Ben is Back: il film più vibrante dell'anno

in #movies5 years ago

Accade raramente di vedere un padre dirigere il figlio in un film.

Ancora più emozionante e toccante assistere ad una dinamica di questo tipo in uno straordinario film come "Ben is Back", film che mette al centro il travagliato ma profondissimo legame fra un figlio complicato ed una madre persa tra la speranza e la rassegnazione.

La pellicola di Peter Hedges è una delle più vibranti degli ultimi anni, complice la storia, di certo, ma soprattutto le interpretazioni superbe di Julia Roberts e del figlio del regista Lukas Hedges.

Ed è proprio il caso di parlare di questo ragazzo, finora protagonista di 3 pellicole magistrali e toccanti come Ben is Back, Manchester By The Sea e Mom, dove veste sempre i panni di un figlio, di un giovane ragazzo problematico o con una vita che non gli sorride. Lukas è riuscito in ognuno di esse a dimostrarsi vivace e tenero, complesso e semplice, sfaccettato e piatto, rendendo perfettamente la turbolenza dell'animo di chi ha perso qualcosa e non crede di poter guadagnare in futuro gioie dalla propria esistenza.

In Ben is Back, Lukas Hedges è un ragazzo che impareremo a scoprire durante la proiezione, con dettagli che fanno sempre più male ma che sin dal principio viene avvolto da un'aura di drammaticità e mistero attorno ad una figura che ci pare da subito invece molto solare e rassicurante.

Scopriremo della sua dipendenza e di quanto in passato la sua assuefazione alle droghe abbia fatto piombare nel caos una famiglia per bene come la sua. Suo padre adottivo si mostrerà quello più lucido e distaccato, trattando Ben come un uomo che deve assumersi responsabilità forse più grandi di lui ma che solo lui può e deve prendersi a questo punto della sua storia.

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La madre, interpretata da una superba Julia Roberts, vorrebbe tanto essere altrettanto lucida e distaccata ma l'amore verso il figlio la costringerà a non gettare la spugna, a provare a riaccoglierlo e fidarsi di lui, almeno per un'ultima volta prima di mollare la presa.

Il film è tremendamente angosciante, nonostante la soavità di certe scene e nonostante l'alchimia fra madre e figlia. Si vive costantemente in un equilibrio precario in un romanzo di formazione in un certo senso che riesce a creare più pathos di un thriller. Siamo col fiato sospeso nonostante non ci siano crimini su cui indagare, colpevoli da agguantare, misteri da dipanare. Lo spettatore viene preso a calci nello stomaco ripetutamente e preso alla gola fino a fargli mancare un respiro che si fa sempre più affannoso minuto dopo minuto.

Il finale è magistrale ma forse se fosse stato ancora più coraggioso ci avrebbe regalato un film che da ottimo/eccellente sarebbe potuto diventare un capolavoro assoluto.

Forse già lo è, forse per chi lo ha vissuto, più che visto riuscirà a restare indelebile nella memoria, attaccandosi alla carne viva dello spettatore e restando impresso e scolpito nel cuore dello stesso.

Una grande storia d'amore materno e di esistenzialismo che trascende la storia stessa.

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