Archeologia industriale

in #photography5 years ago (edited)



Come tutti sapete o forse, io viaggio spesso per lavoro e mi capita spesso di imbattermi in cose inconsuete. Oggi vi racconto di un viaggio in Romania più precisamente nella città di Bacau.
La città di Bacau si trova nel nord est del paese, quasi al confine con la Moldavia. La città in se non ha niente di particolare, una città abbastanza decadente con gli evidenti segni di un passato sovietico.
Ma non parliamo della città, quello che volevo mostrarvi oggi sono alcune foto scattate in una vecchia fabbrica o meglio in un distretto di fabbriche che sono nate nel tempo della dominazione sovietica. È un intero quartiere, protetto da mura alte, del quale rimangono solo dei ruderi che però, almeno alcuni di essi, vengono attualmente utilizzati in parte per attività di tipo manufatturiero.
Ma chi è che produce in questi posti?

Ebbene sì, ci siamo anche noi, italiani!
E questo è il brutto della globalizzazione. si trasferisce quello che prima era l'eccellenza italiana ovvero la manifatturiera in posti in cui il costo del lavoro è decisamente più basso. Bacau è piena di italiani, pienissima!
Beh trovarsi all'interno di questo museo di architettura industriale ancora utilizzato, mi ha messo un po' di inquietudine.
Non nascondo la tristezza nel sapere che si chiudono fabbriche italiane per trasferirsi in posti del genere, ma essendo curioso e schietto, ho fatto la domanda diretta al titolare italiano della fabbrica di confezionamento tessile in oggetto.

Lui candidamente e con fare imprenditoriale mi ha risposto subito senza esitare.
Noi non vendiamo vestiti, anche se vedi adesso le linee produttive all'opera, le sarte che tagliano e cuciono. Noi vendiamo il tempo! E qui il tempo costa meno e viene rivenduto a prezzo concorrenziale rispetto all'Italia.

Grandi marchi confezionati in quelle mura, dal valore altissimo nelle vetrine italiane e del resto d'Europa.

Alla fine me ne sono andato via consapevole che il mondo è ancora diviso in sfruttati e sfruttatori e che il tempo è denaro.

Ma quanto costa questo tempo che non torna più indietro?




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I like to live in the industrial areas where a very few people lives and do work.

Have a nice day..

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I like only to see 😉

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Quanta triste verità c'è in quello che hai affermato, caro @tommasobusiello....

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E' quello che ho visto e che vedo....

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Ma quanto costa questo tempo che non torna più indietro?

Tempo fa vidi una puntata di Report che toccava anche questi tristi luoghi. La risposta alla tua domanda è che, giusto per esempio, un piumino Moncler venduto fra i 1000 ed i 2000€ costa circa 230€. Disgusto totale.

E facevano anche quelli...ed il costo ti sbagli, è meno di 230

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Ricordo quella cifra, ma magari mi sbaglio. Di sicuro la sproporzione era enorme. Report valutava il costo complessivo e parlava anche delle povere oche spennate vive violentemente e brutalmente per ingozzare i suddetti piumini, tra l'altro.

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