Il calamaro vampiro

Ciao sono Jenny.
Sto con Tim.
O meglio ci vediamo ogni tanto, di notte soprattutto, e facciamo cose insieme.
Facciamo cose, si. Chiamiamole cose…per ora… poi mi spiego meglio…credo…forse…

L’ho conosciuto sul Mar Rosso.
Facevo un corso per sub. Tim era l’istruttore.
Tim andava giù come niente.
A volte senza bombola, in apnea, rimaneva sotto, per lunghi interminabili minuti.

In quella vacanza abbiamo legato, ma non c’è stato sesso…solo una conturbante amicizia.
Chiamiamola conturbante, si.
Lunghe chiacchierate sino a tarda notte e anche minuti di silenzio a guardare il buio del mare. Poi lui volgeva gli occhi verso di me e mi scrutava sino in fondo all’anima.
Aveva gli occhi neri che luccicavano anche di notte, quasi fossero fosforescenti.

Io avevo diciannove anni, allora. Ero pronta a tutto. Il mondo e l’universo e gli oceani davanti a me.
Potevo sollevare montagne e arare intere pianure.
Diciannove anni: la potenza.

E Tim mi affascinava per la sua fredda cantilenante voce quasi ipnotica, per quegli occhi splendenti di pietra nera, per il suo corpo magro e grigio e per la sua passione per gli abitanti dei mari: pesci, molluschi, murene, tutti.
E mi raccontava la loro vita, la loro stupefacente vita.

E io affascinavo lui con la forza della mia incandescente giovinezza e la mia bellezza timida ma speciale.
Chiamiamola speciale, si. Ero bella bella speciale. Sono bella bella speciale.
Anche se non sono proprio come allora… sono cambiata…

Parlavamo di quanti esseri possiamo contenere, di quanti misteri sono ancora da scoprire dentro di noi.
Qualcuno lo abbiamo estratto in quelle notti…per esempio, la mia passione per le profondità: mari, sotterranei, cantine, grotte.
Lui mi svelò di amare più di ogni cosa il buio.

La vacanza finì e tornai a Toronto e lui a Boston.

Passano due anni e Tim mi manda una mail: “Andiamo a fondo nelle profondità. Vieni con me?”
Un po’ sibillino, ma io ho risposto così: “Si, vengo con te. Dove, quando?”
“Fra un mese esatto, 23 settembre, nell’isola di Bora Bora all’aeroporto Motu Mute.
Porta attrezzatura da sub e allenati un poco. Bye! Ti spedisco via mail biglietto aereo.”
“Bora Bora!?”
“Si. Domande?”
“No. Ci vediamo il 23 settembre.Bello! Mi ami ancora?”
“Non ho mai smesso.”
“E me lo dici dopo due anni?!”
“Avevo da fare.”
“Mi sembra una buona scusa.”
“Esatto. A Bora Bora. Mi raccomando non dire niente a nessuno. Top secret.”
“Muta.”
“Chiudo. Bye.”
“Bye”
Bora Bora! Mi sembrava di essere in un film con Brad Pitt. Ma dai! Cosa c’entra Brad Pitt?
Scherzo…forse…comunque c’era ben altro che un bel manzo come Brad!

L’Oceano Pacifico! Porta l’attrezzatura da sub. Top secret!
Vai Jenny!

A Bora Bora Tim mi aspettava all’aeroporto.
Un bacio sfiorato e dopo due ore eravamo sulla spiaggia, davanti al mare.
Siamo saliti su un gommone verso meta ignota.

Siamo arrivati dopo un’ora davanti ad un batiscafo.
Cosa è un batiscafo? Uffa, non sapete proprio niente! E’ un piccolo sommergibile usato per scopi militari e per scopi scientifici…un batiscafo???!!!!
Un batiscafo?! Io non avevo mai saputo cosa era un batiscafo! L’ho saputo quel giorno.

“Tim, devo salire lì sopra?”
“Si.”
Sono salita lì sopra.
Si stava un pò stretti, ma andava bene così...stretti...
Tim manovrava il batiscafo come se guidasse una bicicletta.

Siamo arrivati a mille metri di profondità. Non sto a raccontarvi tutte le emozioni.
Era tutto buio, buio pesto, nero come gli occhi Tim.

“Ti faccio conoscere il calamaro vampiro, Vampyroteuthis Infernalis."
Vampiro?
Le luci del sommergibile illuminavano attorno.
“Eccolo!”

Il calamaro vampiro. Straordinario!
Sembrava una calzetta dimenticata in fondo al mare.
Poi ha improvvisamente si è illuminato: tanti punti luccicanti e due occhi rossi splendenti.
Mai visto una cosa del genere!
Poi l'occhio è diventato azzurro e poi ancora rosso arancione

“Vive al buio. Per difendersi genera luce con un processo che si chiama contro-illuminazione. E’ interamente ricoperto di organi luminosi detti fotofori che emanano lampi di luce. Quando arrivano degli aggressori – pochi a queste profondità – emette una specie di nuvola di muco bioluminescente che disorienta il nemico.
Ha delle componenti biologiche del polipo ancestrale, ma è un calamaro speciale.
Vive in queste profondità e si nutre di detriti, molluschi morti, in questa che viene chiamata la zona ombra degli oceani. Non c'è quasi nessuno qua, solo lui...e vive!”

Mentre mi spiegava, Tim è arrivato alle mie spalle, mi ha abbracciato da dietro e mi ha baciato il collo.
Poi ho sentito i suoi canini che affondavano delicatamente nella pelle.
Calamaro vampiro….
Tim era un vampiro!

Mi sono sentita svenire dalla perdizione dei sensi….stavo diventando anch’io un vampiro…

Ma no!!!!! Stupidi!!! Ci siete cascati! Sto scherzando. Tim non è un vampiro!

Tim mi ha abbracciato e mi ha parlato.
“Ero a Genova, in Italia, all’Acquario, per lavoro. C’era un calamaro vampiro, lo studiavamo…dopo due mesi dal suo arrivo è morto.
Non possono sopravvivere più di pochi mesi, negli acquari.
E ho deciso.
Voglio liberare i pesci dagli acquari.
"Come hai detto?"
"Muoiono di dolore. Sono un’altra cosa, non sono più abitanti liberi dei mari, non sono più pesci, molluschi, mammiferi marini. Sono nulla, schiavi degli uomini.
Li voglio liberare…lo so, per molti di loro sarà la fine, molti di loro non sapranno difendersi, riadattarsi…ma almeno moriranno nel loro ambiente. Hanno il diritto di scegliere come morire. Per altri invece sarà di nuovo la vera vita."

I suoi occhi mi bucavano il cervello con quella luce folle ma lucida.
No, non era pazzo.
“Vieni con me, Jenny?”
“Si!”
Abbiamo guardato quelle luci a mille metri di profondità e ci siamo abbracciati, con le lacrime agli occhi.

Così di notte facciamo cose io e Tim.
Di acquario in acquario.
Freedom for fishes!!!!

I disegni sono dell'autore
Con questo racconto partecipo al contest theneverendingcontest https://steemit.com/ita/@spi-storychain/theneverendingcontest-n-21-s1-p5-i1-contest