Jack ha imparato a sognare

in #writing5 years ago

A Jack era sempre stato detto di imparare a sognare.

Glielo diceva sua madre da bambino. 

Non rifugiarti dentro le cose che hai Jack, immagina tutte le cose che non hai e desidera quello che potrebbe farti stare bene.

Jack imparò a sognare.

Erano sogni da bambino quelli ma erano li nel suo piccolo cassetto.

Quando Jack divenne più grandicello in molti gli dicevano di inseguire quei sogni.

Jack aveva dei sogni ma si rese conto di non aver mai fatto nulla per raggiungerli.

Imparò ad inseguirli, uno ad uno, come se fossero un compito in classe ma solo che in questo caso erano le sue passioni a guidare ogni suo gesto e non i consigli e i diktat dei suoi professori.

Passò del tempo prima che qualcuno dispendiasse lui altri consigli sui sogni.

Un suo compagno di Liceo gli ripeteva spesso che quei sogni avrebbe dovuto monetizzarli e non lasciare che fossero solo un hobby.

Doveva imparare a capire come renderli un business.

Jack restò sorpreso di questa continua esortazione. Pensava che i sogni son belli quando son puri e per restare puri devono essere propri, devono non avere limiti e dunque non avere paletti.

Passò qualche anno prima che Jack realizzò che di sogni soltanto non si può vivere.

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Avrebbe preferito che restassero puri mentre lui sbarcava il lunario in un fast food a servire patatine fritte o in un ufficio con la triste divisa d'ordinanza? In quel caso avrebbe preservato la purezza dei suoi sogni ma avrebbe vissuto metà vita a chiedersi perchè.

Ascoltò le parole del suo amico e iniziò a lavorare grazie alle sue passioni.

Meglio 1000 euro al mese facendo quel che amo e non 5000 senza tempo per me stesso, pensò.

Passarono gli anni e sua madre era orgogliosa di lui.

Hai visto Jack, hai imparato a sognare e ora la tua vita è un sogno.

Jack sorrise e ringraziò sua madre per avergli permesso di imparare a sognare.

La verità era che dei sogni di Jack era rimasto poco.

Adesso lavorava cosi tanto che non riusciva più ad avere tempo per sognare.

I vecchi sogni erano sfumati quasi tutti.

Quei pochi ancora a galla erano la sua ancora di sopravvivenza ma erano diventati una routine talmente consolidata che non gli sembravano dissimili dal servire pollo fritto al KFC.

Nuovi sogni non erano sopraggiunti.

Era però sopraggiunta la vita, quella reale.

Bollette da pagare, amici da dimenticare, affitto sulle spalle, anni volati via in un batter d'ali, fidanzate problematiche e multe inspiegabili che arrivavano ogni tanto nella buca delle lettere.

Era stanco Jack.

Stanco di sognare ma anche stanco di sopravvivere.

Aveva imparato a sognare, aveva inseguito i propri sogni, si era impegnato a realizzarli, aveva vissuto con la libertà e la leggerezza di una viola che si stacca nel vento, aveva addirittura provato a rendere un lavoro quello che lui amava.

Nonostante tutto ciò adesso era depresso, insoddisfatto, crollato sotto il peso dei suoi desideri.

Avrebbe mentito a sua madre per sempre, non voleva darle quel dispiacere, non voleva risvegliarla dal suo piccolo sogno di avere un figlio felice e realizzato.

Sarebbe però riuscito a mentire a se stesso ancora a lungo?

La domanda restò insoluta a lungo e mentre Jack dibatteva con se stesso passarono altri anni.

Nel frattempo aveva pensato di abbandonare i suoi lavori a partita IVA per qualcosa di più tranquillo che lasciasse più tempo libero e meno pensieri nella sua testa.

Aveva valutato l'ipotesi di partire qualche anno verso l'estero per imparare lingue e vivere altre culture.

Aveva ragionato sull'idea di rilevare un piccolo pub e trasformarlo.

Si era addirittura tuffato nel mondo dell'e-commerce per un po ma senza cavarne un ragno dal buco.

Mentre Jack ragionava, pensava, eculubrava sul suo futuro quei piani avevano consumato giorni, settimane, mesi, anni.

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Le lancette dell'orologio erano andate avanti e mentre lui correva con la mente la vita scorreva avanti. 

La differenza tra il correre in uno spazio aperto ed il correre sul tapis roulant è che nel secondo caso sei essenzialmente fermo.

La depressione era diventata qualcosa di molto più intenso, di indefinibile.

Oramai tante delle cose che poteva fare anni addietro non avrebbe più potuto farle.

Non era vecchio ma era abbastanza poco giovane da sentirsi oramai attempato per giocare a calcetto senza avere il fiatone.

Il tempo era già scaduto per molte delle cose che amava fare e adesso non sapeva che cos'altro inventarsi.

Si diede delle scadenze.

Entro questa data dovrò decidere questo, entro quest'altra dovrò decidere quest'altro.

Le appuntò su un quaderno ma ogni volta che arrivava la data prestabilita finiva per autoassolversi e darsi una deroga.

Di deroga in deroga passarono altri anni.

Adesso erano molte le cose che Jack non avrebbe potuto più fare, e sempre meno quelle che avrebbe voluto fare.

Non aveva una famiglia, non aveva una casa, non aveva una laurea, non aveva un conto in banca che lo facesse stare tranquillo.

Era rimasto solo coi suoi sogni.

Non c'erano più decisioni da prendere ne progetti da fare.

Era oramai troppo tardi.

Per tutto.

E allora capì un'importante lezione.

I sogni sono illusioni, è vero ma la vera illusione è la vita, è il controllo che crediamo di avere.

E allora basta sognare, basta illudersi, basta cercare di avere il controllo.

Sono Jack.
Ho 55 anni.
Non ho moglie, non ho figli. Non ho cani.
Non ho un'eredità ma anche se l'avessi non saprei a chi lasciarla.
Non ho un pezzo di carta a testimoniare cosa so fare.
Non ho viaggiato quasi mai.
Ho amato poche volte.
Sono stato amato ancora meno.
Ho tanti piani mai realizzati e troppi sogni inseguiti.
Adesso ho il fiatone e non ce la faccio più a correre.
Smetterò di farlo, fin da subito.
Abbraccerò la vita per quello che è: un terno al lotto.
Ho 20000 sul conto.
Giocherò per le prossime 20 settimane 3 numeri. Terno secco.
1000 euro alla volta provando a vincerne 4.500.000.
Se dovessi vincere tornerò a vivere e sognare.
Se dovessi perdere mi eclisserò per sempre.


Questa era la storia di Jack.

In casa sua è stato trovato questo biglietto scritto e firmato 21 settimane fa.

Non sappiamo dove Jack sia.

Morto stecchito da qualche parte o alle Hawaii a godersi la vincita.

O forse Jack non è mai esistito e questo era solo un gioco.

Era solo un sogno.


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Bello, non so perchè ma voglio pensare il meglio per Jack..Che è un po tutti noi.

Chissà che fine avrà fatto..

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La materializzazione dei miei pensieri e delle mie paure.
Ciascuno risponde a modo proprio...

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