l’oggetto stesso; credo avesse ormai deciso di non abbandonare l’enigma fin quando non fosse stato risolto. Di tanto in tanto interrompeva gli esperimenti per assumere un espressione eccessivamente impegnata, e non si muoveva dal punto in cui stava; stava lì l’uomo in mezzo al viottolo, d’intralcio a tutti i passanti. Era solo questione di tempo trovarne uno che si imbestialisse per la noncuranza con cui egli, ad ogni Fatti in là! faceva spallucce, e come è facile capire erano state davvero poche le mattinate in cui la sorte gli aveva riservato tranquillità ininterrotta per le ricerche che tenacemente intratteneva a proposito di quell'ambiguo oggetto.

Un uomo in carriera, a giudicare dalla sua fretta e dalle sue espressione chiaramente alterato e infastidito per chissà quale motivo, passò di lì cinque minuti dopo. Non una parola, neppure un avvertimento e con un grosso spintone mandò quasi gambe all'aria l’uomo intento nella sua giornaliera occupazione. Non chiese neanche scusa il maleducato, non un briciolo di interesse per la scortesia della quale si era appena macchiato. Quindi non si voltò e per sua sfortuna non ebbe l’opportunità di stupirsi della repentina variazione che si manifestò nel volto dell’uomo ancora barcollante. Rosso in viso, con la giugulare che avrebbe potuto fare concorrenza alla pompa di benzina del rifornitore là accanto, con i pochi peli sul capo, le basette e la sparuta barba ritti per l’odio che provava in quel momento, lo vidi alzare il braccio lentamente dopo aver chiuso con forza fra le dita l’oggetto che teneva. Fu talmente rapido il gesto che quasi non riuscii a coglierlo; solo il tonfo che seguì fu capace di rivelarmi cos'era appena successo. Bocconi per terra il vandalo sembrava aver perso i sensi, e l’uomo si avvicinò per accertarsi degli effetti che aveva provocato quello scoppio di rabbia.

Si chinò adagio e con circospezione ma invece di curarsi della vittima raccolse l’oggetto ammaccato a fianco di quel corpo inerme. Si alzò di scatto come folgorato, mise l’oggetto in tasca, felice, e dopo aver fatto dietrofront si allontanò. Frenetico fra giravolte, in lontananza, lo vidi schioccare un piccolo saltello di gioia fra le siepi che delimitavano il percorso pedonale all'interno del parco.