Le 4 dell'Oca selvaggia

in #writing5 years ago (edited)

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Le chiamavano “Le 4 dell’Oca selvaggia”, in ricordo di un vecchio film di guerra con Roger Moore, Richard Burton e Richard Harris.
Erano sempre insieme e ne combinavano di belle nella Casa di Riposo “Largo sorriso” a Grottaferrata vicino a Roma.

Mentre le altre giocavano a Scala 40 o Scopone scientifico, loro quattro si facevano partite accanite di Poker, puntando con cautela euro e biscotti da colazione e, a volte, sigarette (senza farsi vedere dalle assistenti né dai medici).
Qualche volta riuscivano a coinvolgere nelle loro partite qualche vecchietta, magari appena arrivata, e la spennavano come un pollo da spiedo.

Si divertivano anche ad architettare scherzi a volte un poco maligni ai danni di personale e ospiti.

Avevano unto di colla la punta del bastone della povera Melinda, che quasi precipitava mentre tentava di staccarlo dal pavimento.
Avevano manomesso il freno della sedia a rotelle di Mariolino, affetto da demenza senile. Era finito contro una vetrata abbattendola.
Avevano fatto scattare più volte l’allarme antincendio buttando foglietti infuocati nell’ufficio della segretaria.

Eppure erano molto amate da tutte le ospiti, perché prendevano sempre le difese di chi subiva torti, si assumevano la responsabilità di rivendicazioni e migliori condizioni di vita.
Avevano organizzato feste danzanti, party alcolici nelle notti brave e tombole animate nelle sere noiose e ripetitive.
Infine, cosa non da poco, avevano fatto la tabella dei programmi televisivi, distribuendo in quasi egual misura le preferenze.
Il loro sodalizio erano molto strano, perché avevano storie e condizioni sociali ben diverse.

Erano unite dal grande amore per i loro nipoti: tutte e quattro erano nonne.

Nonna Adelaide era stata professoressa di Storia dell’Arte al Liceo Classico di Padova, ed aveva aiutato con la sua pensione la nipote Madeleine a frequentare con successo l’Accademia di Brera di Milano, nonostante il parere contrario dei genitori.
Nonna Paola di 81 anni era stata cuoca di importanti ristoranti ed era esperta nel raccontare barzellette sporche. Aveva un unico difetto: era discretamente sorda.
Nonna Lucia era un esperta ladra incallita, capace di scassinare ogni tipo di porta o cassaforte. Faceva parte di una storica famiglia di ladri di Varese.
Il suo carissimo nipote Arsenio era tuttora recluso a Regina Coeli per furto aggravato di reperti archeologici.

Infine nonna Ines era stata un’acrobata nel circo Togni. Riusciva all’età di 75 anni a fare una eccezionale ruota, persino su lungo tavolo della mensa.

Quel giorno, il 25 maggio del 2019, alle 2 del pomeriggio, mentre le altre facevano il sonnellino, le nostre quattro birbanti, stavano intorno al loro tavolo da poker, quando nonna Adelaide fermò il gioco, si guardò intorno per vedere se c’erano orecchie sgradite e parlò.
“Ragazze, ho un cruccio.”
“Cos’è un cruccio?” domandò nonna Lucia, che aveva fatto appena la terza elementare.
“Uffa, ho un dispiacere.”
“Devi andare dal pasticcere?” chiese nonna Paola.
“Basta! Non interrompetemi! Paola, mettiti l’apparecchio acustico!”
“Le è caduto nel minestrone…è in riparazione…”
“Chi è un coglione?”
“Lucia, fai un salto…si fa per dire…vai nella stanza di Martina. Prendi il suo apparecchio…intanto lei oltre ad essere sorda, dorme come un sasso.”
Dopo soli 10 minuti, Lucia era di ritorno con l’apparecchio che misero prontamente all’orecchio di nonna Paola.
“Sento benissimo!”

“Bene.” Ricominciò nonna Adelaide “Ragazze, il mio dispiacere è che il primo giugno, mia nipote Madeleine inaugura una sua personale, cioè una mostra dei suoi dipinti, a Madrid, al Museo d’arte contemporanea Reina Sofia.
E’ la sua prima grande mostra. Guardate che quadri!

Nonna Adelaide estrasse dalla sua borsetta un tablet (lo stesso su cui guardavano film e serie tv a notte fonda).
Mostrò i dipinti. Erano dipinti molto colorati con tante punte di lancia conficcate in tronchi o corpi umani. Il tema era sempre uguale con innumerevoli varianti.

Nonna Sofia guardava attentamente. Sembrava la più interessata.
“Al circo c’era un lanciatore di coltelli, molto bravo. La sua donna, bellissima, stava contro la tavola, ferma ferma. Purtroppo lei si è invaghita del domatore di leoni, bello bello anche lui.
Così in un numero, dopo aver lanciato 10 coltelli con precisione millimetrica, all’undicesimo il lanciatore sbagliò e il coltello affondò nell’occhio sinistro e arrivò al cervello.”
”Ma è bruttissimo!”
“Era meglio se non mettevo l’apparecchio! Sei disgustosa!”
“Orribile!”
“Sceme! Stavo scherzando, non l’ha presa in un occhio, l’ha presa alla gola!”
“Ehhh!?”
“Doppio scherzo! Erano mamma e papà e sono stati insieme sino alla morte, senza mai tradirsi…che io sappia…”

Nonna Adelaide era impaziente.
“Torniamo al mio cruccio. Io voglio andare a Madrid all’inaugurazione della mostra, il primo giugno.”

Gran silenzio.
Si sentiva il lontano russare di madama Beatrice.

“A Madrid? Quella in Spagna?”
“No, quella dietro l’angolo! Su! Non scherziamo! Sono seria. Voglio stare con lei, non posso mancare…e voi mi aiuterete. Anzi verrete con me! Non lasciatemi sola…faccio fatica a muovermi…vi prego…”
I suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
Anche le altre nonne avevano i lucciconi.

La prima a parlare fu nonna Lucia.
“Ci sto!”
“Anch’io!”
“Ho sempre sognato di andare a Madrid a vedere la Tour Eiffel!”

“Ascoltate il mio piano.”

La sera dopo, alle 24 il piano scattò.
Ines si arrampicò lungo la grondaia e spostò le telecamere, per creare confusione.
Lucia scassinò la cassaforte dell’ufficio e portò via cinquemila euro.
L’allarme sonoro mandò il suo urlo per la Casa di Cura “Largo sorriso”.
Ma nel contempo nonna Adelaide aveva incendiato il cassonetto della carta, per creare ulteriore confusione.
Nonna Paola, un’ora prima, sempre con l’aiuto di nonna Lucia, era penetrata in cucina e aveva preparato per il viaggio dei gustosi panini al formaggio e semolino (una sua ricetta personale).
Alle 24 e 5 minuti le quattro dell’Oca selvaggia si trovavano davanti alla mercedes del direttore.
Nonna Lucia aveva un coltello. Lo infilò tra vetri e portiera e fece scattare la chiusura.
Ancora un allarme.
Nonna Lucia, impagabile, aprì rapidamente il cofano e fece cenno a nonna Paola, indicando un punto del motore.
Con rapido gesto, nonna Paola estrasse uno spray di panna montata che indirizzò nel punto indicato.
La panna si sparse con un getto su luogo segreto dell’allarme e il suono cessò.

Qualche ora prima, Ines si era anche introdotta nella stanza della cameriera che dormiva come un ghiro e le aveva sottratto le chiavi.
Nonna Adelaide aveva sottratto le medicine per tutte.

Il cancello si aprì e la mercedes silenziosamente scomparve nel buio, incrociando l’auto della vigilanza privata prontamente avvertita dai sistemi di sicurezza collegati.

“Meraviglioso! Sei forte nonna Lucia! Ma chi ti ha insegnato tutti quei trucchi delle macchine, delle casseforti…”
“Mio figlio Mauro.”
“Quello delle Vallette?”
“No.”
“ Quello di Regina Coeli?”
“No. Quello dell’Ucciardone, a Palermo.”
“Ma quanti figli hai?”
“Sei figli, quattro maschi e due femmine e dieci nipoti.”
“Ma ce n’è qualcuno che non è in carcere?”
“Solo Marta. E’ in attesa del processo….”
“Ehi! La sapete quella del culo della bertuccia?”
Il viaggio fu uno spasso.
Nonna Paola raccontava barzellette, ognuna parlava dei suoi nipoti, i panini erano gustosi e nonna Adelaide era felice.
Cambiarono più volte auto.
Dormirono in ostelli e motel.
Guidavano nonna Ines e nonna Adelaide, a turno.
Arrivarono a Madrid nel mattino del primo giugno, all’alba.
“Ragazze, ora andiamo all’hotel Toledo. Ho prenotato a mie spese. E’ vicino al centro, c’è il Museo del Prado, Plaza Mayor, il Palazzo Reale, c’è la vita dei madrileni, le cattedrali e c’è il Museo della Reina Sofia.”
Nell’albergo le quattro fuggiasche si riposarono e si ritrovarono a colazione.
Fu un’allegra colazione.
“Ma quando vai a trovare la tua nipote Madeleine? Chissà come sarà felice e che sorpresona!!”
“Certo! Grazie amiche, siete state la mia forza. Andrò oggi, nel pomeriggio. L’ho avvertita. Ora sta preparando tutto. Sarei d’impiccio. Sarà un grande evento”
Nonna Ines e nonna Lucia fecero una passeggiata.
Nonna Adelaide e nonna Paola ritornarono a letto.

Alla fine del pranzo, al caffè (non tutte lo presero, per ragioni di salute) nonna Adelaide parlò con solennità.
“Amiche…nonna Paola metti l’apparecchio, per favore…amiche, con voi ho conosciuto una seconda giovinezza, scusate le parole retoriche…”
“Retoriche? Cosa significa?”
“Va bene…cara nonna Lucia, scusami se sono commossa e uso le parole un po’ sdolcinate…mi avete aiutato e fatto felice…sto esaudendo un mio grande desiderio…un desiderio che erano anni che tenevo dentro di me…”
“Certo…la tua nipote…quello che hai fatto per farla diventare pittrice di successo…”
“No, nonna Ines. Il mio sogno si avvererà questa sera alle 21. La finale di Champions League fra Tottenham e Liverpool al Wanda Metropolitano, qui a Madrid. Avevo prenotato il biglietto a settembre. Scusate se vi ho detto una bugia, ma non sapevo se mi avreste aiutato. Ma così ho capito quanto mi volete bene. Scusatemi…mia nipote Madeleine ora è in Mozambico, sta bene e fa sculture primitive…e raccoglie punte di lancia per le sue installazioni…farà la sua prima mostra laggiù, nella città di Maputo.
Ora chiamo il taxi. Divertitevi! Ci vediamo questa notte!!!”
“Mozambico?”
Nonna Adelaide si allontanò, voltandosi un’ultima volta per mandare un bacio d’affetto.
“Hai visto quella disgraziata?”
“Monellaccia!”
“Bè, Madrid è una bellezza…”
“Mozambico?”
“Dov’è?”
“In Africa.”
“Non ci sono mai stata, in Africa…”
“Io ho la mia carta di credito…”
“Anch’io…”
“Io ho i soldi della cassaforte…”

Il disegno è dell'autore
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Uno spasso queste nonnine!

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Vorrei essere come loro, quando avrò la loro etá...ciao!

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