Senza titolo N.1

in #rome6 years ago

Buonasera a tutti, dopo 70 giorni di permanenza a Roma, torno (spero) a scrivere un post! È diverso dai soliti, e vi spiego subito il motivo: di solito impiego ore a scrivere un post, ma in qualche modo riesco sempre a portarlo a termine in un giorno! Questa volta non è stato cosi! È stato scritto un po’ alla volta, e dopo vari giorni, eccolo qui.

Capitolo 1

Da quando sto qui, in quel di Roma, ho avuto modo di apprezzarla, trovando proprio quello che ero venuto a cercare: un lavoro. In questi due mesi abbondanti, ho fatto circa 7/8 prove, in locali diversi! Sono arrivato alla conclusione che per lavorare nella capitale, servano due semplici cose:

Voglia di lavorare: prima cosa. Essenziale. Perché ho sentito diverse persone lamentarsi della mancanza di lavoro (che è, purtroppo, un dato di fatto, sia chiaro) ma ho anche visto quelle persone rifiutare proposte, perché
non mi piace;
tutte le mattine dovevo svegliarmi alle 07:00;
ma ti pare che lavo i bagni delle altre persone;

Eh si che li lavi, è un lavoro, ed in quanto tale merita di essere rispettato. Certo non è la mia aspirazione, ma se ha bisogno (e voglia) di lavorare, da qualche parte si deve pur partire.

un’automobile: QUASI indispensabile. Da notare il quasi (come se non si fosse capito); i vari lavoro che mi sono stati proposti, eccetto qualche eccezione, sono irraggiungibili coi mezzi pubblici. Ovviamente ci sono, ma alcune zone di Roma non sono collegate granché bene! Per il lavoro che svolgo attualmente, nel centro commerciale di Roma Est, la macchina mo è indispensabile; se non l’avessi avuta, avrei dovuto rinunciare!

Detto ciò, vi racconto un po’ la mia esperienza, in questi due (fantastici) mesi romani. Come vi dicevo, ho avuto la fortuna di provare molti lavori, per lo più come cameriere, ma in locali completamente diversi.

Capitolo 2

Appena arrivai mi vidi con una carissima amica, passammo una serata tranquilla in compagnia di altre persone, tutti simpatici, e mi ritengo fortunato di averli conosciuti! Perché partire così, sapendo che tua sorella sarà la tua “unica amica”, ed incontrare subito un gruppo di ragazzi con cui passare il tempo, è importante. Comunque, tra una parola e l’altra, parlammo di lavoro: un suo compagno di squadra possiede un locale vicino piazza Bologna, e cercava un collaboratore! Andammo li e lasciai il curriculum; tempo due giorni, mi chiamarono per la prova. Non potevo credere che in così poco tempo, avrei già trovato qualcosa per guadagnare qualche euro; in calabria, purtroppo, si aspettano mesi prima di avere anche solo una risposta al curriculum. Comunque, la serata di prova andò benissimo, mi disse che cercava un ragazzo che potesse chiamare per le serate con più gente, ed ovviamente ero più che disponibile. Una nuova esperienza, tra l’altro: cameriere si, ma in un cocktail bar! Alle prime ordinazioni ero impacciatissimo... non sapevo portare la guantiera dei cocktail, e lo portavo con due mani! Insomma inguardabile. Ma per fortuna ho sempre imparato in fretta, ed una volta capito il metodo per portarlo con una mano, è stato tutto diverso! Ho potuto apprendere che è bello il cameriere in questo tipo di locali, e sono anche abbastanza bravino a quanto pare, altrimenti non credo che tutt’ora mi chiamerebbero per dargli una mano. Gli orari sono quelli che sono, si finisce alle 02:00 passate, però che ci si può fare?

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Stavo bene al lavoro, i colleghi sono ragazzi e tutti simpatici, molto alla mano. Nonostante questo, a me serviva un qualcosa di più sicuro, dove lavorassi tutti i giorni, perchè comunque stare fuori da casa costa. E non poco. Mi piace provare come ci si sente ad arrancare per arrivare a fine mese! Cioè, mi spiego meglio: ci sono alcune esperienze che credo vadano fatte, bisogna provare cosa si prova ad essere autonomi ed indipendenti, ma in tutti i sensi. Lontani da casa, non per scelta, ma perché parliamoci chiaro, se anche fossi andato a vivere per conto mio a Cosenza, non sarebbe stata la stessa cosa. Non avrei le stesse spese, non avrei la stessa indipendenza totale: immaginate quante volte avrei pranzo e cena già pronti, vestiti lavati e stirati. Insomma, si cercava questo benedetto lavoro stabile, ma passarono giorni prima che mi ricontattasse qualcuno. Un bel giorno, poi, una telefonata:

Salve, la chiamo dal ****** **** del centro commerciale cinecittà 2. Lei sarebbe interessato ad un colloquio conoscitivo, oggi pomeriggio? Diciamo, tra due ore

Quale poteva essere la risposta se non:

Il tempo di prepararmi e sono da lei. A dopo.

Arrivai, tutto in tiro! Pantalone, camicia, orologio, barba curata, capelli in ordine, perché vuoi o non vuoi, la prima impressione conta eccome. Mi viene spiegato il lavoro, che prevede turni di 7 ore, con orari veramente tranquilli, (es. 10:00/17:00 - 12:00/19:00 - 15:00/22:00) e mi viene spiegato in cosa consiste il lavoro. Anche qui, nuova esperienza: assistenza clienti! Mai fatta in vita mia; però ho imparato come rapportarmi coi clienti, nei vari anni in pizzeria. Poi io amo il rapporto col pubblico, la continua parlantina, insomma anche qui bella esperienza; a fine giornata mi si viene detto che sono andato bene, e che gli farebbe piacere se tornassi il giorno dopo. Io, entusiasta, non potevo che accettare e ringraziare! Il giorno dopo, però, discutendo del tipo di contratto, uscimmo a parlare del salario:

rullo di tamburi

Quattrocento euro. Ok aver voglia di lavorare, ok essere disposto a tutto all’inizio, ok anche non pretendere chissà che, però 42 ore settimanali, per 400 euro, mi pare un po’ sfruttamento. Va un po’ contro i miei principi, è uno dei principali motivi per cui sono andato via dalla mia amata terra... a sto punto, me ne stavo in calabria. In maniera sempre educata, rifiutai, proponendomi anche di finire la giornata di lavoro iniziata (i due giorni di prova non venivano retribuiti, ovviamente). Mi disse che non c’era bisogno, mi ringraziò, e me ne andai. Quindi una volta tornato a casa caffè, sigaretta, pc, e curriculum come se non ci fosse un domani. Qualsiasi annuncio, qualsiasi cosa andava bene, purché arrivasse subito!

Capitolo 3

Ormai subito.it mi accompagnava nelle giornate a casa, insieme a findajob.it e tanti altri siti dove inviare curriculum online. Finché un giorno decisi di andare a stampare 30 copie del curriculum e portarle a mano nei negozi. In qualsiasi locale vedessi la tanto attesa scritta CERCASI PERSONALE entrai e chiesi cortesemente se potessi lasciare un curriculum. Mi feci un giorno tutta via del corso, un giorno tutta san giovanni ed un giorno tutto il centro commerciale roma est. Credetemi quando vi dico che l’ho lasciato ovunque, in negozi per il quale i miei anni di esperienza nella ristorazione non servivano ad una beata ceppa. Un negozio di animali, uno di tendaggi, un centro sky, AW labs, ed anche un tabacchino, dove ero entrato per comprare il tabacco, ed un amico mi disse che fuori c’era la scritta CERCASI PERSONALE, che io non avevo manco visto. Dopo questi giorni, arrivò un’altra telefonata, da Claudio.

Mario? Ciao, sono Claudio, ti chiamo dalla trattoria ** ******** ! Hai mandato il curriculum online, vero?

Ciao Claudio. Si, credo di si! Ne sto mandando tanti a dire il vero, ma sono quasi certo di averlo mandato anche a voi.

Non avevo la più pallida idea di quando e da dove avessi mandato il curriculum, ma va bene così.

Si senti, quando saresti disponibile per una prova?

Oggi? Domani? Dimmi tu. Quando vuoi, io sono disponibile da subito.

Ci accordammo per il giovedì, quindi tre giorni dopo la sua telefonata. Ed anche quì, l’entusiasmo salì! È vero, mi entusiasmo per poco, ma quando hai assoluto bisogno di trovare un lavoro, ogni telefonata sembra essere colato. Andai quella sera al ristorante, ed entrando capii subito che avrei fatto un’altra esperienza, ancora una volta diversa.

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Fortuna che andai sul sicuro, e misi pantalone nero e camicia nera, ideali per tutto; mi ritrovai comunque in questo locale, piccolo ma molto curato in ogni minimo dettaglio. Il pianoforte all’entrata, con tanto di pianista, Ernesto; tovaglie, posate, bicchieri... tutto era perfetto ed elegante! Si inizia! Tanti, troppi vini, che tra l’altro conosco, ma non sono un grande intenditore; piatti molto sofisticati, che spiccano ai soliti must come carbonara, amatriciana, ecc. me la cavo bene all’inizio, certo non sono un cameriere da ristorante d’alta classe, ma come detto i precedenza imparo in fretta; così già dopo qualche tavolo servito, mi sentii a mio agio anche in quel contesto! Iniziarono le prima difficoltà quando a varcare la soglia del locale furono i turisti: IN ENGLISH, PLEASE. Non che sia così negati co l’inglese, anzi lo parlo e lo capiscono anche abbastanza bene, ma quando si tratta di intraprendere la spiegazione del menù e della carta dei vini in inglese, con la sala piena e l’ansia del ”primo giorno” un po’ si vacilla. Me la cavai bene, comunque. A fine serata mi venne detto che bisognava fare altre prove, retribuite (come è giusto che sia); Claudio mise subito in chiaro le cose: 5€ ad ora, con mance da dividere tra i camerieri! A farmi due conti ci misi un attimo; 5€ ad ora, per 6 ore, sono 30€, ai quali aggiungere le 15/20€ di mance a serata (eh si, i turisti sono molto generosi); non male. Rimaniamo d’accordo per le prove successive, e per altri due giorni torno a lavorare li, dovendo purtroppo declinare le chiamate dell’altro locale, spiegando che lo faccio perché cerco un qualcosa di più stabile. Terminati i tre giorni di prova, Claudio mi disse che doveva valutare altri candidati, e che mi avrebbe fatto sapere. Cosi, coi miei 140€ in tasca, tornai a casa e ripresi a mandare curriculum; contento, con qualcosa di nuovo nel mio bagaglio, e sempre più determinato a trovare un lavoro ben retribuito e che mi desse la possibilità di arrivare a fine mese.

Capitolo 4

Tra i vari locali a cui inviai curriculum, uno mi saltò subito agli occhi, per quanto fosse bello e giovanile. Tra l’altro, nell’annuncio di ricerca del personale, vi era un numero a cui chiamare per accordare un colloquio, vista l’urgenza! Non esitai un attimo, alzai il telefono e chiamai:

*** **, buonasera. In cosa posso esserle utile?

Buonasera a lei! La chiamavo riguardo l’annuncio di ricerca personale, ho inviato una mail con allegato il mio curriculum vitae. Leggevo che bisognava telefonare per accordare un colloquio, quindi eccomi qui

Perfetto. Sarebbe disponibile per domani mattina, tipo alle 10:30?

Certo. A domani allora, e grazie

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Nell’annuncio si leggeva anche ciò che ricercavano: un cameriere con contratto di lavoro ad intermittenza, quindi a chiamata, ed uno schema coi vari pagamenti:

5h - 35€
6h - 40€
7h - 47€
8h - 52€

Ed anche qui, nulla da dire! La paga pare buona, l’unico problema è come arrivarci: solo in macchina, essendo quasi dall’altro lato di Roma rispetto a casa mia. Ma non sarà di certo un’ora di traffico a fermarmi, giammai. Il mattino seguente allora mi svegliai alle 07:30, doccia, barba, capelli, solita tiritela insomma; jeans e maglione a sto giro, è un locale più alla mano, per giovani. Incontro il responsabile per il colloquio, una persona simpatica, molto disponibile e gentile, con cui parlo del più e del meno, anche dell’esercito; mi fa una buonissima impressione e ci mettiamo d’accordo per la prova, 7h il giorno dopo! Mi avverte che nella prova mi occuperò per lo più del lavaggio di piatti e bicchieri, ma va bene, per iniziare... mette subito in chiaro una cosa che mi colpisce piacevolmente:

Faremo un contratto, qui nessuno ha mai lavorato o lavorerà in nero! Se vuoi lasciarmi già una copia dei documenti, ci portiamo avanti, e domani lo firmi

Bon penso io, e chi se l’aspettava? Cosi presto... do disponibilità e torno a casa, soddisfatto, ancora una volta. Ci accordiamo anche sul fatto che lavorerò minimo 3 giorni a settimana, ed anche questo può starmi bene, all’inizio! Meglio di niente, no? Il giorno dopo allora mi sveglio, solito caffè, solita sigaretta, solito pc e curriculum da inviare. Finché arriva una telefonata, quasi inaspettata:

Ciao Mario! Senti avrei assoluto bisogno di te per stasera; scusa il poco preavviso, ma il ragazzo che doveva venire si è dato malato all’ultimo.

Non capii con chi stessi parlando, finché

Ah scusa, dimenticavo. Sono Claudio, del ristorante ** ********.

Ah, quelli che cercavano il cameriere fisso, e che valutavano altri candidati; ottimo. A questo punto mi sorge il dubbio, a cui devo però rispondere in mezzo secondo: la prova nel nuovo locale, o andare da Claudio nella speranza che possa essere io il cameriere che cercano?

Stasera? Va bene, ci vediamo alle 18:00. A dopo

Come si dice?! Ah si, chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova. Quindi, al ristorante mi son trovato bene, può essere una cosa stabile, quindi decido di chiamare il responsabile del *** ** e di avvertirlo che, purtroppo, non andrò a fare la prova, e che non sono interessato quindi ad altri contatti, con tanto di scuse per il poco preavviso. Mi risponde a suo modo, in maniera gentile, dicendomi di non preoccuparmi ed augurandomi buona fortuna. A trovarne di più datori di lavoro così penso tra me e me; niente di più sbagliato, ma questa è un’altra storia, che vi racconterò più in la. Cosi mi preparai, solito look elegante, solita precisione, e mi avviai verso ** ********, felice di essere stato richiamato.

Capitolo 5

Dove eravamo rimasti? Ah già, dovevo andare a lavorare da Claudio! Quel giorno pioveva, c’era un gran freddo e la sfortuna venne a farmi visita; andai per mettere in moto l’auto, ma ahimè non ne volle sapere di partire. Erano giorni che non la usavo, e la batteria si era scaricata; non avevo tempo di farla ripartire coi cavi, quindi chiesi a mia sorella di accompagnarmi, ma anche qui la sfortuna mise il suo zampino. Dopo 15 minuti avevamo fatto circa 500 metri, bloccati nel traffico;

Ed ora come faccio? Arriverò sicuramente tardi. E non mi va di sembrare un ragazzo poco serio

Pensai tra me e me. Allora guardai il navigatore, 4 km; non sono poi così tanti, ed armato di ombrello e giaccone, decisi di andare a piedi. Per il ritorno, poi si vede. Arrivai alle 17:57, giusto il tempo di prendere un caffè e fumare una sigaretta, prima di entrare ed iniziare a sistemare la sala. Ancora una volta, andò tutto bene, con un’affluenza incredibile di turisti... ricordo che quella sera, 9 tavoli su 10 erano stranieri, quindi solo inglese. Ed ad essere sincero, questa cosi mi piacque molto, essendo un modo molto efficace per perfezionare il mio inglese! Iniziai a sciogliermi, a prendere dimestichezza con le varie nuove mansioni che non avevo mai svolto, con la spiegazione del menù, con l’inglese! Insomma, stavo molto bene in quell’ambito lavorativo! Terminata la serata, mi incappucciai bene bene, mi girai la sigaretta tanto meritata, mi armai d’ombrello e giaccone e, come all’andata, decisi di farmela a piedi. Non perché non ci fossero i mezzi, ma perché avevo un gran bisogno di perdermi, di gustarmi Roma di notte, di lasciarmi andare e non pensare a nulla; mi divorai letteralmente quei 5 km, ed arrivai a casa sfinito, per buttarmi sul latto ed addormentarmi in men che non si dica.

La notte spesso porta consiglio, o almeno così dicono, ed io in queste mie notti romane, non posso dire di non aver avuto sempre la mente occupata. Tra i vari locali che chiamavano, le varie esperienze che stavo vivendo, le prime difficoltà che iniziavano a presentarsi, le prime volte che Quanto mi scoccia oggi cucinarmi. Ma è proprio questo che cercavo, quindi non potevo che addormentarmi felice e soddisfatto, orgoglioso di non essere mai stato con le mani in mano da quando avevo messo piede nella capitale. Ed ad esser sincero, tutt’ora, non posso che essere altrettanto orgoglioso, visto e considerato che ad oggi non mi sono ancora mai fermato.

Il giorno dopo, decisi di prendermi una giornata di relax, uscire alla volta di Roma, senza meta, per passeggiare e gustare le sue meraviglie! Una giornata fantastica, tra monumenti ed emozioni che solo la capitale sa regalarti; vedi castel sant’angelo, vedi fontana di trevi e vedi l’immancabile vittoriano. Mi accorsi che tra i vari lavori, tra le varie avventure, tra i vari pensieri, stavo dimenticando di godermi questa meravigliosa, affascinante città, che ha la grande capacita di far sentire ognuno a casa. Si perché io mi senti a casa quando di sera vado a bere una birra sul ponte di castel sant’angelo, mi senti a casa quando uscendo dalla metro B la prima vista che li si presenta è qualcosa come il colosseo. E di questo, son grato a Roma. Le sono grato per essere MAGICA.

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Ma per quanto io mi senta a casa ad avventurarmi nelle varie stradine di Roma, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la mia convivenza, fin’ora abbastanza ”sgradevole”. Perché si certo è bello prendersi un pomeriggio per abbandonare tutti i pensieri ed ammirare solo le bellezze della città, ma a casa si deve pur tornare a na certa. È quello, purtroppo, il momento che a volte più odio dell’intera giornata; ed è brutto essere infelici di tornare a casa... ma la vita fuori è anche questo, e dovrò abituarmi anche a questo, finché non posso avere un appartamento con mia sorella e basta.

Sort:  

Cavoli che fermento questi due mesi, mi sono chiesto diverse volte come ti stesse andando..comunque l'impegno e la costanza pagano , tu ne sei la dimostrazione. Auguri per il meglio!

Eh si Nic, ed ancora...sono solo una parte delle cose accadute in questi due mesi! Il resto lo sto scrivendo, come un seguito

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ciao ottima pubblicazione, la prenderò in considerazione. Mi piacerebbe invitarvi a recensire il mio blog che ho appena pubblicato e mi piacerebbe che tu lo vedessi e puoi aiutarmi con una raccomandazione.

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