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RE: Case di riposo: qualche pensiero sull'argomento

in #ita5 years ago

Ahimè, che dire? Una riflessione amara la tua, ma a mio parere parziale e non del tutto veritiera.
Partiamo dagli anziani: persone che per anni hanno vissuto in una stessa casa, è vero, ma che spesso non sono più né autosufficienti (anzi, pericolosi per sé e per gli altri) né mentalmente presenti. Con l'invecchiamento la demenza colpisce inevitabilmente quasi a tappeto, e gli anziani non sono più in grado di cucinare, lavarsi vestirsi, uscire e fare la spesa in autonomia e soprattutto in sicurezza. Se lo fossero, nessuno li strapperebbe alla propria casa per portarli in casa di riposo, non sarebbe possibile nemmeno legalmente parlando, finché la persona è capace di intendere e volere. I problemi riguardano l'efficienza fisica e quella mentale: se alla prima un anziano ancora sano di mente può ovviare pagandosi una badante che l'aiuti in casa, alla seconda non c'è davvero altra soluzione che dei professionisti che se ne occupino. Non trovo infatti condannabile che una famiglia rifiuti di diventare la vittima designata per la gestione del nonno: ciascuno deve vivere la propria vita, quindi perché un cinquantenne dovrebbe tenersi in casa e curare e servire magari per vent'anni un settantenne fuori di testa a discapito dei propri figli? della propria salute? del proprio tempo libero? Perché qualcuno, di solito una figlia o una nuora, deve pagare con la propria vita o la propria giovinezza il prezzo dell'errore della medicina di allungare quantità senza qualità di vita?
Il costo di una casa di riposo è molto più esoso di una badante, di solito, opzione da non sottovalutare. Inoltre molti anziani (lungimiranti?) scambiano la propria abitazione in cambio di contanti, tenendosi la nuda proprietà: anziché lasciare ai figli una cosa che si sono sudati e morire all'ospizio, la vendono e ne godono al 100% finché sono in vita, vivendo anche con quel minimo di agio. Certo, non tutti sono capaci di pensare al proprio futuro, di pensare che un giorno invecchieranno anche loro e che devono provvedere per tempo a progettare qualcosa per sé stessi. Molti si fidano e si affidano (sbagliando di grosso) alla bontà, alla riconoscenza di figli e parenti. Un atto di puro egoismo e di profonda arroganza, a mio parere, quello di pretendere che qualcuno si sacrifichi per servirti in vecchiaia.
Passiamo quindi alle case di riposo.
E' vero, probabilmente ne esistono moltissime come quelle che tu descrivi: brutte, sporche, cattive, praticamente dei lager. Eppure la mia esperienza è positiva: ho visto e sono stata in visita in case di riposo che sono piccoli appartamenti dove gli anziani sono puliti, nutriti e ben custoditi. Il naso è la guida principale, in questi casi. Ho visto posti che un giardinetto ce l'hanno davvero, o comunque sono dotate di personale affettuoso e professionale, anche quando il canone mensile versato non è altissimo. Parenti di mia mamma (che andavamo a trovare spesso) sono vissuti moltissimi anni (anche 10) in casa di riposo, ed il loro declino non è stato poi più veloce di altri rimasti a casa loro. E' vero, cambiare posto e passare dalla propria casa ad un ospizio può accelerare la dipartita, ma io sono convinta che difficilmente si va in casa di riposo se stai bene, quindi ovvio che se entri che stai male non puoi che peggiorare.
In conclusione, l'argomento è difficile, spinoso e controverso. E' uno di quei campi dove sbagli in qualunque modo tu agisca, un terreno minato. Eppure non è facile, in una società come la nostra, trovare una soluzione al problema salvando capra e cavoli, o almeno non ancora.

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