un etto di Bufale

in #life6 years ago (edited)

Bufale what else?

Sapete da cosa deriva il termine bufala? Parrebbe (ma è solo una delle ipotesi che potrebbe tranquillamente essere una bufala) dalle suole non di cuoio ma di bufala appunto, usate nella metà del secolo scorso perché più economiche. Il punto è che oltre ad essere economiche facevano anche molta meno presa sul terreno e di conseguenza mandavano spesso gente all’ospedale a seguito di infortuni. Si narra che all’ospedale ogni qualvolta arrivasse una nuova gamba rotta i dottori erano soliti esclamare: “è una bufala?”. Il resto è leggenda!

bufale.jpg

Fonte

A step forward

Ho alcuni miei amici piuttosto addentro se non proprio al mondo delle bufale, a un suo SpinOff. Se la bufala è una notizia buttata un po’ là ma che fa breccia e rimbalza sulla rete o su altri canali di informazione tanto da diventare quasi reale, quello di cui sto per parlarvi è un modello che ha sempre accompagnato l’uomo sin dalla notte dei tempi e che il pensiero scientifico non ha minimamente scalfito nel corso dei secoli. I sistemi di credenze forzate.

Mettete un fiore nei vostri cannoni

Cercherò di non entrare nel merito della questione dal punto di vista psicologico, che non mi compete, vorrei piuttosto fornire alcune armi con le quali potersi difendere in caso di bisogno. Ognuno di noi affronta momenti nella propria vita più o meno complicati, o più o meno difficili. Ed è proprio in momenti come questo che la nostra mente non trovando una logica a determinati accadimenti o una spiegazione, va a cercale nei più disparati e remoti angoli bui del nostro animo. In quel momento esatto la nostra fisiologia si trasforma, e noi per chiunque abbia un minimo di sensibilità o esperienza, diventiamo un libro aperto e una mina carica pronta a detonare alla prima occasione. Mai sentito parlare del linguaggio del corpo? Ecco se non conosciuto e addomesticato, il nostro corpo racconta di noi tutta la nostra storia e non solo. Le nostre aspirazioni i nostri desideri, sono tutti scritti lì su una pergamena psicosomatica che ci portiamo costantemente dietro. Ma allora perché insieme all’italiano da bambini, nessuno ci ha insegnato a padroneggiare la nostra Lingua Madre, il linguaggio del nostro corpo, che per altro ci accomuna, non in senso assoluto magari, ma sicuramente molto più su larga scala di singoli linguaggi che abbiamo artificialmente elaborato durante i secoli?

un Premio Strega per il marketing

Una volta conobbi una strega, si una di quelle che ti legge le carte. Io non potevo perdermela. Quando mi proposero di andare a un Pub perché c’era una strega che leggeva le carte mi fiondai con la curiosità di un ragazzino. Al tavolo eravamo 7, sei donne e il sottoscritto. Quando la cameriera si fece avanti per prendere le prenotazioni aggiunse: “dalla strega prenoto 6 posti allora?”
“scusi” feci io che già avevo intuito dove voleva andare a parare “veramente siamo in sette, perché ne dovrebbe prenotare solo sei?”
“ah beh mi scusi, solitamente vogliono andare solo le donne!”
L’incontro con la strega fu entusiasmante. Non feci in tempo ad entrare che lei mi guardò chiedendomi: “che lavoro fai?” e non appena le risposi, lei aggiunse “non per molto”.
Cominciamo bene pensai tra me e me. “Ad esser sincero, due giorni fa esatti ho dato le dimissioni da un lavoro a tempo indeterminato per prendermi un periodo sabbatico! Ha colto la mia attenzione!”.
Sapevo di averle dato io quell’informazione. Ma sapevo anche altrettanto bene che lei era stata molto abile a coglierla.
La successiva mezz’ora fu veramente interessante. Lei mi lesse le carte sapendo che non ero io il suo target di quella sera. Ma credo avesse bisogno di un momento di pausa. Fino a quel momento le sedute non si erano prolungate più di una decina di minuti. La chiacchierata che ne uscì fu piacevole e ne disegnò un profilo di sensibilità e perspicacia di tutto rispetto. Ironica, garbata, per nulla invadente. insomma in tutto e per tutto una persona molto piacevole. Ci fu ben poco al di fuori della realtà.
Ma ripeto non ero io il target. Quando finalmente mi alzai per tornare al mio tavolo, vidi che una delle ragazze che prima erano con me (per altro amica di amica e quindi l’avevo appena conosciuta) era rimasta immobile come un palo, ferma poggiata allo stipite della porta in attesa (ma lo capii soltanto alla fine) che la strega finisse di leggere le carte a tutti.
“ma che le prende!” feci io alle altre non appena arrivato al tavolo.
“Pare che non le abbia voluto leggere la saluta dicendole, dopo aver disposto le carte sul tavolo: - io non leggo la salute, mi spiace. - Ma poi a me l’ha letta e come. Quindi ora lei ha paura che non gliel’abbia voluta leggere perché ha visto nelle carte qualcosa di terribile”
Da premettere che il “gioco” se così possiamo chiamarlo era completamente gratuito. Ma se volevi potevi prenotare una consulenza privata, a pagamento! Ora stavo capendo in che direzione stavamo andando.
L’epilogo del racconto è abbastanza chiaro. Ci sono due tipi di ipnosi (tra i mille altri): quello nel quale l’ipnotizzatore si adegua al soggetto ipnotizzato, e questo accade con i bravi terapeuti; e quello nel quale l’ipnotizzatore fa fare delle prove al pubblico (il più vasto possibile) e seleziona tra la folla la figura che maggiormente risponde alle sue suggestioni e che quindi con grande probabilità una volta sul palco non gli farà fare una pessima figura. La seconda è l’ipnosi da palcoscenico.
Sotto la giusta luce il secondo tipo può essere tranquillamente visto come una massiva operazione di marketing.
Vi racconto altri due eventi, lo scorso anno la mamma di una mia amica è stata circuita da un gruppo che le ha fatto firmare delle carte per iscriversi alla loro “associazione” e ricevere il loro libro. Lo stesso, anche se in forme vagamente differenti, è accaduto giorni fa a un’altra mia conoscente. In entrambi i casi mi è stato chiesto di dare un’occhiata ai rispettivi libri per sapere cosa ne pensassi. Io ovviamente che sono stra-curioso ho accettato, ma francamente non sono riuscito ad arrivare alla fine in entrambi i casi. Vi dico quello che ne è venuto fuori:

  • il primo topos, è la MECCANICA QUANTISTICA. L’uso indiscriminato che si fa di una delle teorie più complicate mai formulate è veramente sconcertante. Quindi lo metterei al primo posto nella top ten dei campanelli d’allarme.
  • altra ripetizione: “UNO scienziato del [luogo] ha dimostrato che…” Ecco se non vi forniscono nome e cognome del poveretto o nel qual caso ve lo diano, se non andate a verificare che veramente esista, beh potete star certi che state leggendo il libro sbagliato.
  • A mio modesto parere l’intento è esattamente di non farti mai arrivare alla fine. Le frasi si contorcono abilmente in un andirivieni di significanti che però non racchiudono al loro interno alcun significato.

Vediamo cosa possiamo imparare

Quindi se proprio vogliamo trarne uno schema potremmo dire che i punti chiave siano:

  • Ignoranza: Se punti su argomenti difficilmente comprensibili anche per chi ha una certa cultura specifica stai sicuro di aver selezionato un bel gruppo, ponendoli in una condizione di ignorante aspettativa. Stai dicendo loro: “io ne so più di voi, e ora vi spiego un paio di cose!”. Hai trovato dove incastrare il tuo piede di porco, ora devi solo far leva.
  • Vaghezza: Puoi affermare qualunque cosa, se rimani sul vago riguardo le tue fonti, difficilmente troverai qualcuno in grado di smentirti. Il progresso scientifico per altro parte proprio dall’assunzione opposta.
  • Pigrizia: Scommettere sulla pigrizia del lettore con la speranza che non arrivi mai a terminare il libro, è l’arma definitiva. Funziona da millenni.

Banale? Eh già! Eppure funziona alla grande! Non è la complessità che fa il successo di un prodotto.
A questo punto, penso sia doverosa una piccola precisazione. Tutti gli strumenti di cui sopra, altro non sono che meri strumenti. Il punto è cosa ne facciamo. Avere la sensibilità, a una prima occhiata, di capire se una persona non ama il lavoro che sta facendo, è una qualità che non ha prezzo. Andrebbe insegnata a tutti, in primis ai capi di un’azienda, perché penso sarebbero i primi a giovare della conoscenza del tasso di benessere dei propri dipendenti. Non ci vuole molto, gli strumenti ci sono. Basta semplicemente usarli nel modo giusto. Allo stesso modo, scrivere dei testi che mettano le persone in uno stato di trance grazie agli intrecci linguistici può avere un’infinità di utilizzi.

Penso che ognuno di noi sia libero di credere quello che vuole e che più lo appaghi.
La libertà è una cosa meravigliosa! Godetevela e siatene coscienti!

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eheheheh ma lo sai che quella nella foto non e' una bufala ma un highland cow? cioè' e' un bovino di razza scozzese :D

qui ne trovi un esempio :D pero' tranquillo bel post cmq :D

Ahahah grande

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”Scommettere sulla pigrizia del lettore con la speranza che non arrivi mai a terminare il libro, è l’arma definitiva. Funziona da millenni.’
...la terrò in mente. 👍

Pensa che ci sono testate giornalistiche e telegiornalistiche, che sopravvivono grazie alle bufale... ah i tempi moderni! :D

Hai trovato dove incastrare il tuo piede di porco, ora devi solo far leva.

ahahha quanto mi hai fatto ridere :))=)) LOL

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Di bufale ne girano... ancor di più con l'iscrizione di massa ai social. Quante volte arrivano messaggi con richeste donazioni sangue o bambini scomparsi? O informazioni inventate di sana pianta come "il servizio diverrà a pagamento dunque seguite queste indicazioni....".
Ci sono tantissime persone che non distinguono la bufala da una verità.

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